Mi svegliai sul ritmo di urla mattutine, passi feroci che scorrevano sul soffitto della cabina.

«Sveglia! Sveglia!» continuava a ripetere una voce rauca ma squillante, bussando a tutte le porte.

A chiamare me fu invece il Capitano della nave, sempre impeccabile nei suoi abiti malconci ma che gli donavano un'aria particolarmente affascinante.

«Andiamo a fare provviste. Vuoi venire?» mormorò piano, quasi come se avesse paura di spaventarmi.
Da un lato apprezzavo questa sua premura, ma dall'altro il fatto di sembrare un cucciolo smarrito mi irritava non poco. Non mi piaceva essere guardata come se ad ogni parola sbagliata potessi sgretolarmi.

Ignorai le mie gambe indolenzite per la posizione poco comoda nella quale avevo dormito e mi alzai, cercando di mantenere una certa compostezza.

«Vengo con voi» profferii flebilmente, con la voce asciutta dalle mie ore di silenzio.
Il pirata sembrò sorpreso, non so se per il fatto che avessi deciso di seguirlo o per avergli finalmente rivolto la parola.
In ogni modo, sembrò apprezzare la mia presa di posizione.
Annuí, invitandomi a seguirlo con un cenno del capo.

Sulla nave era un via vai di uomini che trascinavano sacchi vuoti su e giù, acqua, rum, vestiti.

Solo in quel momento notai che eravamo già sulla riva, con le ancore tirate giù e la scala piazzata sul bordo.

Un uomo mi passò un'enorme brocca d'acqua.
«Riempi quel serbatoio» mi ordinò distrattamente, tornando alle sue faccende.
Rimasi immobile qualche secondo, seguendo la sua figura con lo sguardo in cerca di qualche altra indicazione.

Mi sistemai meglio l'affare sulle braccia. Era davvero pesante.

«Serve una mano?» incrociai gli occhi scuri di Turner, che era già pronto ad afferrare la brocca nel caso mi fosse caduta.
Scossi la testa e mi avviai verso il serbatoio.
Pochi passi dopo iniziai a trovare qualche difficoltà. Sentivo l'oggetto scivolare, e non avevo così tante forze per sorreggerlo.

«Da qua»
Afferrò il contenitore, sollevandolo un'estrema facilità. Colsi il suo sguardo giocoso mentre lo faceva.

Rimasi a guardarlo mentre versava l'acqua nel recipiente.

Mi presi qualche secondo per scrutare la sua figura asciutta, il suo codino scuro e le sue braccia abbronzate.
Turner sembrava troppo giovane per essere un pirata.

«Scendiamo» disse accennando alla scala, facendomi notare che eravamo rimasti solo noi due sulla nave.

Lo seguii insicura.
Magari non era stata proprio una bella idea tornare sulla terra ferma, con tutti quei ragazzi che probabilmente mi stavano ancora cercando.
Ma rimanere su quella nave da sola mi sembrava una scelta ancora più stupida, perché nel caso mi avessero trovata non sarei stata in grado di scappare da nessuna parte.
Almeno con quei pirati mi sentivo un po' più tranquilla. Meglio loro che quegli avvoltoi.

Camminammo per qualche ora, raccogliendo frutti, acqua e piante di uno strano colore.
Una cosa a cui avevo fatto caso era che tutti i pirati tenevano un'arma tra le mani.
Questo poteva significare che l'isola fosse piena di animali selvatici, ma anche che questi uomini non andassero così tanto d'accordo con i ragazzi che mi cercavano. In effetti, erano sempre sull'attenti, come se qualcosa potesse attaccarli da un momento all'altro.
Anch'io, dal mio canto, non ero serena.

Durante il cammino, uno degli uomini di Killian urlò.
Tutti ci girammo contemporaneamente, per vedere un pirata penzolare a testa in giù con la caviglia legata ad una corda.

«Hook»
Raggelai all'udire di quella voce.
Alzai lo sguardo piano, sulle figure incappucciate.
Il ragazzo della cicatrice sorrideva giocoso, mentre posava un bastone di legno appuntito sulla spalla.

Cronache del buio - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora