Artica si svegliò dopo un lungo periodo di incoscienza. Aveva avuto la sensazione di fluttuare nel vuoto più nero senza vedere o percepire nulla. Non sapeva da quanto tempo era svenuta e si prese un minuto buono per mettere a fuoco l'ambiente circostante, da qualche parte nella foresta vicino a uno dei passaggi delle Fate.
"Sorelle, sorelle, si è svegliata..."
"Sta bene?"
"Ha un odore strano..."
Artica cercò l'ascia che aveva lasciato cadere durante il dolore lancinante provocato sia dalla visione che dal contatto con il ghiaccio nero; la trovò non troppo distante da lei e la sua Pietra delle Fate era stata nuovamente riposta nel ciondolo, forse era tra amici.
"Chi siete? Fatevi vedere!" Chiamò, aggrappandosi all'ascia, mentre tre figure apparvero dalla nebbia dietro gli alberi: una ragazza dai capelli rossi poco più giovane di lei, una donna adulta con i capelli castani e una anziana, le prime due vestite di bianco, l'ultima di rosso, tutte con gli occhi azzurri e molto somiglianti l'una con l'altra.
"Non aver paura..."
"Siamo Sidhe, come te"
"Pensavamo foste stati tutti catturati"
Le loro voci erano per lo più malinconiche, ma i loro visi erano addolciti per metterla a suo agio. Artica si alzò, usando l'arma per rimettersi in piedi, anche se le sue gambe tremavano; quindi, si risedette su una roccia vicina mentre le tre Fate la ispezionavano.
"Hai anche odore umano"
"Con i capelli rossi"
"E occhi come foreste"
Le loro mani si mossero per tastare le sue ali, notando che non erano come quelle delle Fate Invernali, ma erano come una membrana al tatto.
Tuttavia, si ritrasse bruscamente; non voleva essere toccata da estranei, soprattutto non dopo la visione traumatica che era stata impressa nella sua mente con la stessa brutalità di un marchio di ferro rovente.
Si limitò a chiedere chi fossero queste Vicine."Siamo Banshee"
"Piangiamo per i perduti"
"Ricordiamo i morti"
Banshee... Spiriti il cui pianto poteva essere ascoltato nel vento ululante ogni volta che morivano persone dal cuore nobile.
Erano tra le Fate più vicine ai mortali, dedite al proteggere le case e coloro che vi abitavano.Tuttavia, Artica non voleva parlare, non dopo quello che aveva visto. Nemmeno aveva la forza di piangere, si limitava a fissare con aria assente il terreno muschioso mentre avvolgeva le ali più strette intorno a sé.
Le Banshee si scambiarono sguardi preoccupati, avvicinandosi alla superstite dei loro simili, che pensavano fossero stati tutti imprigionati da quegli uomini orribili."Non sei al sicuro qui"
"Possiamo portarti con noi"
"Con tutti i Sidhe, a Tìr na nÒg"
Gli occhi di Artica sbirciarono dalla massa rossa di riccioli e borbottò che voleva stare da sola o almeno andare a casa. Se fosse stata lucida, avrebbe comunque rifiutato, adesso aveva solo pensieri riguardanti la visione.
Inutile fu il tentativo delle Banshee di convincerla a seguirle, addirittura ringhiò contro di loro prima che si nascondesse di nuovo."Per favore, lasciatemi stare. O almeno mostratemi la strada per il paese chiamato Fìor Tobar Beinne"
Gli occhi di Artica erano pieni di dolore e rabbia insieme, il suo respiro lento e profondo e stava cercando di non scoppiare a piangere. Le tre Fate si arresero e annuirono all'unisono, sapendo bene cosa provava, d'altronde erano coloro che piangevano i defunti, per cui l'avrebbero lasciata sfogarsi per il tempo necessario.
La più giovane delle tre le prese gentilmente la mano, facendo cenno di seguirle attraverso i boschi e molti Cerchi delle Fate e passaggi tra gli alberi.
Artica rimase in silenzio per tutto il tempo, assicurandosi solo di trovare l'ambiente abbastanza familiare ogni volta che si spostavano da un posto all'altro, anche se il viso disperato di sua madre e l'espressione senz'anima di suo padre la perseguitava ovunque. Li vedeva nelle pietre, nella corteccia degli alberi...
Voleva solo tornare a casa.
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Children Of Myths, Atto Primo: Scozia
Fantasy(IN NUOVA REVISIONE) Nel diciottesimo secolo, Artica Neivers, una mezza Fata Scozzese, scopre che una terribile stregoneria sta affliggendo la sua terra e ovunque la Magia sia stata indebolita dalle mani dell'umanità. Con un'ascia in mano e una Piet...