Chapter 15

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«Mochi.»

«Prima che tu possa dire qualsiasi altra cosa, come hai avuto il mio numero?» mi chiese dall'altra parte del telefono.

«Che importanza ha adesso?» gli chiesi io.

«É stato Ran, non è vero?»

«Cosa? No!» esclamai.

«Rei

«E va bene, sì, è stato lui. Ma come dicevo, questo non ha importanza.» ammisi poco dopo.

«Cosa ti serve?»

«Hai parlato con Izana?» arrivai dritta al punto.

«No.» rispose secco.

«No? Cosa mi stai dicendo!?» trasalii.

«Senti, non vorrei rovinare le cose, è questo il punto.» mi disse.

«Fai questo piccolo favore alla tua cuginetta preferita, ti prego!»

«Chi ha detto che sei la mia preferita?»

«Io, ovviamente. Non lo sono?»

«Certo, ma questo non vuol dire che puoi avere tutto da me

«Mochi, ti scongiuro, non puoi farmi questo. Io ho bisogno di entrare in quella gang.»

«E per quale strambo motivo?»

«Te lo spiegherò appena ci vedremo, ma tu fai quello che ti ho chiesto.»

«É inutile, Rei. Sai bene qual è l'unico modo per entrarci.»

«Mochi, no! Ascol...»

«Ciao.» concluse per poi riattaccare.

Era un semplice martedì, erano passati già due giorni da quell'evento e io non potevo far altro che pensarci su; inoltre, la pioggia che c'era quel giorno non faceva che alimentare i miei pensieri. Mochi mi aveva appena fatto capire che l'unico modo che avevo per entrare nella Tenjiku era combattere contro Izana. Dio, non avrei mai vinto, non era sensato scontrarmi con lui.

Ma ci pensai su per qualche minuto e mi decisi. Ci avrei provato comunque, qualunque sarebbe stata la conclusione. Come avevo fatto a pensare che sarebbe stato così semplice? Insomma, era ovvio che lui avrebbe voluto testare la mia forza. La Tenjiku non avrebbe mica accolto persone deboli.

Tirai un forte sospiro prima di lasciarmi cadere sul letto e chiudere gli occhi; anche se questo momento, in realtà, durò davvero poco.

«Tesoro!» mi chiamò improvvisamente la nonna.

«Che c'è?»

«Tua madre è al telefono, scendi!» mi avvertì.

Tirai un sospiro ancora più forte di quello precedente e scesi subito in salotto, lì dove la nonna teneva all'orecchio il suo telefono. Me lo passò appena mi vide e neanche il tempo di prenderlo in mano, che sentii immediatamente la voce di mia madre salutarmi dall'altra parte dell'apparecchio elettronico. Mi fece qualche classica domanda, chiedendomi come stessi o come me la stessi passando con la nonna e io non potei far altro che risponderle positivamente. Ma cambiai immediatamente espressione quando iniziò a parlare di un argomento completamente diverso; un argomento che non mi piaceva affatto.

«Manca davvero poco, tesoro!» esclamò.

«Poco? Che intendi?» chiesi.

«Qualche altro mesetto e potremmo rivederci! Non è fantastico?»

«Quanti mesi, precisamente?»

«Tre, quattro circa.» rispose imprecisa.

«Che cosa!? È ancora troppo presto!» esclamai.

𝐑𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔 || Rindou HaitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora