«Acqua» era quello che cercava di dire Killian, camuffato dalle lamentele gutturali che gli tagliavano la gola.
Avevo passato la notte sveglia, guardando l'orizzonte per ore. Avevo visto le fiamme che domavano la foresta spegnersi lentamente, accompagnate dal silenzio tombale e dal leggero movimento del mare che di tanto in tanto faceva sobbalzare la nave. Ogni secondo, mentre la notte calava, sentivo il buio caricarsi di un'energia malvagia e angosciosa. Il mio intuito non mi aveva permesso di chiudere occhio, e aspettavo solamente di scorgere l'ombra nebbiosa di Peter Pan.
Stava venendo a prendermi.
Sentivo quel sentimento d'allarme scorrermi nelle vene, bloccando la circolazione. Non era un caso che le mie mani fossero più pallide del solito.«Che ci fa lui qui?» mi voltai verso la figura dell'uomo che, con gli occhi sgranati, puntava l'indice verso lo sperduto che aveva ancora il braccio alzato, con un bicchiere d'acqua nella mano.
Zav si agitò sul posto.
«Lo voglio fuori dalla mia nave» sbiascicò ancora.Presi il bicchiere dalle mani del ragazzo e lo porsi al pirata.
«È qui per aiutarci»«Voglio anche te fuori dalla mia nave. Questo posto non vi spetta!» ringhiò, afferrando l'acqua.
«Non dovete esserci voi qui, ma la mia ciurma. I miei marinai, i miei fratelli, che voi avete massacrato senza pietà»«È stato Pan ad ucciderli, non noi» disse Zav con tono piatto. Il suo sguardo era perso nel vuoto, come se l'immagine di tutti quegli uomini uccisi, di tutto quel sangue e quelle grida gli procurasse fastidio. Malessere, forse.
E se noi ci sentivamo così, non osavo immaginare cosa stesse provando Killian.«Molto nobile da parte tua scostarti dalle tue colpe. Come se non ti avessi visto fronteggiare i miei uomini e poi scappare con la coda tra le gambe come il codardo che sei»
Questa risposta sembrò zittirlo per bene.Tuttavia, Killian non sembrava aver esaurito gli insulti.
«Ecco qual è la differenza tra un ragazzino e un uomo. Voi siete abituati a schivare gli ostacoli come topi, non vi prendete le vostre responsabilità e incolpate gli altri del vostro operato. Un attacco a sorpresa...quale miseria!»«Perché però...» mormorai soprappensiero.
«Perché Pan ce l'aveva tanto con voi?»Un silenzio improvviso calò sulla stanza. Era una cosa che tutti ci stavamo chiedendo e, a giudicare dal suo sguardo penetrante e dal respiro irregolare, Killian doveva avere la risposta.
Cercò di alzarsi, nonostante le varie proteste di Turner che provava a tenerlo fermo.
Raggiunse a fatica la prua e si affacciò verso il mare.«Quanto tempo ho dormito?» domandò in tono piatto.
Turner sospirò.
«Qualche ora»Lo sguardò di Killian vagò pensieroso verso gli alti alberi che domavano l'isola ormai distrutta dalle fiamme.
«Non credevo che una cosa del genere fosse possibile» sussurrò contemplando il disastro che era rimasto.
Gli sguardi di tutti erano bassi e malinconici. Killian si tolse il cappello che sempre aveva tenuto con fierezza, nonostante la battaglia e il sangue versato.
«L'isola è caduta insieme ai miei marinai. Non avrei potuto chiedere una vendetta migliore»«Pan ci troverà» nessuno batté ciglio alle parole di Zav.
Lo sapevamo tutti, era da ingenui non aspettarsi ripercussioni.
Lo guardai. Il suo volto era stanco e provato dalla notte insonne, e i suoi pensieri turbati dalla paura dell'agonia.«Per un momento mi sono arrogantemente creduto più sveglio di lui. E guarda a cosa ha portato la mia ingenuità...» pianse il Capitano. Pose lentamente la mano all'interno della tasca del suo pantalone per poi tirarne fuori un piccolo sasso colorato di un verde sporco.
Zav, alla mia destra, sembrò avere un mancamento. Portò le mani alla testa e strinse gli occhi, come se si stesse trattenendo dal piangere.
«Grazie...grazie» ripeteva.«Cos'è quello?» domandò Turner confuso quanto me.
Sul volto di Killian sorse un sorriso malinconico, colmo di lacrime impregnate di dolore.
«Una via di fuga»Sentii il cuore battere più forte. Mi alzai lentamente, incredula, con lo sguardo fisso su di lui.
«Che vuoi dire?» mormorai.Lui fece qualche passo verso di me, a fatica.
«Hai una delle menti più brillanti che io abbia mai visto, ragazzina, sono sicuro che riuscirai a cavartela in qualsiasi posto»Mi sforzai per non permettere alle lacrime di bloccarmi il respiro.
«Perché vuoi restare qui, Killian?» gli chiesi, lasciando che la mia voce tremasse leggermente.«Non posso abbandonare la mia ciurma. Sono la mia famiglia, e io non sono un codardo» Zav, che ancora non si era ripreso dallo shock, tese l'orecchio.
«E per quanto tu non mi piaccia, non riesco a negarti le mie scuse. Se è successo tutto questo è solo colpa di Pan e mia» si rivolse a lui, che lo ringraziò con un cenno del capo.«Tuttavia, a Londra non sarete al sicuro. È il primo posto dove verrà a cercarvi, perché siate sicuri che vi cercherà. Su questo confido in te. Non lasciare che vi trovi. Conosco un posto dove potreste andare. È una terra lontana, ma vi assicuro che è più simile al vostro mondo di quanto possiate immaginare»
Lo osservai con un vuoto inspiegabile nel petto mentre il piccolo oggetto scivolava dalla sua mano, creando un buco nel terreno che per poco non mi trascinò via. Zav afferrò la mia mano e mi rivolse un cenno di incoraggiamento.
Turner si inchinò al suo Capitano subito prima di afferrare la mano dello sperduto.«La tua ciurma sarebbe fiera di te» mormorai sotto il suono del forte vento gelido.
Un ultimo sguardo colmo di rispetto, e mi sentii travolgere dal vortice buio e chiassoso.
Quella strana sensazione di vertigini durò giusto un secondo, dopo il quale mi ritrovai sdraiata su una strada cementata a causa della perdita di equilibrio.Tossii un paio di volte sputacchiando i piccoli sassi che mi erano entrati in bocca. I due ragazzi erano accanto a me, stesi a loro volta.
Ci rialzammo pulendoci i vestiti.«Ma dove siamo?» sussurrò il pirata.
Io rimasi immobile, con la testa chinata, davanti a un cartello bianco e polveroso.
"Welcome to Storybrooke"
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Cronache del buio - Peter Pan
FanfictionAlzai lentamente lo sguardo sulla figura che si prestava davanti a me, a qualche metro di distanza. Un ragazzo, con la schiena poggiata su un albero, mi osservava con curiosità. Solo dalla sua postura potevo notare una certa sicurezza, quasi arrogan...