Chapter 10

488 55 128
                                    

«Con chi sto parlando?» gli chiesi.

«Shion Madarame.»

«Shion...» replicai.

«Shion, Shion, Shion...si, credo di averlo già sentito da qualche parte.» lo informai.

«Senti, se siete venuti fin qui per me allora avete fatto strada inutilmente. Non voglio far parte di nessuna gang per il momento. E adesso fatemi passare.» gli dissi infine cercando di spiegargli come stavano le cose, per poi sorpassarlo intenta a sparire da lì.

Mi chiedevo come potesse essere possibile che una sola mia domanda fosse già arrivata alla gang. Era così pazzesco che a stento riuscivo a crederci. Non mi ero decisa su cosa avrei dovuto fare e non ero obbligata a scegliere sul momento e con tutta quella fretta. Avevo tutto il tempo e nessuno me l'avrebbe sequestrato.

Appena sorpassato il biondo, pensai di avere la via libera, e invece mi sbagliavo. Afferrò il collo della mia maglietta riportandomi alla postazione iniziale, dinanzi a lui. Adesso che lo vedevo meglio, aveva uno sguardo parecchio inquietante; e quel grande tatuaggio che aveva sulla tempia non mi rassicurava affatto.

«Non si torna più indietro.» mi disse.

«Cosa vuoi?» ringhiai, ormai stufa di essere stata trattenuta lì per più di cinque minuti da gente che neanche conoscevo.

«Sai, la Tenjiku è già abbastanza grande, ma fa sempre comodo avere qualche membro in più, non credi?» mi chiese, senza mai togliere quello strano ghigno dalle sue labbra.

«Vuoi spiegarti meglio? Vuoi che ci faccia parte o no?» domandai in seguito, sperando di ricevere questa volta una risposta più chiara.

«Non è da tutti i giorni incontrare ragazze come te, che vogliono battersi intendo. Dovrei davvero credere che tu sia così tanto forte da poter entrare nella Tenjiku!?» mi chiese, ridacchiando sempre più forte.

Iniziava a farmi perdere la pazienza. Mi sottovalutavano. Mi sottovalutavano come tutti facevano, come Mikey aveva fatto. Sì, ero una ragazza, ma qual era il loro problema? Insomma, mi ero stufata di sentirmi dire sempre le stesse cose, e dette dallo spilungone che avevo davanti non faceva che peggiorare le cose.

Gli lanciai uno sguardo feroce prima di tirargli un pugno sullo stomaco, facendolo ripiegare su se stesso, e poi proseguire con un calcio che lo scaraventò poco più lontano da me. I presenti sembrarono perplessi e probabilmente era proprio quella la reazione che avrei voluto vedere; insomma, succedeva questo a chi mi sottovalutava troppo e vergognarmi di dirlo era l'ultima cosa che avrei fatto.

«Ho detto che non voglio entrare in questa gang.» gli dissi per un'ultima volta.

Shion si rialzò, si passò la mano davanti la faccia e ritornò a ghignare come suo solito.

«Dopo questa...la decisione non spetta più a te.» mi disse.

La situazione mi sembrava peggiorare ogni secondo di più. Di certo non era quella la mia intenzione, ma non potevo evitarlo ormai. Avevo un brutto presentimento e volevo andarmene al più presto, avevo bisogno di respirare aria pulita.

«Prendetela.» ordinò Shion ai suoi seguaci.

«Fatevi sotto.» farfugliai.

Stavano per attaccarmi, non poteva andare peggio insomma. Forse avrei potuto fare qualcosa, difendermi in qualche modo. Non era la prima volta che combattevo contro una sorta di banda di delinquenti, perciò non avrei avuto problemi...o almeno credevo. Erano tanti, davvero tanti, e iniziai a pensare che non sarei riuscita a tenergli testa per molto. Ero una sola contro più di venti persone, avrei dovuto trovare una soluzione.

𝐑𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔 || Rindou HaitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora