I seguenti giorni furono un inferno. Avevo cercato di evitare Pan in tutti i modi possibili, ma per qualche ragione a me sconosciuta me lo ritrovavo sempre tra i piedi. Ogni volta che cercava di approcciarmi mi dileguavo il più velocemente possibile e non sembrava molto contento che avessi deciso di tornare a non parlargli più come all'inizio.
Inoltre, mi ero rifiutata di eseguire qualsiasi compito mi fosse stato dato e passavo la maggior parte delle mie giornate a fissare il soffitto della mia tenda distesa sul letto e a bere litri e litri di acqua così che potessi avere sufficienti lacrime per sfogarmi tutta la notte.
Le poche volte nelle quali mi recavo fuori per darmi una ripulita al mio ritorno trovavo dei "regali" da parte di Pan che sembrava non volersi arrendere. Una volta mi aveva addirittura fatto trovare un centinaio di rose sparse sul mio letto con un bigliettino che recitava "Mi dispiace", e che avevo accuratamente buttato fuori dalla mia tenda assieme a tutti quei fiori.Se credeva che un paio di petali avessero potuto cancellare quello che aveva fatto si sbagliava di grosso. Quei gesti oggettivamente "carini" non avevano alcun effetto su di me per il semplice fatto che ero convinta non fossero affatto sinceri. E poi, non credevo che Pan fosse in grado di fare qualcosa di gentile.
Continuai a rigirarmi tra le coperte bollenti e presi un altro sorso dal mio bicchiere.
Ero depressa e ne ero consapevole. Non facevo un sogno tranquillo da chissà quanto e mi stavo letteralmente lasciando morire di fame. Era come se le mie emozioni si fossero bloccate in una parte nascosta del mio cervello che si ostinava a ricordarmi quanto fossi inutile e patetica.Pan mi faceva visita continuamente ma ogni volta lo cacciavo via. Solo un giorno si decise ad essere più testardo di me e prese posto sul mio letto, attento a non sfiorarmi.
«Sai che quando ho detto che ti preferivo quando non parlavi scherzavo, vero?» mi chiese sdraiato accanto a me, fissando il soffitto.
In risposta sbuffai e iniziai a giocherellare con una ciocca di capelli, leggermente sollevata che avesse deciso di evitare il contatto fisico.
«Non lo farò mai più se è questo che vuoi, se ti convincerà a parlarmi di nuovo. Per favore» mi supplicò malinconico, ma la mia testa non riusciva ad elaborare le sue parole. Poteva anche non farlo più, ma ciò non cancellava il fatto che l'avesse già fatto in passato.
Sembrava un normalissimo ragazzo, così bello e sincero...ma non potevo crederci, non ci riuscivo. Era capace di cambiare in meno di un secondo e trasformarsi in un vero e proprio mostro, e ogni volta mi sembrava di guardare una persona diversa.«So che avevo promesso di non farti del male, ma l'ho fatto. E voglio rimediare»
Sospirammo nello stesso momento e io tesi l'orecchio, leggermente incuriosita da quello che stava per dirmi.
«Voglio darti la possibilità di passare un giorno a Londra con tuo padre. Ti porterò li e verrò a riprenderti»
Mi girai verso di lui con gli occhi colmi di speranza. Non stava mentendo vero? Speravo non fosse uno dei suoi soliti giochetti di cattivo gusto, ma mi sembrava troppo bello per essere vero.
E anche se si trattava solo di un giorno, chissene frega. Avrei venduto la mia anima per poter abbracciare mio padre di nuovo, sentire la sua voce e vedere il suo sorriso quando trovava la colazione sul tavolo.Ma non sembrava una cosa che Pan avrebbe detto, e infatti...
«Ad una condizione»Mi rabbuiai all'istante. Sapevo che ci sarebbe stata una fregatura. Ma in quel momento ero troppo emozionata per poter pensare che avrei rifiutato. Ero pronta a fare qualsiasi cosa, non mi importava se mi avrebbe chiesto di tagliarmi un dito o mangiare foglie per il resto dei miei giorni. Poggiai una mano sotto al mento, in ascolto.
«Devi darmi un bacio»
Ok, quello non me lo sarei mai aspettato.
Un bacio? E perché mai?
Forse aveva perso il senno, magari aveva mangiato del cibo avariato che lo aveva portato alle allucinazioni. Si, era sicuramente per quello.
Sgranai gli occhi e mi irrigidii. Ero sicura che le mie guance fossero più rosse di un pomodoro.
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Cronache del buio - Peter Pan
FanfictionAlzai lentamente lo sguardo sulla figura che si prestava davanti a me, a qualche metro di distanza. Un ragazzo, con la schiena poggiata su un albero, mi osservava con curiosità. Solo dalla sua postura potevo notare una certa sicurezza, quasi arrogan...