12.

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Jimin e Jungkook sarebbero finalmente andati a casa del padre di quest'ultimo così che Jimin potesse conoscerlo. Il ragazzo era ovviamente terrificato all'idea di come il sig. Jeon avrebbe potuto reagire.

"Che ne diresti se passassimo qualche notte lì?" Jungkook domandò la sera prima. "E poi Haneul dove dorme, stupido?" Jimin rise.

"E se ti dicessi che me ne sono già occupato?" Disse Jungkook. "Umm, nessun problema allora." Rispose il minore. "Sei sicuro?" Jungkook alzò un sopracciglio e Jimin annuì.

Il giorno dopo, mentre Jimin si assicurava che il seggiolino in cui Haneul dormiva fosse ben saldo alla macchina, Jungkook metteva le loro borse in auto.

"È identica a te, è pazzesco." Jungkook ridacchiò mentre iniziava il breve tragitto di venti minuti. "Io non la vedo tutta questa somiglianza. Penso sia solo negli occhi." Jimin fece spallucce.

"Anche il tuo naso." Il maggiore fece notare. "Il suo naso è troppo piccolino per dirlo." Il ragazzo rise. "Come vuoi, è comunque adorabile." Egli sorrise. "Ricordi quando dicevi di non volere figli, ora sentiti." Jimin rise.

"Non ricordarmelo." Jungkook roteò gli occhi in modo ironico.

La famiglia arrivò alla villa del padre di Jungkook, gli occhi di Jimin si spalancarono per un attimo. "Quindi tutta la tua famiglia è tipo, molto ricca." Egli dedusse. "Sì, abbastanza." Jungkook ridacchiò mentre si sporgeva dal finestrino per inserire il codice di accesso al cancello.

Parcheggiò davanti la casa, i due parlavano piano dato che Haneul dormiva. "Jungkook, sono davvero spaventato." Il ragazzo disse con il respiro tremolante. "Non esserlo." Il maggiore scosse la testa.

"Entriamo e basta, torno io dopo a prendere le nostre borse." Jungkook disse e Jimin annuì, slacciando con cautela la cintura che teneva saldo il seggiolino di Haneul per poi portarlo fino al portico dove c'era già il fidanzato.

Questo suonò al campanello, i due aspettarono qualche secondo prima che la porta si aprì. "Ciao papà." Jungkook lo salutò. "Ehi, che bello vederti al di fuori del lavoro per una volta." L'uomo più grande ridacchiò mentre la coppia varcava la soglia di casa.

Jungkook assomigliava tanto al padre, specialmente quando sorrideva. Egli era un po' più alto del figlio, aveva i capelli corti neri  e i suoi occhi avevano delle piccole pieghe negli angoli esterni quando sorrideva, proprio come il figlio.

"Papà, lui è Jimin." Jungkook glielo presentò, i due incrociarono lo sguardo. "Salve." Jimin mormorò, entrambi si inchinarono in segno di rispetto.

"Piacere di conoscerti, finalmente. Jungkook non la smette mai, e dico mai, di parlare di te." Egli rise. "Davvero?" Jimin colpì giocosamente il braccio del fidanzato.

"Certo che sì, sei così speciale per me." Jungkook sorrise, portando un braccio a circondare la vita del suo futuro marito. "E lei è..." Il sig. Jeon si rivolse alla bambina nel seggiolino che estava portando Jimin. "Haneul." Jungkook rispose.

"Che bel nome. Tua madre avrà una crisi quando scoprirà di avere una nipote." L'uomo rise.

"Lei non lo sa?" Jimin si girò verso Jungkook. "Te l'ho detto, non le parlo da anni." Jungkkok gli ricordò. "Beh, fatevi più dentro, fa freddo nell'atrio." Il sig. Jeon li fece accomodare nel soggiorno.

I tre si sedettero sul divano, il sig. Jeon abbassò il volume della TV per non svegliare la bambina. "Vuoi tenerla in braccio?" Chiese Jungkook prendendo delicatamente Haneul tra le sue braccia.

"Ma certo!" Suo padre sorrise quando Jungkook gli passò la bambina. "Wow, non è bellissima!?" Egli si complimentò, Jimin sorrise leggermente.

Il ragazzo stava iniziando a pensare che forse aveva esagerato a pensare che il sig. Jeon lo odiasse completamente.

Euphoria||Jikook [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora