Quando Evan torna a casa, stanno tutti dormendo. Rachel è migrata verso il letto di Marcus, Anne è rimasta inquieta per tutta la giornata pensando al fatto che tra pochi giorni ci sarà la fiera e potrebbe essere l'occasione di vendetta perfetta per Leonard, Beth non ha voluto parlare con nessuno e Faith dorme con lei, stanotte. Io sono più sveglia che mai.
Evan se n'è stato tutto il giorno in emporio e, quando sono andata a chiedergli se avesse bisogno di una mano, lui mi ha detto un secco "no" e non mi ha neanche guardata. Io, che non ho mai corso dietro a mia madre, figuriamoci a un uomo, non ho insistito. È grande, vaccinato, non posso stargli sul collo come un corvo, non ora. Evan sa cosa fare, sempre, e ora non voglio forzarlo ad ammettere che ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a rimettere a posto i cocci.
Però, quando sono circa un paio di ore che mi sto rigirando nel letto, infilando un braccio e poi l'altro sotto il cuscino senza riuscire a trovare la quadra, i suoi passi mi fanno scattare a sedere. Vorrei muovermi. Vorrei tanto andare a bussare alla sua porta e chiedergli di fidarsi di me, ma non ne sono capace. C'è qualcosa, nella mia mente, che mi blocca. Mi rimetto giù piano piano, sospirando profondamente e costringendomi a chiudere gli occhi. Se solo la mia mente si connettesse ai miei arti, potrei provare a fare dodici passi in croce da meno di un metro per andare da lui. Eppure non ci riesco, fino da ultimo resto ferma sul materasso, rigida come una trave, aspettando che io riesca a fare qualcosa. Non accade, però.
Solo che a un certo punto, la porta della mia camera si apre e io faccio finta di schiudere le palpebre lentamente, come se non sapessi già chi mi ritroverò davanti.
Sembra... Lui. Accusa un po' di stanchezza nella postura estremamente rilassata che difficilmente assume, tutto impegnato com'è a mostrarsi l'uomo forte e virile che tutti si aspettano che sia, ma nient'altro. Non è provato, non sembra aver pianto. È semplicemente lui e mi sta guardando a pochi passi da me, appoggiato mollemente allo stipite della porta, ancora vestito da lavoro.Per svariati secondi non possiamo fare a meno di guardarci. E basta. I miei occhi nei suoi, cercando di risolvere a mente un'equazione che non ci riuscirebbe neanche se prendessimo una lavagna e la riempissimo di calcoli.
Spingendo via le lenzuola, mi muovo leggermente per rimettermi di nuovo nella posizione in cui mi ha fatto scattare prima: seduta, mani sotto le cosce, un po' ricurva, piedi che penzolano da un materasso troppo alto.«Anche la mia mamma non toccava coi piedi in terra» mi sussurra, gettando un occhio a sua sorella e sua nipote.
Deglutisco con fatica, ma riesco ad accennare un sorriso stretto all'angolo della bocca. «Allora sono felice che sia nata qui. Così ha evitato di doversi arrampicare sugli scaffali del supermercato per prendere il concentrato di pomodoro più economico.»
Evan si lascia andare a una risatina, che però si sente a mal fatica. I piedi che aveva incrociato ritornano nella loro posizione naturale, dondolano un po'. Se se ne va, so che non sarò in grado di andargli dietro, anche se vedo che sta soltanto tentennando. Forse io dovrei evitare di giocare a chi tira di più la corda, visto quello che sta passando, ma sono terrorizzata all'idea di prendermi uno spazio che non è mio, ossessionata come sono dall'idea di non averne neanche uno nel mondo. Non mi resta che sperare che parli ancora, faccia qualcosa, ma... Niente.
«Buonanotte, forestiera» mormora, facendo due passi indietro.
«Buonanotte» lascio andare in un respiro, delusa come lo sono stata poche volte in vita mia.
Per quale motivo entrare in camera per dirmi solo che sua madre era uno gnomo tanto quanto me? Perché tornare a mezzanotte e aprire la porta della mia stanza come ultima cosa prima di dormire per poi andarsene?
Mi lascio andare giù rapidamente, tanto che le molle del letto protestano stridendo. Dio, ma cos'è? Sembra che ci abbia dormito Napoleone per primo qua sopra.
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Out of place - Questione di "ovunque".
Literatura FemininaGrace è un'ostetrica disoccupata che sta per essere sfrattata dal suo appartamento; salvezza e condanna è la sua migliore amica Rachel, una ricercatrice filosofica a cui piace sparire per giorni, alla soglia del matrimonio, che si innamora di un met...