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Il fatidico giorno era arrivato.

'1 Settembre 2011' , il Sindaco Mills annuncia l'apertura del primo parco interregionale'
avevo letto sul giornale quella mattina, sfogliando distrattamente qualche pagina mentre sgranocchiavo un biscotto.

«Ma come è possibile che siamo già a Settembre? Io credevo di essere stata via solo qualche settimana...» mormorai pensierosa senza badare a quello che stavo leggendo.

«Il tempo funziona in modo diverso sull'Isola» sbuffò Zav alzando gli occhi al cielo, come se fosse un'affermazione ovvia. Che poi, di ovvio non c'era proprio niente.

«Allora ragazzi? Pronti per il primo giorno di scuola?» ci salutò Graham allegramente, rubando un biscotto dal mio piatto. Trattenni l'impulso di tirargli un pugno in faccia. Quell'uomo iniziava a darmi sui nervi. Non perché fosse cattivo o altro, semplicemente lo consideravo invadente.

«Altroché...» bofonchiò Zav stando attento a non farsi rubare il cibo.

«Ma guarda che ore si sono fatte...sarà meglio andare» intervenne Turner cercando di evitare che lo sceriffo ci incastrasse in un altro dei suoi lunghi e noiosi monologhi.

Arrivammo davanti l'edificio con le facce di chi vuole solo scavare una fossa e ficcarci la testa dentro.
«Non credevo che avrei mai vissuto un'esperienza del genere» commentò Zav mentre ci dirigevamo verso la nostra aula. Io e lui eravamo in classe insieme, mentre Turner era due anni più avanti. Oltre che a una seccatura, la trovai una cosa piuttosto ridicola. Se pensavo a quello che facevano i due ragazzi prima di quel momento quasi mi venne da ridere...uno sperduto e un pirata al liceo.

«Se provano ad interpellarmi ti do il permesso di tagliarmi la gola e mettere fine alle mie sofferenze» si lamentò poco prima di fare il suo ingresso nella stanza. Roteai gli occhi per la sua drammaticità.

«Dovete essere i ragazzi nuovi» ci sorrise un uomo sulla trentina. Indossava una camicia bianco latte con una cravatta blu e dei pantaloni eleganti, e a malincuore non riuscii a trattenermi dal pensare che fosse proprio un bell'uomo.
«Zavery Achard e Laila Clarke?» chiese alzando gli occhi dal suo registro e noi annuimmo.

«Zavery?» sussurrai all'orecchio dello sperduto mentre prendevamo posto ai primi banchi.

«Oh, sta zitta»

«Io sono il Professor Foreman, il vostro insegnante di matematica. Non so dove siete arrivati con il programma nella vostra vecchia scuola, quindi se avete qualche domanda non esitate a chiedere» sorrise gentile.

«A me sta già sul cazzo» borbottò Zav abbastanza forte perché lo sentissi e io dovetti reprimere un sorriso.

Dopo aver chiesto a ognuno degli studenti cosa avessero fatto durante l'estate e dopo aver deciso di non farsi gli affari di noi due grazie ai commenti annoiati di Zav, iniziò la lezione.

«Iniziamo con qualche esercizio di ripasso»
Scrisse qualche espressione sulla lavagna e aspettò che tutti la ricopiassero.
Io e il ragazzo accanto a me non ci movemmo neanche. Lui perché, a detta sua, sapeva che non ci avrebbe capito nulla dato che delle cose del genere non le aveva mai viste. Io, dal mio canto, la trovavo semplicemente una cosa insensata. Con tutto quello che stavo passando della scuola non poteva importarmene di meno.

«Signorina Clarke, c'è qualche problema?» mi domandò il professore dopo qualche minuto, mentre gli altri studenti risolvevano gli esercizi. Almeno aveva capito fin da subito che con Zav non avrebbe dovuto perdere tempo dato che lo sperduto si rigirava la penna tra le dita come se fosse un qualche oggetto stregato.

«Non si sprechi, Signore. Probabilmente neanche le servono i fogli per risolvere una cosa del genere» commentò Zav in tono ironico. Mi girai a guardarlo incredula, indecisa se tirargli uno schiaffo o cucirgli la bocca con dello spago.

Cronache del buio - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora