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«Liam Morgan, immagino» disse il professore distrattamente accogliendo il nuovo studente che aveva un viso piuttosto familiare. Con la coda dell'occhio vidi Zav alzare gli occhi al cielo.

«Si Signore» esordì il ragazzo con una punta di sarcasmo.
Questa volta fu il turno del professore di alzare gli occhi al cielo. Probabilmente si domandava perché tutti i nuovi studenti fossero così maleducati.
Il ragazzo prese posto, sfortunatamente, dietro di noi. Per tutta la lezione sentii il suo sguardo perforarmi la schiena, ignaro di tutte le battutine e i cattivi commenti che gli stava rivolgendo Zav.

«Quel tipo mi da proprio sui nervi» sentenziò una volta finite le lezioni.
«Non ci hai neanche parlato» sbiascicai in risposta, nonostante fossi del suo stesso parere. Non mi piaceva giudicare le persone senza averle conosciute, ma quel ragazzo sembrava un vero e proprio arrogante 'so-tutto-io'. Bastava vedere come nel bel mezzo della lezione avesse interrotto la professoressa solo per fare una precisazione riguardo alla data di morte di John Kennedy.

«Ammettilo, sta sul cazzo anche a te»

«Chi sta sul cazzo a chi?» disse Turner sbucando da dietro di noi, facendomi quasi venire un infarto.

«Il tipo inquietante di ieri» rispose Zav con un'alzata di spalle. Il modo in cui Turner sorrise mi fece pensare che ne avessero parlato anche senza di me.
«Intendi quel tipo inquietante?»

Strinsi i libri al petto e roteai gli occhi al cielo. Si stava dirigendo proprio verso di noi.
Se gli sguardi potessero uccidere ero sicura che Zav l'avrebbe fatto fuori nel giro di pochi istanti.

«Non credo di essermi presentato. Sono Liam» porse la mano proprio a me, con un sorriso gentile e impostato.
Prima che potessi fare qualcosa Zav attirò l'attenzione su di lui con una risatina.

«Lo sappiamo. È rilevante?»

Liam sorrise sarcastico.
«Zavery, dico bene?»

Turner ed io ci girammo verso di lui solo per intimarlo a non spaccargli la faccia. Sapevamo bene che ne sarebbe stato capace.

«Will» sorrise Turner gentile e anche leggermente divertito.

«Molto piacere. E...Laila, giusto?»

«Il Signor Gold non ti sta aspettando? Vieni, ti accompagno»

Dopo che Zav mi aveva praticamente trascinata via Liam non aveva più insistito.
Tuttavia, il giorno dopo mi aveva trovata da sola nell'aula di matematica dopo che Zav era stato mandato il presidenza per aver tirato una penna al professore. A detta sua, quella cosa gli era scivolata dalla mano e aveva assunto vita propria.

«Oggi non ti segue nessuno?» scherzò affiancandomi mentre riponevo le ultime cose nello zaino che Graham mi aveva comprato.

«A proposito, dov'è finito Zavery?» mi domandò il ragazzo che di solito sedeva dietro di me.

«In presidenza»

«Per aver cavato l'occhio a Foreman?» ridacchiò.
Sorrisi lievemente anche io. Dovevo ammettere che era stato piuttosto divertente.

Decisi di non alzare lo sguardo nonostante sentissi gli insistenti occhi di Liam addosso.
Aveva sicuramente un atteggiamento un po' presuntuoso...e anche un po' infantile a dirla tutta.

«È un tipo simpatico, ma un po' particolare. Sembra che viva in un mondo tutto suo» commentò l'altro ragazzo del quale non ricordavo il nome, e mi astenni dal rispondergli. Zav non era un mio amico, ma non avrei mai e poi mai sparlato di lui. Andava contro i miei principi.

Mentre uscivo dall'aula i due ragazzi si accodarono a me, con mia spiacevole sorpresa, e continuarono a chiacchierare indisturbati.

«Quindi, da dove vieni?» chiese a Liam.

Cronache del buio - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora