Prologo

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Non faceva freddo, ma il vento impetuoso che mi soffiava sul viso era quasi lacerante. In realtà il dolore lacerante si trovava più in basso, al centro del torace. Dovevo correre, dovevo andare da lei, dirle per una volta tutta la verità, quella verità che avevo negato a tutti… persino a me stesso. Chi sa se lei mi amava ancora, se anche lei provava quel senso di vuoto, che nessuno né quelle di una sera né quella che credevo di amare erano riuscite a colmare. Mi mancava tutto di lei, anche le cose più banali come portarsi delicatamente i capelli dietro l’orecchio, quel suo gesto così innocuo, mi aveva sempre affascinato. Chi sa se l’avrei trovata a casa o se stavo correndo inutilmente, ogni secondo mi sembrava importante e vitale. La domanda fondamentale che mi ponevo era se lei sarebbe riuscita a perdonarmi dopo tutto il male che le avevo fatto. Lei non era l’unica persona a cui dovevo chiedere perdono… Ce n'erano altre, non avevo capito quanto lei fosse importante, quanto fosse essenziale per la mia sopravvivenza, ero dovuto andare a letto con un'altra, cercandola in quei baci, in quei abbracci, in quelle semplici carezze. Senza capire che mi stavo ingannando da solo.

Non ho mai amato così Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora