Ormai erano passate le prime due settimane d’Agosto, tra qualche giorno Paola sarebbe partita per tre settimane con i suoi genitori, questo significava non vedersi per tanto tempo e anche se avevo giurato di andare a trovarla non sarebbe stata la stessa cosa. Non avrei potuto vederla ogni volta che ne avevo voglia, non potevo divertirmi a farla arrossire, non potevo giocherellare con i suoi capelli, anche se sarei andato a trovarla di sicuro ci sarebbero stati alcuni dei suoi amici e quindi avere un approccio più intimo con lei sarebbe stato quasi impossibile, quindi mi toccava approfittare finché potevo, infatti cercavo di passare con lei più tempo possibile. Ora ci trovavamo in uno chalet a Mergellina a sorseggiare una granita, lei l’aveva presa all’amarena mentre io a menta, indossava un vestitino bianco e aveva lisciato i capelli, personalmente la preferivo al naturale ma restava comunque stupenda.
<Quindi tra un po’ parti! > affermai deluso.
<Si! > disse imitando il mio stesso tono.
<Magari qualche volta potrei venire a trovarti > proposi.
<Certo sempre che non trovi di meglio da fare > disse abbassando lo sguardo.
<Che vuoi dire? > chiesi.
<Voglio dire che tu resterai qui da solo e ci saranno tante ragazze che vedendoti senza una ragazza vicino ti si butteranno addosso > spiegò… era così tenera quando diventava gelosa, abbassava lo sguardo e parlava velocemente, era quasi divertente.
<Ho mia sorella che mi terrà lontano dalle ragazze > dissi sorridendo, sapevo che Camilla non avrebbe mai permesso a nessuna di avvicinarsi e in caso di sua mancanza c’era Monica che da quando era tornata single aveva istaurato un tale rapporto di complicità con Paola da sembrare quasi preoccupante.
<E poi quello che dovrebbe preoccuparsi sono io > continuai.
<Perché? >
<Perché di solito sono i ragazzi che si avvicinano alle ragazze… > risposi.
<Si ma nel tuo caso fanno un’eccezione > mi interruppe. Non potei far a meno di sorridere guardando la sua aria imbronciata.
<Sta tranquilla giuro che fin quando sarai via farò il bravo ragazzo > dissi accarezzandole il viso.
<E quando sarò tornata? > mi chiese con tono provocante.
<Se farò il cattivo ragazzo lo farò con te!> dissi guardandola negli occhi. Non ricevendo alcun tipo di risposta mi avvicinai a lei per baciarle delicatamente le labbra per poi scendere lentamente sul suo collo, il suo profumo era inebriante.
<Così sei scorretto > bisbigliò.
<Perché cosa sto facendo? > chiesi continuando a stuzzicarla, alla fine decisi di lasciarla in pace.
Passammo il resto del pomeriggio passeggiando per il lungomare e chiacchierando delle vacanze estive e del paesino in cui sarebbe andata. Mi raccontò che ci andava da quando era ancora una neonata, quindi era una seconda patria per lei, di conseguenza conosceva quasi tutti lì, sia gli abitanti e sia quelli che come lei ci andavano solo in vacanza. Dopo averla riaccompagnata a casa decisi di fare un giro per conto mio, tanto a quell’ora in casa mia non c’era nessuno, mia madre e mio padre erano ancora a lavoro mentre Camy invece doveva andare a mangiare fuori con delle amiche, magari potevo chiamare Mark per passare la serata fuori, accostai la macchina e stavo per selezionare il numero di Mark quando improvvisamente vidi una cosa che i miei occhi non avrebbero mai creduto possibile, sentii la rabbia crescermi in petto facendo diventare il mio respiro irregolare, strinsi i pugni per evitare di scattare con un attacco d’ ira, prenderlo a pugni non sarebbe servito a nulla. Staccai gli occhi per un secondo, non riuscivo a crederci il mio migliore amico stava con mia sorella ed io ero stato così cieco e fiducioso che non avevo colto tutti i segnali che ora rimbombavano con chiarezza nella mia mente: A partire dalla festa di Sammy avevo avuto dei segnali che avevo completamente ignorato…Perché non c’è ne andiamo qui ci sono solo un mucchio di ragazzine da quando Mark si annoiava in mezzo a ragazze? Forse si annoiava perché non c’era la sua di ragazzina… la gelosia se metteva una gonna corta, pensavo fosse normale essendo cresciuto in casa mia, credevo che vedesse anche Camilla come una sorella… ma la cosa che avrebbe dovuto illuminarmi fu quando venne a casa mia dicendo cose che per me all’epoca sembravano senza senso Lo so… sono uno stronzo, un deficiente e faccio schifo come amico, ma cerca di capire non avevo il coraggio di dirti una cosa del genere e poi mi ha fatto giurare di non dirtelo. Ora tutto aveva senso, chi sa da quanto tempo mi stava prendendo in giro… ma a essere sincero non mi interessava saperlo. Perché l’aveva fatto di nascosto perché non mi aveva detto nulla? Comunque ora che avevo visto quella scena non potevo far finta di nulla… mi avvicinai lentamente e quando fui più vicino iniziai ad applaudire a quel bel spettacolo. Sobbalzarono entrambi, Camilla rimase immobile senza riuscire a emettere un suono.
<Dan non è come pensi! > disse Mark mettendosi sulla difensiva.
<Quindi se non è come penso tu hai incontrato mia sorella per caso e accidentalmente sei inciampato proprio sulle sue labbra > risposi ironicamente.
<Se mi dessi l’opportunità di spiegarti forse… >
<Hai avuto la tua opportunità per spiegare le cose ma non lo hai fatto > lo interruppi. Mi avvicinai a lui lentamente e mi fermai a pochi centimetri da lui, sferrargli qualche pugno non sarebbe servito a niente dovevo colpire più in profondità per fargli assaggiare la minima parte di quello che provavo io.
<Su una cosa hai ragione però > dissi guardandolo dritto negli occhi.
<Cioè? > mi domandò preoccupato.
<Fai veramente schifo, sai ti consideravo davvero un fratello ma mi sbagliavo, i fratelli non colpiscono così alle spalle, e tu eri l’amico fidato, il vero amico quello che tanto tempo fa era stato l’unico a comportarsi come tale… sai mi sta venendo qualche dubbio anche su quello, ma adesso questo non centra nulla. Sta di fatto che devi sparire, non voglio più vederti > detto questo me ne andai, senza sentire repliche … avevo ragione su tutta la linea, la cosa che mi faceva imbestialire non era il fatto che stesse con mia sorella ma che non me lo avesse detto… se proprio dovevo avere un cognato meglio che questo fosse un amico anziché un idiota qualsiasi. La sensazione che provavo era indescrivibile, nessuna parola avrebbe potuto spiegare a pieno la mia delusione. Vagavo senza meta, senza pensieri, avevo bisogno di distrarmi e stare con qualcuno di cui mi fidavo… presi il telefono e selezionai il numero di Paola, sapevo benissimo di averla lasciata dieci minuti prima ma in questo momento avevo bisogno di lei.
<Dan? > rispose dopo un paio di squilli.
<Ciao Paola so di averti lasciata poco fa ma… non è che puoi scendere? > le chiesi.
<Certo ma è successo qualche cosa? > mi domandò preoccupata.
<Diciamo di si! Ma se sei occupata non fa nulla >
<Non ti preoccupare scendo subito, dove sei? >
<Quasi sotto al tuo palazzo cinque minuti e sono li >
<Ok allora scendo > disse, riagganciai e parcheggiai la macchina, avevo bisogno di camminare… quando arrivai al suo palazzo lei era già li ad aspettarmi.
<Sei venuto a piedi? > domandò.
<No, avevo solo voglia di camminare un po’… ho parcheggiato la macchina in fondo alla strada > spiegai.
<Ok > rispose senza fare domande.
Restammo in silenzio per un bel po’, ero andato lì per parlare con lei ma le parole non ne volevano sapere di uscire dalle mie labbra, forse perché dicendo la cosa ad alta voce e ammetterla a qualcuno la rendeva più reale di quanto già non fosse.
<Allora vuoi parlare o continuiamo a camminare in silenzio? > domandò con quel suo volto innocente… tonto innocente quanto rassicurante.
<Tu la sapevi che Mark e Camilla stavano insieme? > le chiesi, era una domanda idiota sapevo che lei era a conoscenza della cosa, infondo era sempre una sua amica ma in quel momento avevo bisogno di certezze.
<Diciamo che non è che lo sapevo ma… insomma credo si capisse qualche cosa… ma personalmente io… >
<Paola per favore… sii sincera credendo di essere stato preso per il culo abbastanza > la interruppi.
<Me l’aveva detto tua sorella ma mi aveva… >
<Fatto giurare di non dire nulla > troncai.
<Già > ammise.
<E per questo che avevate litigato? > domandai tanto per avere conferma.
<Diciamo di si, nonostante fossimo amiche Camy non mi aveva detto quello che provava per Mark quindi non ci vedevo nulla di male ad uscirci poi quando l’ho detto a Camy lei ha dato di matto e la situazione e degenerata > spiegò.
<Chi altro lo sapeva? > domandai.
<Non lo so… e poi scusa che importanza ha? >
<Nessuna era solo una semplice curiosità >
<Ci sei rimasto tanto male? > mi chiese preoccupata dopo qualche minuto di silenzio.
<Ci sono rimasto male sul fatto che non me l’abbia detto… abbiamo sempre condiviso tutto, ci siamo sempre detti tutto … e ora non so più cosa pensare > affermai.
<Capisco, però adesso prima di fare o dire qualche cosa di cui ti pentiresti, potresti cercare di ascoltare le sue ragioni >cercò di convincermi Paola.
<L’opportunità per parlare l’hanno avuta, ora le loro spiegazioni non mi interessano > ripetei.
<E’ logico parlare così, ora sei arrabbiato… > sorrisi sperando che avesse ragione, sperando che un giorno sarei riuscito ad ascoltare le sue spiegazioni, a comprendere le sue ragioni, che magari sarei riuscito di nuovo a guardare il suo viso senza provare più rabbia o delusione… Solo di una cosa ero sicuro, qualunque cosa sarebbe successo… nulla avrebbe potuto far tornare le cose come prima.
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Non ho mai amato così
RomanceUn nuovo amore, una nuova emozione, una relazione tutta da scoprire dove il cuore inizia ad avere un nuovo battito. Lui è Daniele un ragazzo proveniente da una famiglia benestante, che ha appena conseguito la maturità e sta iniziando a decidere cosa...