Lo Sciame Bianco

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Se il ghiaccio nero aveva una volontà propria e influenzava il tempo, beh, stava facendo di tutto per dissuadere gli uomini dall'esplorare la montagna.

Il vento ululava, la neve colpiva i loro volti e faceva sbuffare e nitrire di paura i cavalli, anche Artica faceva fatica a tenersi in equilibrio in aria.
Imprecò tra i denti mentre scendeva di quota; un errore e sarebbe precipitata verso morte certa, per non parlare del fatto che tutti loro dovevano mantenersi il più silenziosi possibile poiché qualsiasi forte rumore avrebbe probabilmente causato una valanga.

Connor rabbrividì e grugnì frustrato, dopo aver constatato che una possibile galleria era solo un'altra crepa nella roccia "Cazzo, è come cercare un ago nel pagliaio"

Tuttavia, quella piccola fenditura fornì un riparo temporaneo da quella tempesta infernale. Brendan provò a sedersi per terra ma strillò e si massaggiò il fondoschiena freneticamente

"Qua uno si ghiaccia il culo. Mettete delle coperte giù prima di sedervi!"

Si radunarono per accendere un fuocherello, guardando di tanto in tanto fuori per vedere se uno degli uomini di Evans fosse tornato o per individuare la ragazza lassù nei cieli.

"Eccola..." Connor socchiuse gli occhi, osservando la sua sagoma che lottava contro i venti spietati e cercava di usarli a suo vantaggio proprio come le aveva insegnato le Fate dei Venti. Accese un bastoncino di legno e lo agitò fuori, sperando di catturare il suo sguardo e farle segno che erano al sicuro. Fu quando vide una luce blu tremolare nel cielo che sorrise e tornò a sedersi accanto al fuoco.

"Dovremmo salire più in alto o...?" chiese uno dei loro compagni. Brendan non conosceva nemmeno la risposta... L'ingresso poteva essere ovunque, e la montagna era la seconda più alta di tutta la Scozia. Era anche larga, e tutta la formazione di ghiaccio aveva reso la sua cima quasi piatta affilata e pericolosa da calpestare.

"Quindi?"

"Aspettiamo che mia nipote torni qui, intanto riposiamoci un po' "

In cielo, Artica stava perlustrando la cima della vetta, alla ricerca di un qualsivoglia cratere
"Dai... sei una montagna piatta, dovrebbe essere facile trovare una galleria"

Sbatté le ali e si rimise la Pietra sull'occhio per vedere il flusso della magia. Stava scorrendo dentro, sì, ma arrivava e filtrava nel terreno da ogni direzione che la sua vista poteva cogliere...

Quella Strega nascondeva davvero molto bene la sua stregoneria.

"Dannazione" sibilò, librandosi a terra e dando un'occhiata in giro nella zona... Solo ghiaccio, rocce e legno ghiacciato per miglia e miglia.

"Beeeeeeeeella merda" Sorrise, innervosita e facendo respiri profondi per non urlare "Mantieni la calma, Artica. Mantieni la calma e pensa"

Se fosse una galleria che non dovrebbe essere scoperta, come sarebbe nascosta?

Artica fece un respiro profondo e toccò il terreno ghiacciato sotto i suoi piedi e sibilò per il dolore che le stava infliggendo.
Ma questa volta era preparata e non avrebbe lasciato che avesse la meglio su di lei. Tenne entrambe le mani fisse e serrò le mascelle, cercando gli innumerevoli frammenti del potere e della coscienza di Beira.

Chiuse gli occhi ma si mantenne vigile e resistette a qualsiasi forma di tentazione di arrendersi e lasciare che il ghiaccio le crescesse addosso per divorarla come prima.

"Beira... sono io. Artica Neivers, figlia di Glycen e Albert Neivers. Se riesci a sentirmi, dammi una mano. Tu da dentro, io da fuori"

Le punte delle sue dita iniziarono a brillare, nonostante il ghiaccio le stesse risalendo le mani. Riusciva a sentire la presenza della dea celtica, che lottava senza sosta per poterla raggiungere.
Tuttavia, questa volta Beira non rispose...
Lei Continuò a chiamare la Fata Regina, ma non ottenne alcuna risposta, né sentì gli altri lamenti spettrali delle povere vittime della maledizione.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora