Alban Eiler

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21 marzo, l'Equinozio di Primavera, chiamato anche Alban Eiler in Scozia.

Era il giorno in cui ci si seminava durante il giorno fino al tramonto, quando sarebbe iniziata la vera festa.
Tutta la città era impegnata sia nei campi che nelle case, perché ognuno avrebbe portato qualcosa per la celebrazione, dopo la benedizione propiziatoria di padre Aidan per ricominciare il ciclo della vita.

"Artica, giù le zampe. Deve finire di cuocere" Arianna agitò il cucchiaio verso la nipote

"Stavo dando una sbirciatina, non avevo intenzione di fare niente" Artica fischiò innocentemente sotto lo sguardo della zia, che aveva le mani sui fianchi e un piede che picchiettava sul pavimento.

"Non ci provare, signorinella. È una sorpresa"

"Mamma, non ci vuole il padreterno per capire che stai cucinando l'haggis, su" Safie rivolse un sorrisetto furbo alla madre, che indicò le scale.
"Andate a provarvi i vestiti, voi due, scattare!"

Le cugine filarono nella stanza di sopra, ridacchiando, si misero poi a controllare come agghindarsi per la serata.

"E se sistemassi le ali così?" Artica sistemò le ali al solito modo, come mantella e gonna.

"Coprirai il vestito, scema" Safie la aiutò a sistemare le ali superiori in modo da sembrare maniche lunghe e quelle inferiori attorno alla vita, così da lasciare scoperti il corsetto bianco e la gonna verde.

"Un bijoux" Safie ammiccò "Allora! Pronta per ballare con il tuo principe azzurro questa sera?"

Artica, per tutta risposta, le soffiò aria fredda in faccia.

"Te invece, quando hai intenzione di trovarne uno tutto tuo?"

"Devo solo essere fortunata e guardarmi intorno meglio" La cugina maggiore incrociò le braccia "Però, visto che sono stata io a farti conoscere Connor, dammi una mano tu stavolta"

Artica si rimise il grembiule da lavoro, sedendosi poi sul letto e giocherellando nervosamente con una parte delle sue ali. "Speriamo che quel problema non si protragga per troppo tempo"

Il sorriso di Safie si affievolì.

Padre Aidan aveva ipotizzato che il ritardo del menarca fosse dovuto alla sua metà non umana, dal momento che i Vicini erano praticamente immortali e al di sopra degli umani.
Nonostante le rassicurazioni, Artica era terrorizzata dall'idea di non poter avere bambini.

"Non pensarci, non stasera. Vedrai che andrà tutto bene"

Le pizzicò affettuosamente la guancia, prima che entrambe si alzassero per andare ad aiutare Brendan nei campi. Se li divisero una porzione a testa per rendere le cose più veloci, soprattutto perché dovevano portare il tavolo e le sedie nella piazza del paese, che aveva già almeno dieci lunghi tavoli disposti a semicerchio in modo che le persone potessero alzarsi e ballare.

"Artica! Ho finito di rivoltare la terra qui, fai passare l'aratro"

Artica corse alla stalla per prendere il toro e condurlo nel campo in modo che potessero iniziare il lavoro. Mentre Safie e Brendan finivano di prendersi cura dei restanti due terzi del loro terreno, Artica guidò diligentemente il bovino a trascinare l'aratro sul terreno fertile, poi utilizzò l'asta di legno della zappa per fare dei piccoli fori per seminare dopo.

"Svolta a sinistra, bravo ragazzone" sorrise mentre il toro sbuffava felicemente alle gentili patte e grattini sulla schiena.

Lavorare in tre permise all'intera famiglia di avere il tempo di riposarsi prima che Brendan si facesse aiutare dai compaesani a trasportare tavoli e sedie in piazza, e poi i Neivers poterono prepararsi.

Nel guardarsi allo specchio, Artica prese un profondo respiro "Tu gli piaci. Lui ti piace. Non ti far prendere dal panico. Andrà tutto bene"

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora