Chapter 34

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«Allora? Cosa vuoi?» gli chiesi.

«Torna qui, Rei, ti prego.» mi disse lentamente.

L'aveva detto in tono quasi supplichevole, non avrei immaginato lo sguardo che poteva avere in quel momento.

«Vuoi che torni? Dopo avermi lasciata?» gli chiesi.

Sapevo che fosse colpa mia, sapevo che non era sua intenzione, ma in quel momento era la mia coscienza a parlare e non riuscivo a fermarla. Dopotutto sapevo bene che anche a me mancava molto lui e che gli sarei saltata tra le braccia se avessi potuto.

«Sai che non volevo veramente farlo...» mi rispose con voce profonda.

«Ma l'hai fatto.» dissi diretta.

«Lo so, ma ero arrabbiato...non è una buona giustificazione, però ci tenevo a farti sapere che vorrei non averlo mai fatto.»

Dal suo modo di parlare non mi sembrava neanche lui. Non credevo che Rindou potesse arrivare a dire quelle cose con così tanta facilità; esprimersi in quel modo non era da lui.  Non lo conoscevo poi così tanto bene come credevo, aveva altri lati nascosti che dovevo scoprire.

«Per favore, perdonami.» aggiunse.

«E cosa pensi che accadrebbe se io ti perdonassi? Pensi che cambierebbe qualcosa?» gli chiesi.

«Torneremo a stare insieme...?» si domandò.

«No, Rindou, io non posso tornare lì!» esclamai.

«Per colpa mia, non è vero?»

«No, non è così. È stata mia madre a farmi venire qui e io non posso fare di testa mia e andarmene.» gli spiegai.

«Ma Rei, non puoi farmi questo! Sto impazzendo, credimi! Più i giorni passano, più sento di star perdendo la ragione!»

«Pensi che sia io a deciderlo? Pensi davvero che non voglia essere lì con te adesso?» gli chiesi, in cerca di una risposta sensata.

«Si, altrimenti non te ne saresti mai andata

Non riuscivo a capirlo, ancora una volta mi stava confondendo le idee. Un momento prima mi esprimeva i suoi sentimenti, e il momento dopo mi rinfacciava ogni cosa. Sapeva bene che bastava poco per farmi perdere la pazienza, ma a quanto pare voler litigare era proprio un suo grande desiderio, anche in momenti come questi.

«Mi prendi in giro, Rindou? Sappi che non è divertente.» gli dissi.

«Solo perché non ti piace sentirti dire la verità.»

«Se volevi arrivare a questo punto allora avresti fatto meglio a non chiamarmi! Non voglio più sentire la tua voce.» gli dissi, prima di riattaccare.

Ancora una volta non era quello che realmente pensavo, ma non avevo potuto fare a meno di dirglielo e fare in modo che ci distaccassimo ancora di più. Qualcosa non andava tra noi.

*

Ormai avevo iniziato ad abituarmi a quei giorni che passavano così velocemente da non rendermene conto. Un altro mese era passato. Non avevo più sentito Rindou, non l'avevo più visto, avevo iniziato a dedicarmi ad altro. Poi passò un altro mese, e un altro, un altro ancora. Passò un anno.

Avevo quasi dimenticato la forma della tua voce. Rindou aveva iniziato a dissolversi e non viveva più nella mia testa. Man mano che il tempo passava, lui svaniva lentamente e si portava con sé tutto ciò che mi aveva lasciato impresso nella mente.

I rapporti con la mia famiglia erano migliorati e ci eravamo uniti di più, dato che ormai la distanza non era più un problema. Non potevo evitare Takeru ogni giorno a causa del rapporto che avevano i nostri genitori, ma cercavo comunque di stargli alla larga. Non potevo lamentarmi di tutto questo, ma il luogo era pur sempre un problema. Io non ero riuscita ad abituarmi a quell'ambiente, non ero riuscita a fare mia la città, e non ero riuscita a sentire la stessa atmosfera che c'era a Roppongi.

𝐑𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔 || Rindou HaitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora