Intanto A New York

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Pov Monica

Dalla vetrata della mia stanza non c’era una grande vista, ma tutto quel movimento di New York, le migliaia di persone che camminavano sui marciapiedi, i ragazzi che suonavano o ballavano hip-pop agli angoli delle strade era quasi ipnotizzante, mi piaceva tutto quel trambusto forse perché tutti quei rumori coprivano i suoni dei miei pensieri… pensieri che battevano come un martello pneumatico nella mia mente. Quando ero per strada era facile coprirli, anche perché c’erano tante distrazione in giro, ma quando mi ritrovavo da sola in stanza perché Sammy era fuori per i corsi non riuscivo più a zittirli. Sentivo la testa che mi scoppiava, avevo bisogno di mettere nero su bianco tutti i pensieri che mi invadevano la mente, così facendo potevo osservarli da un’altra prospettiva e trovare una soluzione era un metodo che funzionava sempre… o quasi. Mi sedetti alla scrivania affianco al mio letto, presi dal cassetto un foglio e una penna e senza neanche pensarci iniziai a scrivere…
“Caro Mark, è strano iniziare come una normale lettera, visto che questa non è una lettera ma solo l’estensione dei miei pensieri, anche perché credo che nessuno abbia mai avuto il coraggio di scriverti una lettera del genere, sicuramente per paura di una tua reazione. Comunque meglio non girarci troppo attorno altrimenti mi servirà un quaderno intero solo per il prologo che sto facendo. Voglio dirti la verità quindi meglio iniziare dalla cosa principale, una  cosa di cui non abbiamo mai avuto il coraggio di parlare da quando abbiamo scoperto di essere fratello e sorella… hai già capito? Quel bacio… quel maledetto bacio accaduto esattamente tre settimane prima della rivelazione di tuo padre che ho scoperto essere anche il mio. All’inizio è stato sconvolgente, io e te sapevamo che tra noi c’era qualcosa, qualcosa di molto profondo che andava oltre la semplice amicizia, chissà se tuo padre si fosse tenuto tutto dentro cosa sarebbe successo tra di noi, che fine avremmo fatto adesso? Questa è una domanda che mi pongo ogni giorno da quella maledetta mattina. Sai che ti dico? Max non aveva tutti i torti ad essere geloso di te, io non ti ho mai visto come un fratello o come un semplice amico e lui se ne era accorto… sei sempre stato il mio sogno proibito, la tentazione alla quale non potevo cedere, un corpo che non avrei avuto mai, sorrisi che non potevo condividere completamente perché alla loro base c’era di più, alla loro base c’era un cuore che scoppiava di gioia ogni volta che mi guardavi, abbracciavi o sorridevi. Ogni mio tentativo di non pensarti più in quel modo non serviva ad altro che aumentare le mie fantasie.  Forse è anche per questo che solo il pensiero di lasciare Max mi terrorizzava, avevo paura di pensarti ancora di più di quanto già non facessi. Sai certe volte mi capita di pensare a lui e mi accorgo che mi manca da morire, non lui in se per se, mi manca il ricordo di lui, le sensazioni che mi dava, le emozioni che provavo quando ero tra le sue braccia… comunque non voglio parlare, te l’ho accennato, solo per farti capire che quando ci siamo lasciati mi è caduto il mondo addosso, avevo perso la mia sicurezza, il mio porto sicuro, l’isola dove mi rifugiavo ogni qual volta ne avevo bisogno e ultimamente ne avevo tanto bisogno… sai quando mi hai confidato di Camilla mi sono sentita a pezzi, non pensavo di provare una simile gelosia per lei che per me è quasi una sorellina minore. Dopo questo episodio ho capito di aver toccato il fondo ed è per questa ragione che ho deciso di allontanarmi da te ma non ne avevo il coraggio… quando Sammy  mi ha proposto di partire con lei ho colto l’occasione al volo, mi è sembrato un segno del destino. Mi dispiace di non averti detto che sarei partita ma ero convinta che se ti avessi parlato, se ti avrei visto all’aeroporto intento a salutarmi non sarei più partita e ora sarei ancora al punto di partenza. Spero che mi perdonerai… ti voglio bene fratellino”.
Dopo aver esteso il mio pensiero piegai quel foglio di carta e lo infilai in un libro che avevo appena comprato “Il buio oltre la notte” di Machael Connelly, era uno scrittore di thriller ed ero convinta che quello fosse il posto più sicuro dove nasconderlo visto che Sammy odiava i thriller. Non mi piaceva avere segreti con lei anche se quello non era proprio un segreto visto che lei conosceva buona parte delle storia ma mostrare così dettagliatamente i miei sentimenti mi infastidiva. Riposto il libro sulla credenza vicino l’entrata mi stesi sul letto con una sensazione diversa, mi sentivo finalmente libera, leggera, appagata. Mentre ero intenta a guardare il soffitto sentii la porta della camera aprirsi.
<Ciao bella > mi salutò Sammy con un sorriso. Anche lei doveva dimenticare una persona ma lo faceva con scarsi risultati, come me del resto.
<Ciao amore > la salutai a mia volta. Certe volte i nostri dialoghi sembravano quasi quelli di due teneri fidanzatini.
<Allora cosa hai fatto oggi? > mi domandò sedendosi ai piedi del letto.
<Ho letto, guardato la tv e mangiato schifezze > risposi, rafforzando l’elenco con la gestualità delle dita.
<Cose utili insomma > commentò.
<Tu invece? È successo qualche cosa di interessante al corso? > le domandai.
<Al corso no… ma dopo forse si! > rispose con un sorriso alquanto preoccupate.
<Cioè? > chiesi mettendomi seduta.
<Ho conosciuto un ragazzo molto carino, si chiama Jeremy, ha 24 anni ed è molto affabile, in realtà non l’ho conosciuto proprio oggi ma in questa splendida giornata ho avuto il tempo di parlarci per più di cinque minuti > rispose.
<Bene allora a quando l’appuntamento? > domandai, era qui da neanche un mese e fuori alla nostra porta c’era già la fila per uscire con lei ma lei non aveva mai degnato di uno sguardo nessuno, questa volta però mi sembrava diverso vedevo una strana luce nei suoi occhi
<In realtà… sei tu che devi uscirci! > disse titubante.
<Cosa? > domandai alzando la voce, ero letteralmente scioccata, lei non doveva procurami appuntamenti se avrei voluto me li sarei procurata da sola.
<Perché urli? Che c’è di male? > mi chiese con quella sua aria innocente.
<Perché questo tizio neanche lo conosci e lo vuoi affibbiare a me, per quale assurdo motivo ancora non l’ho capito! > sbottai.
<Semplicemente perché da quando stiamo qui non hai fatto altro che restare chiusa in camera, esci solo di tanto in tanto per andare a comprare qualche cosa > ribatté. In effetti non aveva tutti i torti, erano più i giorni che restavo chiusa in camera a leggere, guardare la tv e mangiare schifezze di ogni genere che quelli in cui uscivo a divertirmi < E poi sono sicura che ti piacerà… ti passa a prendere stasera verso le otto… ora scusami ma ho bisogno di una doccia > continuò per poi fiondarsi in bagno.
<Sammy aspetta! > protestai correndole dietro, ma fu del tutto inutile, Sammy chiuse a chiave la porta del bagno non lasciandomi il tempo di replicare a quel suo assurdo piano.
<Troppo tardi mi dispiace, un giorno mi ringrazierai > rispose alzando un po’ la foce per permettermi di sentirla chiaramente al di fuori del bagno. Erano le 7pm, quindi avevo un ora per prepararmi ad uscire con l’uomo sconosciuto…

Non ho mai amato così Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora