Occhi Negli Occhi

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Il giorno della festa era arrivato, stavo finendo di prepararmi quando Mark entrò nella mia stanza…
<Hey… Ma tu guarda un po’ che figurino che sei… >commentò, era di un umore ottimo da un po’ di giorni a questa parte.
<Ciao Mark… > lo salutai.
<Come va? > mi chiese.
<Bene perché? > chiesi stupito.
<Ti vedo un po’ nervoso! >
<No, per niente… > mentii. In verità un po’ nervoso lo ero, non sapevo cosa aspettarmi da questa serata, l’unica cosa che mi distraeva e faceva sorridere  era la telefonata di qualche giorno prima…
“< Pronto Paola… Sono Daniele>
< Ah… Ciao > disse con tono sorpreso di certo ero l’ultima persona dalla quale si aspettava una telefonata.
< Come stai? > chiesi per rompere il ghiaccio.
< Bene, grazie… Ma perché mi hai chiamato? > domandò, era decisa e determinata, caratteristiche che mi piacevano molto.
< Be… volevo chiederti una cosa… > iniziai.
< Dimmi… > disse dolcemente.
Era meglio essere decisi, in fondo sapevo esattamente cosa volevo… e non me lo sarei lasciato scappare di nuovo.
< Mi chiedevo se ti andrebbe di uscire con me! >
< Cosa? > chiese stupita
< Lo devo ripetere? >
< No… No > disse, ero sicuro che in quel momento le sue gote si erano colorate di un bel rosso intenso.
< Allora? > chiesi dopo un breve silenzio.
< Dammi un buon motivo per accettare un uscita con te! >chiese, ecco di nuovo la sua determinazione. Ma io avevo già pronta una risposta.
< Be perché mi devi un favore, visto che uno ti ho riaccompagnato a casa! >proferì ero abbastanza sicuro di me.
< E chi te l’ha chiesto? > chiese con tono deciso.
L’impresa si rivelò  più ardua del previsto.
< Senti… non ci giriamo attorno, è semplice… si o no? > chiesi, nonostante tutto sentivo che  era a disagio… era evidente e devo ammettere che mi divertivo molto.
< Certo che sei strano! Cioè io metto le mani addosso a tua sorella e tu mi inviti ad uscire? E poi… >
< Si o No? > la interruppi.
< E comunque io… >
< Si o No? > ripetei, quel gioco stava iniziando a divertirmi.
< Ma sai dire solo si o no>disse esasperata.
< E tu non mi rispondi che devo dire? >dissi ridendo.
< Be facciamo una cosa… supponiamo che sia un si… Mica mi porterai in quei locali tutti agghindati dove la gente indossa abiti da 3000 € eccetera? >
< No sta tranquilla caso mai pizza e cinema! >la rassicurai, sapevo che non era un tipo vistoso.
< Cinema e pizza sarebbe meglio >
< ok > dissi ridendo < Ma spiegami una cosa, qual è la differenza tra “cinema e pizza” e “pizza e cinema”? > chiesi incuriosito.
< Spiegazione molto semplice, se andiamo prima a mangiare la pizza l’imbarazzo sarà tale che non riusciremmo a parlare. Invece se andiamo dopo il cinema in mancanza di argomenti possiamo commentare il film!>
< ok, afferrato! Allora ti richiamo e ci organizziamo > conclusi.
< ok > rispose per poi mettere giù.”
<Perché sorridi? > disse Mark all’improvviso. Mi ero completamente dimenticato di lui.
<Niente, pensavo > dissi mentre mi aggiustavo la giacca.
<Ma io non capisco perché a una festa dobbiamo andare in giacca, ci manca solo che chiedeva la cravatta! > disse Mark irritato.
<Sammy è fatta così… tutto deve essere perfetto quando riguarda lei e poi la cravatta si dovrebbe mettere… Ma visto che ci conosce, sa che non la metteremo mai quindi credo che abbia rinunciato… >spiegai.
<Vabbè però quando stavate insieme è riuscita a fartela mettere > affermò.
<Sai quando stavamo insieme le cose erano diverse… ci guadagnavo qualche cosa a metterla, quella cravatta aveva sempre un doppio uso > risposi sorridendo.
<Sarà.. comunque sbrigati che Max e Monica ci stanno aspettando già da un quarto d’ora nella piazzetta > disse Mark uscendo dalla mia stanza. Max e Monica era la coppia storica delle superiori, si erano incontrati e piaciuti dal primo giorno di scuola ma si misero insieme solo alla fine del primo anno e da all’ora non si erano mai lasciati… oramai erano quasi cinque anni che stavano insieme e si guardano ancora come il primo giorno, certo anche loro avevano alti e bassi, ma alla fine non si erano mai lasciati d’avvero.
<Sono pronto andiamo… > dissi prendendo le chiavi della macchina per poi uscire di casa.

Arrivammo al punto di ritrovo che avevamo stabilito con Monica e Max.
<Ma dove eravate finiti sono venticinque minuti che vi aspettiamo > disse Monica correndo velocemente verso di noi non appena fummo usciti dalla macchina,  per l’occasione Monica aveva raccolto tutti i suoi capelli castani, non si era truccata molto, anche perché non ne aveva bisogno era stata una delle ragazze più belle della scuola, probabilmente era per quei suoi occhi verde smeraldo e le sue labbra carnose che attirava molto i ragazzi, forse era per questo che Max era cosi geloso di lei… a proposito ma dove era Max?
<Scusaci… ma il signorino qui presente si stava facendo bello! > disse Mark con ironia.
<Per quella? > commentò Monica facendo una strana smorfia col viso.
<Moni per favore contieniti, in fondo ti ha sempre invitato alla sua festa > dissi non volevo che la serata diventasse… “critichiamo Sammy”, per una volta volevo passare la serata in tranquillità.
<E' stata sua madre ad invitermi e mi sembrava scortese non accettare> precisò, forse era meglio cambiare totalmente discorso.
<Ma dov’è Max? > chiesi, non vedendolo nei dintorni.
<Non lo so penso da queste parti… > disse guardandosi attorno.
<Litigato? > chiese Mark.
<Insomma, non gli piace il mio vestito… dice che è troppo corto>spiegò. Non mi sembrava che quel vestito fosse troppo corto era di un paio di centimetri più su del ginocchio, di un perfetto colore verde smeraldo con arnamenti di piccoli diamantini che si intrecciavano sul collo.
<Nah. Sei bellissima così… Quell’idiota non capisce niente > disse Mark, appoggiando un braccio sulle spalle di Monica.
<Idiota ci sarai tu… > ribatté Max facendoci sobbalzare tutti, ma da dove era uscito? Con un rapido gesto tolse il braccio di Mark dalla spalla della fidanzata, mettendo al posto precedentemente occupato da Mark, il proprio braccio… Segno che si era calmato. Vederli vicino faceva un certo effetto Monica era molto più minuta rispetto a Max, anche se quest’ultimo era più basso di me, i tanti anni di canottaggio gli avevano giovato, i suoi capelli erano di un colore castano chiaro che in estate tendevano al biondo, questa caratteristica secondo Monica metteva ancora più in risalto i suoi occhi scuri.
<Vabbè andiamo? > disse Monica trattenendo una risata. Di comune accordo entrammo nelle rispettive macchine e ci avviammo alla festa.

Tutto il viale che conduceva alla villa di Sammy era addobbato con piccole candele, c’erano anche nastri bianchi e rosa che pendevano delicatamente dagli alberi creando un’ atmosfera a dir poco eccessiva persino per lei. Arrivati alla porta ci venne ad aprire il suo maggiordomo… 
<Buonasera signori… prego da questa parte > disse, facendoci strada nel grande salone, tutto l’arredamento era in stile classico, c’era uno  schermo piatto alla parete, divani in pelle che costavano un occhio della testa e quadri di grande valore. Improvvisamente la vidi, immersa tra la folla, con il suo dolce sorriso salutava ogni invitato, per l’occasione indossava un vestitino nero a corpetto, che metteva in risalto tutte le sue forme, quelle forme che conoscevo fin troppo bene.
<Dobbiamo andare a salutarla? > chiese Monica imbronciata.
<No… perché dovremmo infondo che cos’è oggi… solo il suo compleanno > disse ironicamente Mark. Nonostante le proteste di Monica ci avvicinammo a Sammy.
<Ciao > disse appena ci vide, la sua voce aveva qualche cosa di diverso, e ora che potevo osservarla da vicino notavo qualche cosa di diverso anche nei suoi occhi.
<Ciao.. >  rispondemmo tutti e quattro in coro. Non facemmo in tempo a dargli i nostri regali  che venne chiamata dalla sorella dall’altra parte della stanza.
<Scusate un secondo > disse dolcemente per poi allontanarsi.
<Certo sarà pure acida… ma quanto è bona! > disse Mark a voce bassa.
<In effetti… > confermò Max, di tutta risposta gli arrivò una bella gomitata da parte di Monica.
<Ahi! Che ho detto? > disse Max massaggiandosi il braccio dolorante, a quella scenetta sia io e che Mark tentavamo di mascherare una risata.
<Tutto bene? > disse Sammy perplessa, si era riavvicinata a noi appena in tempo per vedere la gomitata che aveva preso Max.
<Tutto ok, sta tranquilla > disse Max ridendo.
<Dove possiamo poggiare i regali? > chiese Monica con un velo d'ironia.
<Puoi andare ad appoggiarlo nell’altra stanza assieme agli altri > disse Sammy con non curanza, si era accorta dell’amarezza nella voce di Monica. E pensare che prima erano grandi amiche e poi…
Ci avviammo verso la stanza quando Sammy mi fermò afferandomi delicatamente per un braccio.
<Daniele aspetta… >
<Il tuo vorrei aprirlo adesso se non ti dispiace! > disse dopo qualche secondo.
<Ok > dissi, ponendogli il regalo. Monica scosse la testa e andò con Max e Mark a posare i loro regali. Lo scarto con un velato sorriso sulle labbra.
< E' un profumo o vedo male? > chiese stupita.
<Si… perché non ti piace > chiesi fingendo noncuranza. Eppure ero sicuro che quello era il profumo che usava di solito, un profumo che era difficile non riconoscere.
<No… mi piace e solo che … Be sono stupita > disse alzando leggermente le sopracciglia.
<Perché? > ribattei avvicinandomi un po’ di più a lei.
<Perché non pensavo lo rammentassi> disse sorridendo. Il suo sorriso era contagioso e non potei far a meno che contraccambiare.
Tirò fuori il profumo dalla scatola e se ne spruzzò un po’. Allungò il collo per farmi sentire il profumo, mi abbassai leggermente per arrivare alla sua altezza.
<Com’è? > chiese a bassa voce, i nostri occhi si incontrarono e le nostre labbra si ritrovarono a mezzo centimetro di distanza, riuscivo a sentire il suo respiro su di me. Per la prima volta dopo tanti mesi rividi la Sammy che conoscevo,dolce e spensierata, prima che diventasse quella che era oggi.
<Buono > dissi senza allontanarmi da lei.
In  quel momento qualcuno mise la musica… era un lento. Mi girai e vidi Monica e Max che erano, già, uno incollato all’altro mentre Mark che stava con una nuova ragazza, come al solito d’altronde.
<Balliamo? > mi chiese.
<Certo > dissi fingendo indifferenza.
Attaccò le sue braccia al mio collo e la sua testa sul mio petto mentre io non potei far a meno di stringerla in vita.
<Che buon profumo che hai… > disse con la testa appoggiata sul mio petto.
<Non ho messo nessun profumo stasera >risposi evitando di guardarla, nonostante non provassi più nulla per lei non era così prudente averla così vicina.
<Volevo dire… Che adoro l’odore della tua pelle > disse alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi, questa volta non potei far nulla per non osservarli, notando di nuovo quel velo diverso che spegneva la luce dei suoi profondi occhi azzurri.
<Sicura di adorare solo quello? > le chiesi leggermente sfacciato.
<Non cambierai mai sei sempre il solito montato, non ti si può dire nulla che ti esalti! > obbiettò irritata.
<Non sono io che mi esalto sono le ragazze che mi portano a farlo> dissi sorridendole.
<Ma lo sai che non ti sopporto? > disse estenuata.
<Non mi sopporti ma sei ancora attaccata a me! > le dissi facendole notare che durante la nostra conversazione invece di allontanarsi, si era avvicinata facendo aderire perfettamente il suo corpo al mio. Ci fu qualche secondo di silenzio, durante il quale iniziò a mordersi il labbro inferiore, segno che si sentiva a disagio.
<Perché non lo ammetti? > le chiesi
<Che cosa dovrei ammettere? > disse come se si rifosse ripresa da uno stato di incoscienza.
<Che mi vuoi… te lo si legge in faccia che mi desideri! > le bisbigliai all’orecchio. Sentii il suo respiro bloccarsi di colpo.
<Ehm… Scusate! > la voce di un ragazzo ci fece quasi sobbalzare. Lei appena  lo vide si staccò immediatamente da me. Il ragazzo sembrava avere qualche anno più di noi i capelli erano castani e rigorosamente ordinati, i suoi occhi erano anchessi castani, mi sembravano leggermente a ma palla tutto sommato sembrava un bel ragazzo.
<Ciao… amore! > disse Sammy dandogli un bacio a timbro.
Lo aveva chiamato amore? Quindi era fidanzata? Cioè lui era il cretino di turno!
<Dan lui è Stefano il mio ragazzo, Stefano lui è il mio vecchio amico Daniele > Sammy ci presentò senza mostrare alcun disagio, anche se l’appellativo “amico” non mi si addiceva molto, di solito un amico non dicevi di amarlo e soprattutto con un amico non ci facevi del sesso.
<Piacere > dissi con un tono confuso mentre gli stringevo la mano.
<Andiamo? Devo mostrarti il mio regalo! > disse il ragazzo, più che una domanda sembra tanto un ordine.
<Ok… ci vediamo dopo Dan > disse, sembrava leggermente sollevata, io rimassi di sasso vedendoli allontanare abbracciati. Mi spostai in fondo alla stanza, presi da bere e mi appoggiai al muro, osservando il gran numero di coppie presenti quella sera, che fin ad allora non avevo notato. Decisi di uscire a prendere una boccata d’aria, tutte quelle coppiette iniziavano a darmi la nausea. Era una serata stupenda, le stelle brillavano nel cielo e il panorama che si vedeva dalla terrazza della villetta di Sammy era spettacolare.
<Che ci fai qui tutto solo? > disse Monica uscendo anche lei in terrazza.
<Niente osservavo il panorama > risposi.
<Stai bene? >  mi chiese preoccupata.
<Si perché? > chiesi, Monica era sempre così tenera, capiva immediatamente se qualcosa non andava.
<Non lo so ho visto te, Sammy e quella specie di pesce dagli occhi a palla, e mi chiedevo se… >
<Tranquilla Moni sto bene > la rassicurai, in effetti stavo bene. L’unica cosa che provavo era un senso di vuoto che non provocava dolore. Quindi di conseguenza se non c’era dolore voleva dire che stavo bene.
<Se lo dici tu… > disse abbassando lo sguardo. Annuii.
<Posso chiederti una cosa? > mi chiese dopo un breve silenzio.
<Dimmi! > risposi.
<Si può sapere cosa hai detto a Sammy? > mi chiese curiosa.
<Hey voi due vi ho trovato finalmente! > disse Mark interrompendo la nostra conversazione, meno male che la mia intenzione era quella di rimanere un po’ da solo.
<Irrompi sempre nei momenti meno opportuni! > disse Monica con una smorfia.
<Perché? Ho interrotto qualche cosa? > chiese Mark malizioso.
<Anche se fosse? Sei geloso? > disse Monica con ironia.
<Io? Geloso? E perché dovrei? > rispose avvicinandosi                      <Comunque che fate qui>continuò.
<Stavamo parlando… te l’ho detto! > rispose Monica sorridendo. Entrambi sapevamo che anche se Mark fosse stato geloso non lo avrebbe mai ammesso.
<L’argomento si può sapere o è un segreto di Stato? > le chiese Mark scocciato.
<Come sei irascibile… comunque gli stavo chiedendo cosa aveva detto a Sammy per farle avere quella reazione! > gli spiegò Monica.
<Infatti… l’ho notata anche io la bimba in imbarazzo! > disse Mark.
<Non gli ho detto nulla di sconvolgente > risposi, non mi andava di parlare di Sammy con Monica, ogni volta che lo facevo sui suoi un velo di malinconia, d’altronde come non averla erano state amiche per la pelle per cinque anni poi il loro rapporto si è inclinato < E poi se gli avessi detto qualche cosa saranno affari miei o no? > continuai con tono ironico, giusto per prenderla un po’ in giro.
<Cosa? Carino guarda che gli affari tuoi sono anche miei! > rispose Monica fingendosi offesa.
<A si? E da quando? > le chiesi sorridendo.
<Da sei anni ossia da quando è nata la nostra amicizia! > rispose incrociando le braccia.
<Ma quali sei anni… Caso mai sono quattro anni, visto che i primi anni di liceo non mi calcolavi, anzi non ci calcolavi proprio > dissi indicando con la testa Mark.
<Non ero io che non vi calcolavo eravate voi due troppo impegnati a vedere quale ragazza potevate portarvi a letto da non accorgervi di me… e poi non tentare di cambiare discorso io ti avevo fatto una domanda! > replicò
<Senti ma tu non stavi con Max, perché non torni da lui? > ribatté Mark.
<Ma io volevo sapere > disse Monica facendomi gli occhi dolci.
<Niente da fare! > le risposi. Mark fece un ghigno soddisfatto.
<Sapete che vi dico… andate a quel paese tutti e due > disse irritata, per poi voltarci le spalle ed entrare in casa come se fosse stata un razzo.
<Non abbiamo esagerato un po’? > chiesi a Mark.
<No… comunque che hai detto a Sammy? > mi chiese senza troppi giri di parole. Gli raccontai brevemente quello che era successo, cercando di non omettere nulla.
<Beh… diciamo che se l’è cercata e diciamo che tu ti sei vendicato! > commentò Mark.
<Beh diciamo di si! > confermai. In effetti mettere in imbarazzo Sammy non era mai stato facile, ma una volta capiti i suoi punti deboli diventava un gioco abbastanza divertente.
<Che dici ce ne andiamo? > mi chiese improvvisamente Mark.
<Perché ti annoi? > chiesi sorpreso, di solito era lui quello che non voleva mai andarsene.
<Si… abbastanza ci sono un mucchio di ragazzine > disse, rivolgendo lo sguardo altrove.
<Per me non ci sono problemi > dissi. Uscimmo dal terrazzo e ci avviammo al piano inferiore dove ci aspettava un compito molto arduo… farci perdonare da Monica per come l’avevamo trattata poco prima.

Non ho mai amato così Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora