Tutta Fìor Tobar Beinne stava sgomberando le stradine e la piazza principale per far posto alle numerose bancarelle che di lì a poco sarebbero state montate dai mercanti in dirittura d'arrivo.
Artica e Safie stavano contando i loro risparmi per farsi un'idea di cosa comprare, la prima era orientata sul comprare qualcosa che non si mangiava praticamente mai in casa e la seconda a fare un investimento: tessuto e fili di qualità per rendere il grembiule commissionatole da Riannon una sciccheria.
"Metti che sparge la voce, non si sa mai"
"Hai trovato la vocazione, vedo" Artica le passò dei fogli bianchi e un carboncino su cui la cugina iniziò a scarabocchiare motivi floreali. Aveva deciso che ne avrebbe fatti circa cinque o sei e poi Riannon avrebbe scelto quello che le piaceva di più quando sarebbe di nuovo venuta a far loro visita con Saraide.
"Modesto parere mio" La cugina più giovane si intromise "Il contorno lo farei dello stesso rosso della parte più scura del fiore"
"Si, era quello che avevo in mente" Safie non la smetteva di fare bozze anche mentre parlava "Spero abbiano dei fili dorati perché ci starebbe bene al centro, che dici?"
Le due cugine continuarono a scambiarsi opinioni riguardo quali schizzi scartare e quali tenere. Addirittura, Artica usò la sua magia per creare dei piccoli modellini tridimensionali affinché Safie potesse valutare le angolazioni e prendere le misure.
Lei era decisamente l'artista di casa.
Sempre parlando di artisti, Bakhur si alternava tra l'aiutare Connor con le commissioni, Fergus a preparare da mangiare e anche passare del tempo nella bottega di William.
Per due motivi: il primo era riprendere dimestichezza con il lavorare i metalli, il secondo era avere un luogo alternativo in cui stare durante il soggiorno dei mercanti.
In alternativa c'era Tìr na nÒg, ma voleva restare tra la gente. Oltretutto, in quella cittadina, poteva tornare a fare il suo vecchio mestiere ed imparare molto altro.
"Ecco qua" William finì di spolverare la soffitta ove aveva montato un letto di fortuna per il ragazzo "Non è come alla Pernice in fatto di comodità, ma spero andrà bene"
"Molto bene" Bakhur salì la scala e sistemò i suoi cambi di vestiti e le lenzuola dalla locanda "Shukran. Basta poco"
Dopo aver messo in ordine e aperto la finestra per cambiare aria, Bakhur si era messo ad osservare il corpulento quanto forzuto uomo lavorare a dei coltelli per affilarne la lama alla ruota.
"Questi sono per il macellaio" Spiegò il fabbro una volta finito uno, prese un pezzo di carta e dimostrò quanto fosse tagliente tagliando il sottilissimo foglio senza irregolarità nel taglio.
"Vuoi provare?"
Bakhur era emozionato e leggermente spaventato, ma indossò i guanti e si mise a lavorare al secondo coltello sotto la guida dell'uomo. Lui era abituato a lavori più fini e continuava a dare occhiate a Boswell per avere la conferma di fare un buon lavoro.
Si fermò solo al suo cenno e sorrise appena ricevuto un cenno di apprezzamento.
"Ti guiderò ancora una volta, il terzo lo fai da solo"
"Sissignore"
Le istruzioni potevano sembrare anche abbastanza facili, tuttavia doveva muovere la lama in una precisa direzione per renderla adeguata a tagliare, era più semplice a dirsi che a farsi e dovette farsi ripetere e mostrare i movimenti un paio di volte prima di replicarli da solo.
Il coltello che aveva affilato era venuto fuori di buona fattura, per un principiante. William lo avrebbe rifinito ma era comunque soddisfatto del lavoro.
"Tu eri abituato a lavori decisamente meno grezzi... Vediamo se questo ti viene meglio"
Portò Bakhur al bancone da lavoro dove vi erano una serie di anelli per fare delle catenine e un foglio con sopra la bozza di un bracciale disegnato "Mi hanno commissionato un braccialetto, va solo assemblato come nello schema"
Gli occhi del ragazzo brillarono e si mise subito seduto a studiare il design del gioiello in argento, raccolse le pinze e poi si mise a contare quanti anelli doveva unire prima di inserire la prima decorazione, un semplice runa celtica incisa in un dischetto d'argento.
Tirò fuori appena la lingua con gli occhi fissi sulla catenina che si stava pian piano formando, anello dopo anello. Li apriva con le pinze, inseriva quello successivo e poi richiudeva.
"Perbacco... Ti hanno insegnato bene" William commentò "Come si dice ottimo lavoro nella tua lingua?"
"Papà diceva Eamal rayie, ya Bakhur" Sorrise il giovane "Lavoro molto buono"
"Allora" riprese il fabbro "Eamal rayie, ya Bakhur"
La pronuncia era quella che era, ma Bakhur apprezzò lo sforzo. Avrebbe continuato a lavorare al gioiello fino alla fine, se Fadi e Isra non si fossero messi ad abbaiare con dei latrati allarmati.
Sia lui che William si sporsero dalla porta della bottega in direzione della piazza principale: c'era un carro guidato da due cavalli esausti e un uomo scozzese a bordo, anche lui visibilmente stanco.
"Resta in bottega, ragazzo" William poi fece un cenno ai due Grim di stare con lui.
I mercanti sarebbero dovuti arrivare più o meno quella stessa mattina, uno era arrivato in anticipo. Fortunatamente, i paesani lo riconobbero, era uno del paese che era diventato mercante in Oriente e puntualmente tornava a casa l'estate, prima di riprendere il mare.
"Sean! Bentornato, hai fatto in fretta!"
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Children Of Myths, Atto Primo: Scozia
Fantasy(IN NUOVA REVISIONE) Nel diciottesimo secolo, Artica Neivers, una mezza Fata Scozzese, scopre che una terribile stregoneria sta affliggendo la sua terra e ovunque la Magia sia stata indebolita dalle mani dell'umanità. Con un'ascia in mano e una Piet...