Partenze

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Visto che Evans non aveva ancora inviato notizie, Artica aveva deciso di piantare il seme che Brigid le aveva regalato nel cortile dietro casa. La ragazza più giovane scavò una buca nel terreno, vi mise dentro il seme, lo coprì e poi chiamò sua cugina.

"Fallo tu"

"Lo sai che è solamente un ago, vero?"

"SÌ. Ed è meglio che tu lo faccia, e non dirmi quando- AHIA!" Troppo tardi, Safie le aveva già punto il dito in modo da poter spremere alcune goccioline cremisi che caddero sulla piccola cupola di terra dove lei aveva seppellito il seme.

Dovevano solo aspettare che germogliasse, una notte, secondo le istruzioni. E, proprio come aveva predetto la Regina eterna fanciulla, il giorno dopo era spuntato un fiore bianco brillante con striature rosse che somigliava vagamente ad un giglio.

"Gigi, vieni qui..."

La Fata chiamò la capretta, che annusò il fiore con interesse e la guardò con gli occhioni giallognoli. Artica posò una mano sulla sua testolina e l'altra sul talismano.

"Ti nutro del mio sangue, perché io possa entrare nella tua mente, nel tuo corpo e nella tua anima. Poiché tu hai scelto me, e io scelgo te. Famiglio, custode, amico"

Gigi sbatté le palpebre, poi iniziò a mangiare la pianta fino alle radici senza lasciarne nulla, poi le saltò semplicemente in grembo e si sedette, rannicchiandosi.

"Ha funzionato?" chiese Safie

"Non lo so..."

"Cosa ha funzionato?"

...

Artica sentì una vocetta infantile nella sua testa, poteva appartenere a un bambino di dieci anni o giù di lì. Non era un bambino del paese, li conosceva tutti e nessuno aveva questa voce.

"... Gigi?"

La capretta guardò entrambe con gli occhi spalancati. Per Safie stava semplicemente belando, ma per Artica il belato veniva automaticamente tradotto in quella vocina innocente nella sua testa.
Il sottile strato di pelliccia sulle sue ali blu si arruffò assieme alle sue antenne e un grande sorriso con un accenno di lacrime sul suo viso lentigginoso.
Stava accadendo... Non solo aveva sempre sentito una connessione reciproca con quel piccoletto, ma ora poteva capirlo, letteralmente.

"Artica, da quando parli la lingua delle capre??"

"Sei tu che parli nella mia testa!" Prese in braccio il suo piccolo amico e saltò felicemente sul posto, ridacchiando per l'eccitazione. Aveva funzionato! Adesso erano ufficialmente legati insieme, per tutta la vita.

"Sei il mio Famiglio! E ti posso capire!"

"Questo significa che posso aiutarti a combattere le persone cattive?"

Forse non quello, doveva imparare qualcosa di più su cosa fosse in grado di fare un Famiglio.
Di sicuro avrebbe protetto la casa in qualche modo, e avrebbe potuto sentire i suoi pensieri a miglia e miglia di distanza. In questo modo avrebbe potuto rassicurare la sua famiglia che sarebbe andato tutto bene e che lei era sana, avrebbero trovato un modo per capirsi anche attraverso la barriera linguistica animale-umana.

"Ho sempre saputo che eri un piccoletto speciale!"

Safie gli fece i grattini sotto il mento ricevendo un belato come risposta, prontamente tradotto dalla cugina come un ringraziamento e una richiesta di un paio di bucce di mela visto che erano le sue preferite perché il fiore era leggermente amaro e lui aveva bisogno di un qualcosa di dolce.

"Subito, piccolo"

Aveva bisogno di ottenere maggiori informazioni su ciò che i famigli potevano fare. Cose su cui le Banshee avrebbero volentieri fatto luce mentre lei dava al capretto un sacco di coccole e una mela a spicchi da sgranocchiarsi.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora