Gelo e Oscurità

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Lo spettacolo spaventoso aveva lasciato la gente di Tobar senza parole e per niente rassicurata. Leggere dell'invasione del ghiaccio nero era una cosa, ma vederla dal vivo? Completamente differente.

Mentre montavano le tende con gli altri soldati, Artica e Brendan si presero il loro tempo per spiegare a Evans con chi avevano a che fare, chi era Crom Cruach e le poche cose che sapevano del suo culto e della strega che faceva loro capo.

"Un mostro simile a un serpente..." Evans strinse una piccola croce d'argento che portava al collo "Santo cielo, che sia Satana in persona?"

"Capitano, no, non lo è" Artica scosse la testa, cercando di calmare l'inglese "Ma non c'è dubbio che sia un'entità tirannica che scatenerebbe caos e distruzione su questo regno e quello in cui vivono i Vicini"

"E la sciagurata Strega senza Dio che guida le sue truppe?"

Sia lo zio che la nipote si strinsero nelle spalle, non c'erano molte informazioni su di lei, solo che era riuscita a trovare l'Occhio che portava la morte e ad usarlo per uccidere una Regina delle Fate.

Evans si sedette e bevve della birra, poi fissò il terreno "Sapete qualcos'altro?"

"No, non ho proprio avuto il tempo materiale di chiedere di più su di lui. Lunga storia"

Ora doveva mettere in pratica la sua teoria. Si, Ma come? Toccare il ghiaccio nero? Usare la propria magia su di esso?

"Non pensare nemmeno di andarci da sola" Connor la seguì con Brendan ed Evans "Se succede qualcosa, ti tiro fuori di lì, capito?"

La ragazza annuì, inghiottendo la saliva e iniziando a scendere la collina verso la massa nera sottostante.
Quello che prima sembrava un lieve disagio, ora la rendeva ancora più inquieta; il suo respiro si era fatto pesante, i suoi passi erano lenti, come se stesse portando qualcosa di enorme sulle spalle.

"Tesoro, cos'hai?" Brendan la sostenne e la portò su un masso su cui sedersi. Lei inspirò profondamente e poi espirò, come se fosse in cima a un'alta montagna con l'aria più rarefatta.

"Io... mi sento come se ci fosse qualcosa di denso intorno a me... come se stessi camminando in un'enorme pozza di fango. No, più denso... Come l'olio, miele, non lo so" Inspirò di nuovo "Un fluido appiccicoso che preme tutto intorno a me e mi impedisce di muovermi e respirare normalmente"

"Torniamo indietro?" Connor si sedette con lei, preoccupato

"Non ora che siamo vicini..." mormorò Evans tra i denti; questo ricevette lo sguardo più omicida che Brendan potesse fare "Non è che si diffonderà di più nella prossima ora. La lasci riposare"

Non disse altro per decenza, ma aveva molti insulti col nome del capitano inglese scritti sopra.

Passato qualche minuto, Artica si alzò e mise un braccio intorno alle spalle di Connor e l'altro attorno a quelle dello zio, proseguendo la discesa fino al confine tra terreno e ghiaccio.
Artica fece un respiro profondo mentre il ricordo di quella terribile sensazione che aveva provato l'ultima volta riaffiorò.
Non voleva affrontare di nuovo quel dolore, ma doveva stringere i denti e andare avanti.

Tirò fuori il talismano dalla collana e gli parlò "L'ultima volta che mi hai guidato attraverso i ricordi di mia madre, mi hai mostrato la magia all'interno di quei ricordi... ho bisogno del tuo aiuto, ancora una volta"

La pietra cava fluttuò dalla sua mano e si attaccò al suo occhio destro, lei trasalì e chiuse gli occhi con un gemito spaventato, poi aprì gradualmente le palpebre e si guardò intorno, spaesata.

"Oh cazzo..."

"Che succede?" Brendan chiese allarmato

"Zio, non riesco a descriverlo bene, ma ci proverò"

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora