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«Sei solo frutto della mia immaginazione, vero?» domandai al ragazzo sdraiato accanto a me.
Le foglie secche mi solleticavano il viso, ma decisi comunque di bearmi del vento fresco che ci accarezzava con tanta dolcezza.

«È per questo che non hai ancora dato di matto? Perché credi che sia un'illusione?» ridacchiò.

«Non dovrei chiederti niente, ma...c'è una cosa che mi domando da un po'. A dire il vero, più di una cosa»

In realtà non sapevo bene come sentirmi. Iniziavo a capire quanto i miei comportamenti fossero talvolta forzati e mi sembrava di non riuscire più a provare delle emozioni che fossero autentiche. Mi sembrava tutta una finzione.

«In tutta sincerità, dipende da cosa vuoi chiedermi. Non dovremmo neanche stare qui a parlare» commentò Zav guardandosi intorno distrattamente.

«Già, lo avevo intuito» mormorai «Ad ogni modo, voglio solo levarmi questa curiosità»

Lui annuì.
«Premetto che non ce l'ho con te o altro. Credo di averti perdonato nel momento in cui ho visto la tua testa rotolare» sdrammatizzai facendolo sorridere leggermente.

«Eppure, almeno su questo, vorrei avere le idee chiare. So che tutta questa situazione sembra un po' contraddittoria...ma perché ho la sensazione che l'abbiate fatto per me?»

Mi rivolse uno sguardo ovvio prima di scuotere la testa.
«Perché è così»

«Non potresti essere un po' più specifico?» gli chiesi impaziente.

«No, non posso. Ci sono cose che non posso dirti e questa è una di quelle» rispose tirandomi una schicchera sulla fronte dopo la quale borbottai un "Ahia" sommesso che lui ignorò.

«Beh, ci sarà qualcosa che puoi dirmi no?» domandai mentre mi massaggiavo il punto che aveva colpito.

«L'unica cosa che hai bisogno di sapere è che ne io, ne Killian, ne tantomeno Turner avevamo intenzione di farti del male»

«Beh, non sembrava così quando Turner ha cercato di mozzarmi la testa...»

«Clarke!»

Alzai le spalle innocentemente.
«Non puoi negare che fosse una situazione piuttosto fraintendibile»

Lui sospirò, ma si vedeva che quella conversazione non lo stava turbando. Anzi, sembrava quasi che invece di discutere su una situazione di vita o di morte stessimo parlando del tempo.

«Turner non voleva farti fuori...o almeno, non nel modo in cui lo intendi tu»

Aggrottai le sopracciglia.
«Ovvero?»

«Eh no, questo non posso dirtelo» disse alzando le mani in segno di resa.

«O mio Dio! Perché inizi un discorso se poi sai che non puoi continuarlo?» mi lamentai schiaffeggiandogli un braccio.

«Guarda che non è facile neanche per me sai? Ci sono tante cose che vorrei dirti ma devo tenere la bocca chiusa, è frustrante» commentò storcendo il naso.

Mi chinai in avanti e poggiai i gomiti sulle ginocchia.
«Ed è Pan che ti impedisce di dirmele?»

Il suo sguardo si rabbuiò leggermente.
«Sai già la risposta»

Annuii pensierosa, un po' indecisa sul cosa provare. Non potevo avercela con Pan per questo...o forse sì?
Insomma, ero stata io prima di tutti a convincermi di non voler sapere nulla, ma il fatto che lui ora me lo stesse impedendo mi mandava in bestia. Volevo che fosse una mia scelta.

«Lo so ma...sai, non so proprio cosa dirti. Non voglio essere drammatica, ma vedere quello che ti ha fatto mi ha...» strinsi i pugni, cercando con tutte le mie forze di non visualizzare quelle immagini che mi avevano tanto cambiata.
L'avevo visto morire davanti ai miei occhi e dal quel momento non ero più stata la stessa, eppure adesso ci parlavo tranquillamente come se fossimo amici di vecchia data.
Sapevo di essere impazzita, ma quello era veramente troppo.

Cronache del buio - Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora