Chapter 4

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Alcune volte avevo dubbi anche su me stessa. Certe volte non mi capivo proprio e non riuscivo a capire che cosa volessi veramente. Dicevo una cosa e poi ne facevo un'altra, qualcosa come l'incoerenza insomma e neanche io stessa riuscivo a sopportarla.

Con Rindou accadeva spesso. Dicevo di odiarlo così tanto da non volerlo più vedere, eppure quando capitava trovavo il momento giusto per andare ad infastidirlo e alimentare così l'odio che provavamo l'un l'altro. A volte mi chiedevo se un giorno tutto questo sarebbe cambiato, se saremmo mai andati d'accordo, ma dopo qualche secondo trovavo sempre la risposta: no. Non sarebbe mai finita, non fin quando i nostri obiettivi sarebbero stati portati a termine. Volevamo entrambi la stessa cosa, ma sapevamo che soltanto uno di noi l'avrebbe avuta.

«Che vuoi fare?» mi chiese Ran.

«Fare compagnia a Rindou.» sogghignai.

Passai dalla nonna e le dissi che sarei rimasta a dormire da Ran; si era convinta che fosse davvero un bravo ragazzo, per questo motivo mi diede il permesso di andare.
Insomma, era come se lui non fosse mai stato mio nemico, a differenza di Rindou; era da anni che gli conoscevo, non erano più sconosciuti, non avevo nulla di cui preoccuparmi.

Uscii di casa e mi incamminai sotto la luce dei lampioni insieme al ragazzo. Aveva smesso di piovere da molto tempo ormai, le strade erano colme di piccole pozzanghere d'acqua e l'aria era davvero fresca.

«Vuoi fargli uno dei tuoi soliti 'scherzi'?» mi chiese all'improvviso.

«Ci penserò.»

«Che significa che ci penserai? Hai detto di venire da noi senza un vero motivo?» chiese ancora, più confuso.

«Lui mi ha detto di non venire, io non lo ascolto e ci vado. La cosa è davvero semplice, Ran.» gli spiegai.

«Penso che le vostre discussioni siano davvero...inutili. Forse non dovrei neanche chiamarle così, sembrano più litigi da neonati.» mi disse.

«Be', ti dico già che io non ho colpe.» mi difesi.

«Certo, Rei. Tu non hai mai la colpa di nulla.» sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

«Lo dici solo per difendere tuo fratello.»  gli dissi.

«Costa così tanto lasciare Roppongi a me? Non durerà mica per sempre.» aggiunsi.

«Hah? Che vuol dire?» domandò.

«Be', prima o poi dovrò raggiungere i miei genitori all'estero.» lo informai.

«Cosa!? Te ne vai?»

«Vedo che hai capito, treccina.»

«Mi dispiace, questo non significa che avrai Roppongi con così tanta facilità. I fratelli Haitani perderebbero la loro dignità, insomma.» ragionò.

«Non avevo dubbi.»

So che questa sfida al momento poteva risultare inutile, poiché a momenti avrei ricevuto una chiamata che mi avrebbe cambiato la vita, ma io non ero il tipo di persona che abbandonava i propri obiettivi. Inutile o no, io ero certa che per vivere in pace con me stessa avrei dovuto ottenere quella vincita; dovevo solamente trovare un modo adatto.

Un momento dopo mi ritrovai teletrasportata in casa Haitani. Niente male insomma, ma sarebbe stato tutto più perfetto se Rindou non avesse avuto quell'espressione irritata. Il suo sguardo bruciava d'odio, ero certa che se avesse potuto mi avrebbe uccisa seduta stante. Non lo ammettevo mai a nessuno, ma sapevo bene che era colpa mia; ero io a non dargli mai pace e infine mi ritrovavo a lamentarmi per le sue continue vendette che non mi andavano mai giù. Ero convinta che soltanto io potessi osare, insomma.

𝐑𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔 || Rindou HaitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora