Ricercando nei Sogni

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Riannon fluttuò per i boschi e sopra il lago, i suoi capelli dorati che risplendevano quasi di luce propria nel vedere come tutto fosse tornato alla normalità. Si era addirittura tolta i vestiti pesanti perché il clima si era ribaltato in pochissimi minuti.
Sulla riva opposta, il resto del drappello era confuso, spaesato, ma a giudicare dai leggeri sorrisi, avevano capito che la missione era andata a buon fine e che il pilastro era stato abbattuto.

"La vittoria è nostra!" Annunciò appena toccò terra. Tuttavia, notò che mancavano circa otto di loro, oltre i primi due che erano stati presi, per un totale di dieci perdite.

Si sporse nel lago ed immerse la faccia sotto la superficie ora limpida e non più torbida, non c'era traccia di niente sul fondale, probabilmente i Finfolk li avevano già portati in qualche cunicolo sotterraneo nascosto e affidati alle correnti che li avrebbero portati nel loro reame abissale, dato che il mare era a pochi chilometri da lì.

"Merda..." la fata bionda si tirò indietro i capelli bagnati e serrò le mascelle, imprecando sommessamente. Non avrebbe mai augurato a nessuno un fato simile e avrebbe preferito la morte piuttosto che diventare serva e figliare a forza con quelle bestie orribili.
Nonostante tutto, per quanto cinico potesse sembrare, dovevano andare avanti.
Li avrebbero salvati man mano che avrebbero riacquisito controllo sulla loro fonte di vita e, soprattutto, riconquistato Man affinché la Corte di McLir potesse di nuovo ristabilire comando sull'oceano.

"Mi servono almeno altri due dotati di ali per trasportare Artica e un ragazzo umano che abbiamo salvato da quei bastardi. Tirate fuori le medicine per voi e per gli altri"

Ancora nella montagna, Bakhur aveva strappato parte dello scialle per legarselo al proprio braccio e alla gamba di Saraide.
Sotto indossava dei miseri cenci, le scarpe però sembravano quelle che gli umani portavano di solito, forse le aveva rubate.

Ora che era tutto finito aveva parecchie domande da fare alle sue salvatrici dotate di poteri sovrannaturali e che avevano debellato quel maleficio, ma avrebbe aspettato a quando si sarebbero ripresi tutti.
Per fortuna, l'acqua non mancava per lavare le ferite.

"Ahia..."

"'Ana asf" Bakhur si scusò, tamponando il morso con la lana umida "Meglio?"

L'Elfa annuì, mettendosi seduta contro la parete rocciosa in attesa che arrivassero gli altri a prenderli mentre il ragazzo stava a vegliare sull'amica svenuta.

"... Saraide?"

"Dimmi"

"Voi siete Jinn?"

Saraide sbatté le palpebre, confusa "Come?"

"Jinn, Djinn... Ehm..." Alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo frustrato. Aveva finalmente trovato delle persone gentili dopo anni e non poteva comunicarci a dovere. Che crudele scherzo del destino...

"Spiriti?"

Saraide aggrottò la fronte e poi abbozzò un sorriso "Più o meno. Ci chiamiamo Sidhe... Fate per gli umani, Tuatha de Dannan, Piccolo Popolo, Vicini..."

Il ragazzo annuì soddisfatto, sempre creature sovrannaturali erano. E visto che avevano debellato quel maleficio e combattuto chi lo aveva schiavizzato, sentiva che erano degni di fiducia.
Era preoccupato per Artica, tuttavia. Era viva, ma a malapena si muoveva ed era dolorante in tutto il corpo.
Forse l'essere attraversati da quella marea di luce era come essere colpiti da un fulmine? In ogni caso non doveva essersela passata bene.
La voce di Riannon gli fece distogliere lo sguardo dalla ragazza svenuta e trasalì appena vide due persone dotate di candide ali piumate assieme all'altra sua salvatrice.
Si prostrò a terra sotto gli occhi attoniti di tutti i presenti, vigili s'intende, e si mise a pregare.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora