Interrogatorio

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<Camy se devi venire con me è meglio che ti muovi, altrimenti ti lascio qui! > dissi vicino alla porta del bagno, dove si era chiusa mia sorella. Oggi avrei dovuto presentare Paola alla compagnia e mia sorella aveva insistito per venire con me, “Dai per favore fammi venire con te, oggi non ho nulla da fare e mi annoio a restare a casa da sola” dopo la decima volta che ti ripetevano una frase del genere cedevi per esaurimento nervoso, tanto meglio così avrei risparmiato di sentirmi le lamentele di Mark sul fatto di uscire con tutte “coppiette” ma la cosa esasperante era che Camilla si era chiusa in bagno da quasi due ore, ma che bisogno aveva di prepararsi così tanto… Mah…
<Eccomi sono pronta andiamo> disse uscendo dal bagno.
<Ok…and.. > mi bloccai di colpo quando vidi come si era conciata, aveva una gonnellina a pieghe bianca, una maglia nera abbastanza semplice e tacchi alti, i capelli neri erano leggermente raccolti all’indietro, infine si era anche truccata… in modo leggero ma si era truccata, la mia attenzione però si soffermò sulla gonna… se così si potevano definire quattro centimetri di stoffa.
<Fammi capire una cosa… Tu dove vorresti andare conciata così? > le chiesi infastidito.
<Perché cos’ho che non va? > disse guardandosi.
<Prima di tutto è quello che non hai che mi preoccupa… comunque si da il caso che con quella gonna non esci > dissi incrociando le braccia< Quindi se vuoi venire con me vai a toglierti quella cosa e infilati un paio di pantaloni > continuai.
<E se mi rifiutassi > ribatté incrociando a sua volta le braccia.
<Semplice… resti a casa, oggi non ho alcuna voglia di menare qualche stupido ragazzino che guarda ho fa stupidi apprezzamenti sulle gambe di mia sorella > dissi con un sorriso ironico.
<Ok ho capito vado a cambiarmi… > disse sbuffando. Quando finalmente si fu cambiata andammo a prendere Paola.
<Passa dietro! > dissi a Camilla.
<Perché dovrei? > mi chiese.
<Perché sta scendendo Paola e col tuo gentile permesso vorrei averla seduta avanti… Grazie! > le dissi con sarcasmo.
<Quanto sei rompipalle > disse passando sul sedile posteriore, in quello stesso momento Paola uscì dal palazzo…
<Sei in… > iniziò a dire salendo in macchina.
<Ritardo lo so… > dissi continuando la sua frase.
<Ciao > disse salutando mia sorella con un tono freddo e distaccato.
<Ciao > ricambiò mia sorella con lo stesso tono.
Avevo dimenticato il loro piccolo diverbio ma decisi che per il momento era meglio non pensarci… misi in moto è ci dirigemmo al luogo stabilito con Mark e Monica. Il silenzio che si era creato era quasi imbarazzante, nessuno si decideva  a parlare, Camilla guardava fuori dal finestrino mentre Paola si guardava distrattamente i piedi, mi sa che toccava a me rompere il silenzio.
<Nientedimeno sei uscita dal palazzo, sei entrata in macchina, mi sono fermato al secondo semaforo rosso ma tu ancora mi devi salutare… > dissi rivolto a Paola.
<Certo che ti ho salutato… > disse perplessa.
<Non mi risulta… > continuai.
<Dan hai bevuto… Io ti ho salutato appena sono entrata in macchina > replicò.
<Lo sa che per me quello non è salutare > dissi avvicinando il mio viso al suo.
<Ma… ma… c’è lei! > disse indicando mia sorella.
<Poppy puoi girarti un attimo dall’altra parte > dissi sporgendomi leggermente verso i sedili posteriori.
<Cosa? > mi chiese dubbiosa, non aveva sentito una parola di quello che avevo detto.
Ero sempre più convinto che la causa delle sue distrazioni e dei suoi cambiamenti d’umore, fosse un ragazzo, non sopportavo l’idea di un ragazzino che baciava e si avvinghiava a mia sorella, ma questo non mi sembrava il momento adatto per chiedergli qualche cosa, anche perché non me l’avrebbe mai detta quindi potevo solo provare a seguirla di nascosto per capirci qualche cosa.
<Niente… Niente continua a pensare ai fatti tuoi > le dissi, voltandomi verso Paola, riuscii a strappargli un bacio a stampo prima che il semaforo divenne verde e fui costretto a ripartire.
Arrivammo a piazza Vittoria e potei notare in lontananza Mark, Max e Monica.
<Camy perché non ti avvii avanti> le dissi una volta parcheggiato.
<Si certo > rispose sfrecciando via dall’auto.
<Perché l’hai fatta scendere? > mi chiese Paola voltandosi nella mia direzione.
<Semplicemente perché come ho detto prima, ho intenzione di salutarti! > dissi avvicinando lentamente il mio viso al suo, ci baciammo per un lungo e interminabile momento e potei sentire il suo viso in fiamme.
Infatti appena mi staccai notai che era arrossita.
<Andiamo? > mi chiese imbarazzata.
<Si andiamo… > risposi sorridendo.
Raggiungemmo gli altri, Max e Mark erano appoggiati alla moto di quest’ultimo con le braccia incrociate mentre Monica era intenta a parlare con Camilla.
<Sei in ritardo… > mi rimproverò Mark.
<Lo so… ma ho dovuto far fare un cambio d’abiti a mia sorella >risposi alzando le mani.
<Perché che si era messa? >mi chiese fissando prima me e poi lei.
<Una gonna quasi inesistente > sbottai guardandola.
<In questo caso sei perdonato… > disse sorridendo< In quanto a te signorinella sei troppo piccola per certe cose… >continuò rivolto a mia sorella.
<Io non sono affatto piccola, ho la stessa età di Paola e lei mette le gonne… ne ha anche una adesso > protestò Camilla.
<Ma che centra tu sei mia sorella e Paola è…insomma è Paola > replicai a mia volta.
<Vabbè basta con queste cose e iniziamo le presentazioni!> disse Monica.
<Io già la conosco… >disse Mark.
<Idem > continuò Camilla.
<Insomma l’unica che non la conosce sono io > disse Monica imbronciata
<Amore non te la prende neanche io ero a conoscenza della sua esistenza!> disse Max cercando di consolarla.
<Pazienza… comunque piacere io sono Monica > disse porgendogli la mano e sfoderando uno dei suoi sorrisi.
<Piacere Paola > disse ricambiando il saluto.
<Ed io sono Max > finite le presentazioni Monica partì subito con una quinta marcia.
<Bene saltiamo i convenevoli e passiamo subito all’interrogatorio? > chiese Monica entusiasta.
<Interrogatorio? > mi domandò Paola a bassa voce.
<Si… ma sta tranquilla, vuole solo divertirsi un po’ > dissi con l’intento di rassicurarla.
<Bene! > esclamò sempre sottovoce.
<Perché non andiamo a bare qualche cosa? Almeno staremo più comodi > disse Max  cercando di dare più tempo possibile a Paola per prepararsi all’ “interrogatorio” di Monica.
<Si è meglio che andiamo > dissi prendendo Paola per mano e iniziando a camminare.
<Ma in che consiste questo interrogatorio? > mi chiese Paola leggermente preoccupata.
<Nulla di preoccupante… solo innocenti domande per conoscerti meglio > risposi. In realtà non ero molto sicuro che le domande di Monica fossero tanto innocenti ma tanto valeva sperare.
Ci infilammo nel primo pub che trovammo e ci sedemmo all’unico tavolo rimasto vuoto.
<Poca gente eh? > ironizzò Mark.
<Quanto sei noioso, sta zitto e bevi! > lo rimproverò Monica.
<Si bevo l’aria… > sbottò Mark, indicando il tavolo ancora vuoto. Non mancarono le risate di tutti, meno quelle di Monica che sbuffò con aria offesa ma il suo malumore durò ben poco.
<Dan posso iniziare? > mi chiese Monica con una voce smielata e un sorriso a trentadue denti.
<Fai quello che ti pare… basta che non mi stressi più con questo interrogatorio > risposi scocciato.
<Ok mi hai dato il via… Prima domanda… Quanti anni hai? > chiese rivolta a girandosi in direzione di Paola.
<Tra tre mesi ne compio diciassette… > rispose.
<Uh… tra tre settimane Dan ne fa venti… lo sapevi?> domandò prendendomi alla sprovvista.
<No… veramente no > disse fissandomi perplessa.
<Vabbè ora lo sai… e per regalo non preoccuparti per quello ti aiuto io… >disse sorridendo.
<Scusa l’intromissione… ma chi ti assicura che durano altre tre settimane? > intervenne Mark. D’istinto gli diedi un calcio sotto il tavolo, colpendolo sulla gamba.
<Uccellaccio del malaugurio > lo rimproverò Monica.
<Comunque passiamo oltre… che taglia porti? > continuò.
<La 44… perché che importanza ha? > chiese confusa.
<Semplice curiosità femminile… Dove abiti? >
<Mercato Pendino… > rispose, a questa risposta il viso di Monica assunse un’espressione alquanto strana.
<Ah… Capito! > scandì Monica.
<Sei la prima che capisce dove abito senza bisogno di spiegazioni… >  disse Paola entusiasta.
<Vabbè… comunque… che scuola fai?>
<Studio psicologia al Villari! >
<Ok… saltati i convenevoli… passiamo alle cose serie… > disse estraendo dalla borsa un foglio rosso. Perché la cosa mi spaventava? Quali erano queste domande serie? E perché aveva dovuto segnarsele?
<Che cosa hai intenzione di fare> chiesi preoccupato.
<Quello che stavo facendo fino e due minuti fa? > rispose Monica perplessa.
<Dai Dan sta tranquillo se sopravvive all’interrogatorio di Monica ed è ancora disposta a frequentarti significa che è la donna della tua vita > sdrammatizzò Max. Non ebbi il tempo di ribattere che venni ammutolito da Monica che oramai era diventata inarrestabile.
<Pronta? > continuò stavolta rivolta a Paola.
<Credo di si… > rispose guardando preoccupata il foglio rosso.
<Prima… Dovrei chiederti che segno zodiacale sei… ma visto che so quando sei nata… suppongo che tu sia della Vergine… sbaglio?> suppose Monica.
<Scusate la seconda intromissione… > intervenne Mark< Ma sarebbe questa la domanda seria? > continuò quasi ridendo. In effetti la domanda era alquanto ambigua… Ma io non mi davo pace, quel foglio rosso continuava a inquietarmi.
<Si perché? > disse esasperata. Era da ricordare: “Non bisognava mai interrompere Monica mentre svolgeva uno dei suoi interrogatori.”
<Niente… Niente continua > rispose Mark alzando le mani, ma il suo viso non riusciva a nascondere la visibile voglia di scoppiare in una risata.
<Si comunque sono della Vergine > comunicò Paola sorridendo.
<Bene quindi sei un tipo preciso, critico e testardo… La donna nata sotto il segno della Vergine “di solito” adora il contatto fisico e il suo uomo ideale deve saperci fare con i preliminari… > a queste affermazioni il viso di Paola prese fuoco mentre Max,Mark e Camy sprofondarono in una fragorosa risata.
<Monica! > la interruppi facendola sobbalzare, in realtà anche io mascheravo una risata, ma Paola mi sembrava già in imbarazzo così e se avessi riso anche io sarebbe sprofondata.
<Che c’è? T’imbarazzi? > chiese con finta innocenza.
<Io no, ma lei si > dissi avendo notato il viso, ormai rosso, di Paola.
<Comunque se il cancro e la vergine hanno un incontro amoroso possono avere una forte e solida relazione, il Cancro e Vergine si ammirano tra di loro: la Vergine rispetta l’attenzione e la calma forza del Cancro, mentre il Cancro ne apprezza l’adattabilità > continuò come se io non avessi parlato.
<Te ne intendi di queste cose! > affermò Paola.
<Si abbastanza, diciamo che tutta la mia famiglia è portata per segni zodiacali e interpretazione dei sogni… si può quasi dire che è un fattore ereditario > la informò < Comunque io non ho finito con le mie domande, allora a che ero rimasta? Ah si… Hai qualche passione? A parte il nostro Dan ovviamente! > continuò. Replicare mi sembrava inutile tanto qualunque cosa avrei detto non l’avrebbe ascoltata.
<Beh… la mia passione è il canto e non per vantarmi ma sono abbastanza brava! > rispose con un mezzo sorriso.
<Perché non ci intoni qualche cosa? > le chiese Monica curiosa.
<Qui in mezzo a un locale ma non se ne parla proprio>replicò Paola.
< In effetti sarebbe una pessima figura… >disse Monica alzando un sopracciglio < A proposito di pessime figure… ti capita spesso di fare figuracce? > continuò.
<Figuracce? > chiese Paola dubbiosa.
<Si sai come quella che hai fatto la prima sera che sei uscita con Dan!> disse Monica.
<Dan! > esclamò stupefatta Paola.
<Mark! > lo rimproverai, come aveva potuto dirlo a Monica?
<Monica! > ribatté Mark con naturalezza.
<Io non sto capendo, qualcuno mi spiega che cosa è successo alla loro prima uscita? > intervenne innocentemente Camilla.
<Beh… diciamo che è caduta! > le spiegò Max anche lui logicamente sapeva della cosa, quindi io lo avevo detto a Mark, lui lo aveva detto a Monica e per finire la nostra lady lo aveva detto a Max.
<Caduta? Al mio paese la gente quando cade non si porta la tovaglia con se > chiarì ridendo Mark, a essere sincero ripensando a quell’episodio veniva da ridere anche a me.
<Comunque… risposta? > chiese Monica a Paola.
<Mi capita solo quando sono in imbarazzo! > rispose lanciandomi un’ occhiata.
<Allora mi raccomando, non facciamola imbarazzare, ho sempre una reputazione da mantenere > disse Mark con tono serio.
<Mark la vuoi finire di interrompermi? Quante volte te lo devo dire?> lo rimproverò Monica per l’ennesima volta.
<Ok… giuro che non parlo più! > disse Mark alzando le mani.
<Continuiamo… Il primo bacio a che età? > riprese Monica, la cosa mi stava annoiando, non mi interessava sapere chi ci fosse stato prima di me.
<Quattordici > rispose senza pensarci… io il mio quando lo avevo dato? Boh… a stento ricordavo la mia prima volta, erano passati quasi sette anni… come volava il tempo.
<E quante persone hanno avuto questo piacere? > domandò Monica incuriosita.
<Aspetta, fammi pensare un attimo… dieci! > rispose dopo averci pensato un po’. La faccia di Monica sembrava sconvolta.
<Ok, andiamo avanti… storia più lunga? > continuò Monica.
<Sette mesi tra vari tira e molla > rispose.
<Ah sette? Con chi? > le chiesi spontaneamente, raddrizzandomi sulla sedia.
<Luca! > disse sciolta. Sbuffai. Quel ragazzino stava sempre tra i piedi.
<Uh già conosci gli amici, non lo sapevo! > commentò Monica.
<Io lo sapevo! > disse Mark, ma lui non aveva detto che non parlava più?
<Anche io… e conosco anche il ragazzo> aggiunse Camilla.
<E di nuovo quella che non sa nulla sono io > esclamò offesa Monica.
<Invece l’ultima storia di Dan è durata quasi due anni senza nessun tira e molla> continuò Monica.
<Due anni? > chiese Paola stupita < E lei chi è? > continuò.
<Come spiegarti… dovrei trovare un aggettivo che non sia troppo offensivo, altrimenti il signorino Dan potrebbe irritarsi… penso che gli si addica parecchio il nominativo di geisha >
<Monica! > la rimproverai. Nonostante le cose con Sammy non fossero andate come avevamo previsto, non mi piaceva affatto che gli dessero simili nominativi.
<Che c’è geisha non è tanto offensivo… è comunque un lavoro, a volte è anche ben pagato > si difese Monica.
<Ma cosa ha fatto di così terribile questa ragazza? >  chiese Paola stupita.
<Beh quando la vedrai penso che capirai molte cose > disse Monica ridendo.
<Non c’è nulla da capire > ribattei.
<Da capire no… Ma da sapere si > intervenne Mark.
<Scusate ma io non ci sto capendo più nulla, mi spiegate chi è questa > disse Paola esasperata.
<Questa geisha… >  continuò Monica.
<Se non ti dispiace puoi chiamarla con il suo nome.. e poi scusa tu non eri sua amica? > ribattei.
<Ero… fui… mettici anche un bel trapassato remoto> affermò
<Scusa la domanda, ma perché ora non siete più amiche? > le chiese Paola.
<Perché la g… perché Sammy, ha preso leggermente per il culo il mio adorato Dan e dopo quello che ha fatto non c’è amicizia che tenga >
<Dopo quello che ha fatto a me o dopo quello che ha fatto a te? > replicai.
<Per entrambe le ragioni > tagliò corto Monica. Nei suoi occhi si poteva notare ancora un’ombra di dolore e fu per questo che nessuno dei presenti osò continuare il discorso Monica e Sammy.
<A te cosa ha fatto? > mi chiese Paola.
<Beh diciamo che è stata a letto con la maggior parte dei miei… anzi con tutti quelli che definivo amici… l’unico fedele è stato Mark > spiegai, a differenza delle altre volte parlare di tutto quello che era successo con lei non mi dava più quel senso di fastidio e quel senso di vuoto era quasi sparito del tutto.
<Wow non me lo sarei mai aspettata da Mark > esclamò Paola.
<Devi sapere che i due piccioncini sono molto amici, hanno anche un bracciale che lo simboleggia > intervenne Monica.
<Infatti avevo notato che avevano un bracciale identico > rispose Paola. In effetti era vero io e Mark, avevamo lo stesso bracciale di cuoio intrecciato, i colori erano marrane scuro e nero, quando comprammo questi bracciali in simbolo di amicizia avevamo più o meno tredici anni.
<Comunque non credevo che Mark fosse un tipo che rifiuta le ragazze> continuò Paola.  
<L’amicizia è più importante di una ragazza buona solo per una notte…anche se per un istante ho pensato di non farcela… trovarsi Sammy davanti bella e disponibile e riuscire a respingerla ha richiesto una grande forza di volontà > disse Mark sorridendo.
<Perché è tanto bella? > domandò Paola.
<E’ carina > risposi prima che potesse farlo qualcun altro.
<Carina? Tu definisci quello schianto di ragazza solo carina? > mi corresse Mark quasi scandalizzato
<Stavo per dirlo anche io… ma avevo paura di fare una brutta fine > commentò Max guardando Monica che gli rispose con una linguaccia.
<Posso farti una domanda? > mi chiese Paola.
<Si certo > dissi sorridendo.
<Come è possibile che in passato ti sia piaciuta una come lei e ora invece esci con me? Insomma Monica l’ha anche definita una geisha… mica sembro anche io… una…una così? > mi domandò guardandosi le mani.
La guardai dubbioso per qualche secondo, mi aveva appena posto una domanda alla quale non sapevo rispondere… d'altronde non sembrava che lei fosse una di quelle ragazze ma era stata con Mark quindi… Stava di fatto che non potevo dirgli una cosa simile.
<L’ha sparata grossa… > intervenne Mark sorridendo.
<Beh sai Mark preferirei saperlo prima se sono un chiodo scaccia chiodo> gli rispose Paola.
<Allora Dan… che rispondi? > mi sollecitò Monica.
<Sammy non è stata sempre così, prima era dolce, solare, spensierata… poi improvvisamente e cambiata… e non so il perché> le spiegai.
<Capito… Però non hai detto se sono un chiodo scaccia chiodo > mi disse abbassando gli occhi.
<No! Non sei un chiodo scaccia chiodo, prima di te c’è ne sono state altre… più o meno… >
<Diciotto > mi interruppe Mark.
<Le hai contate? > chiese Monica sconvolta.
<Volevo solo vedere se batteva il suo record personale > rispose con disinvoltura.
<Che sarebbe? > chiese Paola incuriosita.
<Aspetta fammi pensare… > disse stendendosi sulla sedia < Se non sbaglio il suo massimo sono trenta in tre mesi > continuò.
<Trenta? > chiese Paola strabuzzando gli occhi.
<In tre mesi > intervenni cercando di renderle la cosa un leggermente più accettabile
<Premettendo che si usciva solo di sabato perché il signorino lavorava > puntualizzò Mark.
<Quindi più o meno due ragazze a sera… >intervenne Max.
<Io il conto non me lo volevo fare > precisò Paola.
<Vabbè  io ho un’ultima domanda, quindi la faccio… sei un tipo geloso? > chiese Monica, ecco finalmente una domanda che poteva essermi utile… se dovevo continuare ad uscire con lei tanto valeva sapere a cosa andavo in contro.
<Tantissimo, sono molto possessiva e quando la gelosia mi prende, finisco per agire d’impulso > rispose facendo spallucce.
<Povero Dan > esclamò Mark.
<In che senso agisci d’impulso? > le chiesi ignorando il commento di Mark.
<Beh ricordi quello che è successo con tua sorella? >
<Si! > risposi… eccome se lo ricordavo… avevo preso un calcio mondiale.
<Ecco più o meno così > confermò.
Mille dubbi mi assalirono, chi ragazzo potevano avere in comune Paola e Camy? Chi poteva scatenare una tale gelosia? Solo un nome mi veniva in mente… Ma non ere possibile… mia sorella e quel ragazzino? Ora mi era tutto chiaro, ecco perché l’amicizia tra Paola e Camy si era spezzata era lui la causa, era sempre lui… Luca.
<Capito! > dissi annuendo.
Il resto del pomeriggio passò velocemente tra una risata e l’altra, ma la mia mente pensava sempre allo stesso interrogativo… “Camy e Luca?” più ci pensavo e più la cosa mi dava rabbia, ora però avevo una buona attenuante per mettere apposto quel ragazzino, però prima di tutto dovevo parlare con mia sorella di questa situazione. Una volta accompagnato Paola, tornai a casa più motivato che mai ad avere chiarimenti… era meglio farlo subito, come si diceva… via il dente via il dolore!
<Camy… io e te dobbiamo parlare! > le dissi serio. Mi guardò per un attimo stralunata e il sorriso che aveva avuto per tutta la giornata si spense.
<Dimmi… > mi disse esitante.
<Lui non mi piace, non è adatto a te >sbottai.
<Lui? > mi chiese dubbiosa.
<Non far finta di niente, sai benissimo a chi mi sto riferendo, sto parlando di quello che ti ha fatto perdere la testa > l’ammonii.
<Quindi hai capito? > disse sedendoti sul divano.
<Si e devo dire che la cosa non mi piace per niente > continuai.
<Ma non è colpa mia, e poi a te può anche non piacere ma il mio cuore non è a comando non posso decidere io per chi deve battere > disse alzandosi e andandosi a chiudere in camera sua.
Certo non mi aspettavo questa reazione però su una cosa aveva ragione se il suo cuore aveva scelto con chi stare io non potevo farci un gran ché. Rimuginai su questa cosa per un bel po’ di tempo, finché non suonò il campanello. Andai ad aprire scocciato, chi era a quest’ora… non si poteva mai avere un po’ di pace in questa casa. Aprii la porta e mi ritrovai Mark davanti con le mani alzate. Prima che potessi dire qualsiasi cosa lui iniziò a parlare.
<Lo so… sono uno stronzo, un deficiente e faccio schifo come amico, ma cerca di capire non avevo il coraggio di dirti una cosa del genere e poi mi ha fatto giurare di non dirtelo > disse tutto d’un fiato. Tutte quelle parole buttate li al vento per me non avevano senso.
<Senti Mark non ti offendere ma in questo momento ho altro per la testa, devo pensare a mia sorella > gli dissi confuso.
<Appunto mi dispiace avrei dovuto dirtelo prima… ma è stata proprio tua sorella a farmi giurare di non dirtelo > mi disse affranto.
<Tu lo sapevi? > gli chiesi confuso, come faceva Mark a sapere di mia sorella e quel… quel… quel coso.
<Si > rispose dubbioso.
<Tu sapevi che mia sorella usciva con quel ragazzino e non mi hai detto nulla? > gli chiesi esasperato.
<Dan sono un po’ confuso… a quale dei tanti ragazzini che ronzano attorno a tua sorella ti riferisci? > mi domandò
<Luca l’ex di Paola, quello che ha causato anche il loro litigio > affermai.
<Ah… si allora parlavamo della stessa persona, come ti ho già detto mi dispiace non avertelo detto subito, io li ho visti insieme qualche settimana fa> disse mettendosi le mani in tasca.
<Bene ora che mi hai dato la conferma devo solo fare una cosa… > esclamai.
<Cioè? > mi chiese incuriosito.
<Dovrò trovarlo e spezzarle le mani così non può più toccare mia sorella > continuai.
<Ora mi fa veramente pena > disse Mark ridendo.
<Senti ma tu perché sei venuto da me se ci siamo lasciate qualche oretta fa? > gli chiesi. A questa mia domanda lui si ammutolì per qualche secondo.
<A parte il fatto di tua sorella sono venuto qui perché quella casa è vuota, mi deprime > disse infine.
<Allora perché non ti fermati a cena? > gli chiesi mi avrebbe fatto bene parlare un po’ con lui era da tempo che non parlavamo seriamente e che non mi raccontava di qualche ragazza che si era portato a letto.
<Se non disturbo > disse senza guardarmi.
<Ma lo vuoi capire o no che non disturbi mai, che per me sei come un fratello? > lo ammonii dandogli una pacca sulla spalla. In quel momento vidi per qualche secondo il volto di Mark intristirsi ma forse era solo una mia impressione.
Dopo cena Mark ed io restammo a parlare per un paio d’ore, era tanto che non parlavamo, e si toccarono molti argomenti ma quello sul quale ci soffermammo di più fu l’argomento Paola anche perché lui evitava o rigirava ogni domanda che gli facessi io quando cercavo di capire cosa stesse combinando in questi ultimi tempi.
<Quindi che hai intenzione di fare? > mi chiese infine.
<Quello che sto facendo… che dovrei fare? > gli chiesi, non capivo il motivo di tutto quell’accanimento, in fondo ci stavamo solo frequentando.
<Ti rendi conto che non è semplice come vuoi far credere> domandò sicuro di se.
<E perché non dovrebbe esserlo>
<Prima di tutto perché hai superato la terza uscita, anche da un po’ oserei dire… quindi di conseguenza ti piace più di qualsiasi altra… e di conseguenza la cosa è seria > affermò soddisfatto.
<È assurdo non puoi basarti sulla regola del 3 > sbottai, più che una regola però era un dato di fatto, quando conoscevi una ragazza, la prima sera c’era il bacio, la seconda te la portavi a letto e la terza la mollavi, in mia difesa potevo dire solo che le ragazze ne erano consapevoli dall’inizio.
<Non è assurdo considerando che l’unica con cui hai superato la terza uscita è stata Sammy > replicò. In effetti era vero che Sammy era stata l’unica che l’aveva superata… Ma con lei era stato diverso, sapevo di piacergli già da tempo e poi con lei c’era il gusto della sfida, infatti uscire con lei non era semplice, a volte riusciva a farti sentire così inadeguato, ma la dolcezza dei suoi occhi e la morbidezza delle sue labbra erano due buoni motivi per correre il rischio.
<Tu dici? > domandai possibile che mi capisse più lui di quanto potessi capirmi io.
<Si… lo dico e posso anche ripeterlo. Se vuoi, perché se lei non fosse importante non faresti delle scenata di gelosia come hai fatto, perché quella era e sottolineo era una scenata di gelosia e poi se non ci tenevi una volta che vedevi di non riuscire a portartela subito a letto l’avresti mollata > ribadì soddisfatto
<Non lo so, comunque abbiamo parlato fin troppo di me ma tu continui a sviare le mie domande! > affermai.
<Non è vero che svio le tue domande e solo che non ho nulla di nuovo da raccontare, sempre le solite cose, e poi se tu che ha appena sviato l’argomento> ribatté.
<Pensavo che l’argomento fosse concluso, visto che io non ho nient’altro da dire> replicai.
<Dan Monica al telefono… > disse mia sorella interrompendo la discussione.
<Dimmi che è successo? > risposi avendo preso il cordless che mi aveva allungato Camy.
<Deve essere successo per forza qualche cosa? Non posso chiamare il mio amichetto per sapere come sta? > disse con tono offeso.
<Monica so che per chiamare a quest’ora hai qualche cosa di eclatante da dirmi, quindi dimmi tutto senza tanti giri di parole > replicai. Ascoltai con attenzione le parole di Monica, di eclatante non c’era nulla però…
<Allora cosa voleva? > mi chiese Mark quando riagganciai.
<Fra quattro giorni c’è una festa è mi ha chiesto se avrei portato anche Paola > comunicai.
<Perché non dovresti portarla? > chiese. Lo guardai per un istante, non servirono parole per fargli capire qual era il problema.
<Sammy > continuò quasi come un sussurro.

Non ho mai amato così Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora