Chapter 17

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Era da più di mezz'ora che gironzolavo per la mia stanza, calciando di tanto in tanto i vari oggetti che mi ritrovavo davanti. Ero nervosa, irritata, le parole di Kyla non mi andavano giù. Sapevo di dover lasciar perdere, anche se Rindou avesse provato davvero qualcosa per me. Ma io non ci riuscivo.

Da una parte non volevo credere a Kyla. Non volevo illudermi, semplicemente perché sarei sembrata patetica. Ma volevo una conferma a tutti i costi. Non che mi interessasse tanto cosa pensasse Rindou, lo stavo facendo solamente perché io ero così, curiosa di scoprire la verità, e non potevo di certo cambiare questo fatto. Volevo chiederglielo io di persona e sentire con le mie orecchie la sua risposta.

Ma dentro di me continuavo a pensare che fosse impossibile. Insomma, non c'erano segni, prove, comportamenti che indicassero una certa simpatia nei miei confronti. Come potevo anche solo pensare che Rindou provasse qualcosa per me? Ero davvero una sciocca.

Uscii da casa, pronta per andare a disturbare casa Haitani. Probabilmente risultavo fastidiosa andando a trovarli ogni due per tre, ma poco importava. Appena arrivata suonai alla porta, ma nessuno venne ad aprirmi, il che era strano perché in quell'orario del giorno nessuno dei due usciva spesso in giro. Decisi di bussare questa volta, aspettai qualche secondo ma accadde la stessa cosa. Se non volevano aprirmi loro, allora avrei aperto la porta da sola; stavo violando la loro privacy, ma avevo cose più importanti a cui pensare.

«Sto entrando!» esclamai, prima di introdurmi all'interno della casa.

Appena dentro, però, rimasi sbalordita. Non solo perché effettivamente c'era qualcuno in casa, ma anche perché lì in salotto Ran osava baciarsi con Kyla. Sì, stavano insieme, questo non mi importava, avevano il diritto di fare quello che volevano; ma dovevano comunque darmi le giuste attenzione e aprire quella dannata porta.

«Ma insomma, che modi! Potevi almeno bussare!» si innervosì Ran.

«Ran...non hai il diritto di parlare in questo momento.» gli dissi, scandendo bene le parole.

«Hah? Che cazzo vuoi?»

«Apri bene le orecchie la prossima volta al posto di sbaciucchiare la tua ragazza.» risposi, prima di andare dall'altra parte della stanza.

«Non posso più baciare la mia ragazza adesso!?»

«Che schifo.» borbottai.

«Sparisci!» gridò infine.

Prese il telecomando posto sul tavolino e lo tirò in mia direzione, intento a colpirmi. E ci riuscì veramente, poiché non feci in tempo a schivarlo; e fece male, tanto da sentirmi pulsare la testa.
[Tratto da una storia vera]

«Perchè devi sempre ricorrere alla violenza?!» lo sgridai.

«Forse non hai capito, ho detto di sparire!»

«E va bene, va bene. Ma non finisc...»

«Vattene!» mi interruppe, strillando.

Scappai immediatamente nella stanza accanto e ripresi fiato. Non avevo avuto il tempo di chiedergli se Rindou fosse in casa, ma dubitavo si trovasse in giro, per questo motivo mi diressi verso la sua stanza sicura che fosse lì.

«Rindou!» lo chiamai, aprendo di scatto la porta.

Era sdraiato a letto quando entrai nella stanza; appena mi vide sussultò e nascose qualcosa sotto il suo cuscino, ma non mi soffermai molto su quello. Si alzò in piedi innervosito e come previsto iniziò a gridarmi contro; era una cosa che accadeva spesso, insomma, me l'aspettavo.

«Bussa prima di entrare nella mia stanza!»

«Non mi avresti mai aperto.» ammisi.

«Finalmente hai detto una cosa giusta. Esci.» disse secco.

𝐑𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔 || Rindou HaitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora