Una lettera dal Capitano

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"Va bene, va bene. Senti qui, immagina questa situazione"

Connor teneva il piccolo diario di Artica in cui lei aveva annotato tutta la teoria del combattimento che Eljin le aveva insegnato nelle ultime settimane e condiviso con il suo fidanzato.
Il giovane aveva deciso di aiutarla facendosi forgiare dal fabbro una spada con l'elsa a cesta per il combattimento corpo a corpo, ma stava apprendendo anche dai cacciatori come usare un fucile per combattere a distanza. Ovviamente sapeva che la Setta di Crom aveva armi stregate, ma un colpo alla testa era sempre un colpo alla testa.

"Hm-mh, vai avanti" disse lei mentre si cambiava le bende sulle sue mani piene di vesciche. Non che non fosse abituata ad averne dopo anni di lavoro come contadina.

"Vuoi dare al tuo aggressore un rapido stordimento e scappare. Cosa fai?"

Artica si intrecciò una ciocca tra l'indice e il pollice, pensando "Mirerei agli... Occhi?"

"Esatto, qualcos'altro?"

"Hmm... Faccia in generale, il collo... Genitali di sicuro e... stinchi"

Connor alzò il pollice, annuendo vigorosamente in segno di approvazione, poi le passò il diario in modo che potesse fargli delle domande

"Il tuo aggressore viene da dietro e ti afferra, cosa fai?"

Il ragazzo rifletté, battendo il dito sulle ginocchia mentre ricordava le parole che studiava "Mi chino per destabilizzare il mio avversario e poi userei i gomiti per cercare di colpirgli la faccia... Oppure potrei usare il tallone per la gamba"

Artica schioccò la lingua e annuì, poi si misero punti di pressione per indebolire e destabilizzare.

"Punti posteriori: cranio, nuca, colonna vertebrale e reni" rispose lei prontamente ad una domanda "Il tuo turno: punti delle gambe?"

"Ginocchio, interno cosce, polpacci, stinchi, caviglia" Connor li ricordava correttamente e l'aiutò a rivedere qualcosa prima che lei corresse nel Reame delle Sidh per le sue lezioni.

Nel mentre si esercitò col volo, giusto per arrivare nei pressi dell'Albero Portale senza bisogno di usare i Cerchi delle Fate.
"Ariel dice che la testa è il timone, va bene..."

Prima che le ali dessero segno di cedimento, riuscì a fare un quarto del percorso solito.
Non ancora perfetta, ma perlomeno aveva fatto molta più strada rispetto a prima.
Già che c'era, cerco di allenare le ali a tenerla sollevata nello stesso punto e poi atterrare lentamente.

"Non male!" Corse da un Cerchio all'altro, dentro la quercia magica e poi schizzò al campo d'addestramento dove altri giovani reclute si allenavano tra di loro o sui manichini.

"Sono... sono in ritardo?" Ansimò di fronte a Eljin, che le aveva preparato un manichino da addestramento su cui esercitarsi. Prima la interrogò su ciò che aveva ripetuto con Connor prima, l'Elfo fu soddisfatto delle risposte, poi fu il momento della pratica.

"Abbassa il tuo corpo, Artica! Devi essere pronta e flessibile, se rimani troppo rigida loro ne approfitteranno!"

Artica mise in pratica la teoria colpendo i punti sensibili con la lama dell'ascia, non era molto diverso dall'usare bastoni con Connor a casa. Nel mentre, gli altri guerrieri si erano fermati a guardarla allenarsi.
La ragazza si asciugò il sudore dalla fronte, ansimando per lo sforzo, combattere era ancora la cosa più difficile per lei. Due settimane potevano sembrare lunghe, ma in realtà non erano niente in confronto a tutti gli anni di combattimenti e allenamenti che altri Sidhe avevano sopportato.

"Sei migliorata ma sei ancora troppo rigida" Eljin le chiese il permesso di prendere l'ascia in mano e chiamò uno dei suoi soldati per una dimostrazione.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora