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Ciao a tutti, come già vi avevo detto nel capitolo precedente, questo sarà un po' più lungo e intenso, con tante rivelazioni. Anche io rimasi un po' sorpresa. Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura!

1100 parole.

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Inizialmente, quella giornata sembrava procedere perfettamente. I due erano a casa e al sicuro con Haneul, ma Jungkook aveva una strana sensazione.

Ed egli si fidava sempre della sua intuizione, di fatti, più tardi quel pomeriggio, il campanello suonò. Jungkook e Jimin si guardarono straniti prima che Jimin gli passasse Haneul.

"Vado a vedere io." Jimin insistette, alzandosi e andando verso l'ingresso. Egli guardò fuori dalla finestra prima di aprire la porta d'ingresso, incerto di chi fosse la persona sul loro portico.

Era un'esile donna di mezz'età ed era vestita di tutto punto. I suoi capelli erano tagliati in un incredibilmente preciso caschetto e a Jimin la sua faccia sembrò quasi troppo familiare.

"Posso aiutarla?" Jimin parlò. "Sì, questa è casa di Jungkook?" Chiese la donna. "Sì, posso chiederle chi è lei?" Jimin domandò.

"Sono la madre di Jungkook." Ella rispose e gli occhi di Jimin si spalancarono leggermente, incapace di formulare la prossima frase.

Sapeva quanto Jungkook non volesse vedere sua madre, specialmente adesso, ma davvero non aveva scelta. 

"Posso entrare, per favore?" Ella chiese. "Uhm, c-certo, ma non credo che Jungkook vorrebbe parlare con te." Jimin la avvertì. "Dovrà parlarmi." Ella ribatté mentre Jimin la portava nel soggiorno.

Non appena Jungkook alzò lo sguardo per vedere chi si fosse presentato a casa sua così improvvisamente, spalancò gli occhi dalla rabbia più che dallo choc.

"Cosa ci fai qui?" Disse. "Ti ho detto che avrei voluto parlare con te appena fossi tornato a casa." La donna incrociò le braccia. Jimin prese Haneul da Jungkook, non volendo che fosse tra le sue braccia mentre l'uomo era arrabbiato.

"Non voglio parlare con te, voglio che te ne vada." Jungkook scosse la testa. "Non me ne vado. Ho bisogno di parlare seriamente con te e chiarire le cose. Non voglio passare ulteriori anni senza parlare con mio figlio."

"Avresti dovuto pensarci prima di andartene senza una spiegazione!" Jungkook alzò la voce.

Jimin se ne andò per lasciare i due da soli, portando Haneul nel giardino sul retro della casa così che la bimba non dovesse sentire i due discutere. A lui non importava se non potesse capire, semplicemente non voleva che sentisse.

"Sai quanto abbia provato a contattarti dopo che te ne sei andata?!" Jungkook stava iniziando a sentirsi più triste che arrabbiato. Era un ciclo senza fine che lei aveva causato.

"Mi dispiace per averti ignorato Jungkook. Sono davvero dispiaciuta, ma se solo mi lasciassi spiegare perché me ne sono andata..." Ella iniziò, sedendosi sul lato opposto del divano.

"Siediti, per favore." Sua madre istruì. Esitante, Jungkook si sedette, lanciando un'occhiataccia alla donna che stava incominciando a parlare.

"Tuo padre mi ha tradita, Jungkook." Ella confessò. Jungkook odiò la terribile sensazione che gli attraversò il corpo a quell'unica frase. Si sentì come se gli avessero sparato al petto mentre precipitava dal cielo.

Probabilmente la peggior sensazione di tradimento che avrebbe mai potuto provare nella vita.

"C-Cosa?" Egli espirò dopo qualche istante in cui aveva provato a elaborare l'informazione. "Non scenderò nei dettagli, ma l'ho trovato con un'altra donna una sera mentre tu eri fuori con i tuoi amici." Ella iniziò a spiegare.

"Decisi di tornare a casa prima dopo una sera fuori con alcuni dei nostri colleghi e credo che tu possa immaginare il resto da solo." La donna sospirò.

"Ero così arrabbiata con tuo padre. Lui provava così tanto a fingere che non fosse mai accaduto e aggiustare le cose ma io non riuscivo a togliermi l'immagine dalla mente. Faceva troppo male, quindi me ne sono andata." Disse.

"In quel momento non pensavo nemmeno. Presi la mia roba il più velocemente possibile e me ne andai. Non volevo nemmeno più guardarlo. E non mi ero nemmeno resa conto che tu non avresti avuto idea di ciò che stesse succedendo." Anche i suoi occhi si riempirono di lacrime.

"È stato davvero, davvero egoista da parte mia, e mi dispiace, Jungkook. Credo nemmeno tuo padre ti abbia detto perché me ne fossi andata. Credo fosse uno strano accordo indiretto di non dirtelo per non ferirti. Ma non mi sono resa conto di starti comunque ferendo ignorandoti dopo essermene andata, è solo che non riuscivo a guardarti perché mi ricordavi troppo tuo padre." Ella terminò, le lacrime le rigavano il volto.

"M-Mamma?" Jungkook iniziò, anche lui piangendo. "Mi d-dispiace." Egli scoppiò a piangere, sua madre si sedette più vicino a lui per abbracciarlo.

"Non a-avrei dovuto d-dirti alcune di quelle cose." Egli singhiozzò, la donna gli accarezzava la schiena per calmarlo. Ella non era tanto emotiva quanto lui in quel momento ma era felice che le cose fossero finalmente risolte tra di loro.

"È tutto ok, tesoro. Non te lo rinfaccerò. Avevi ogni diritto di essere arrabbiato con me." Ella annuì, sciogliendo l'abbracciò.

"Te ne andrai di nuovo?" Chiese Jungkook. "No, Jungkook, mi sono trasferita di nuovo qui." Ella disse con un piccolo sorriso.

"Perché?" Jungkook domandò e sua madre rise e basta. Egli posò lo sguardo sulla sua mano sinistra e poi guardò di nuovo sua madre con choc dopo aver notato che stesse indossando di nuovo la sua fede.

"Tuo padre e io ci risposiamo." Ella annunciò. "D-Davvero?! Sei sicura di volerlo?" Jungkook stava per ricominciare a piangere.

"Sì. Mentre eri via, io e lui ci siamo riscritti e abbiamo passato abbastanza tempo insieme da riconoscere i nostri errori, e abbiamo concluso che sarebbe meglio se tornassimo insieme." Ella sorrise e così Jungkook scoppiò di nuovo in lacrime.

Ciò che pensava non sarebbe mai e poi mai accaduto, stava accadendo.

"Faremo una cerimonia in autunno, Sei ovviamente il benvenuto." Disse la sig.ra Jeon. "Ci sarò." Jungkook annuì e si asciugò le lacrime prima di abbracciare di nuovo sua madre.

"Ora me ne vado. Tornerò domani dato che devo ancora formalmente incontrare tuo marito e tua figlia." Ella sorrise.

"Wow, non posso credere che tu sia sposato. Vorrei esserci stata." La donna si alzò, Jungkook la guidò alla porta d'ingresso.

"Ci vediamo domani, prometto che non vado da nessuna parte." Ella sorrise e lo salutò con un cenno della mano camminando verso la sua auto.

Jimin entrò in casa con Haneul qualche minuto dopo, la mise nel suo box pieno di giochi per poi andare verso Jungkook.

"Com'è andata?" Egli chiese e solo al pensiero di tutto ciò che fosse emerso, Jungkook scoppiò in lacrime per la terza volta in trenta minuti.

"Shhh, non piangere. È tutto ok?" Jimin sussurrò mentre Jungkook lo abbracciava forte.

"Le c-cose non potrebbero andare meglio." Egli rise tra le lacrime. "Sappi solo che ti amo tanto, Jimin. E non lascerei mai te e Haneul, non importa quanto complicate possano farsi le cose tra di noi." Egli sussurrò.

"È davvero dolce, ma stai bene?" Jimin era preoccupato. "Sto bene." Jungkook mormorò, staccandosi leggermente e Jimin gli prese il volto tra le mani, asciugandogli le lacrime con i pollici. 

"Ok, volevo solo esserne sicuro." Disse, avvicinandosi per baciarlo. "Ti amo tanto anch'io." Il ragazzo rispose dolcemente alla frase di prima. 

E così, Jungkook si sentì completamente tranquillo. Niente gli pesava più sapendo di avere finalmente nello stesso momento tutto ciò che aveva sempre voluto.

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Euphoria||Jikook [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora