capitolo 2

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Per smorzare l'attesa guardo un film

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Per smorzare l'attesa guardo un film.
Scelgo tra la lista il mio film preferito "Colazione da Tiffany".

Ha un significato importante per me, a tutti i miei compleanni, io e mia mamma ci prendiamo un giorno per noi, andiamo alla spa e poi ci guardiamo "Colazione da Tiffany". È una tradizione.

Non mi sono neanche accorta che mi sono addormenta a meta film, mi sveglio di soprassalto, sentendo qualcosa toccarmi.
La mano della signora di fianco a me è sopra alla mia, vorrei dirle di spostarla e che non mi piacciono i contatti indesiderati, ma sta dormendo.

E la vedo anche abbastanza preoccupata.
Controllo, sul monitor dinanzi a me, la nostra posizione e noto che manca solo un'ora, ciò significa che ho dormito per otto ore.

Non so che aspettarmi dall'Alaska, so solo che farà molto freddo.
Ho cercato qualcosa su North Pole, una piccola città. Da quanto ho letto è molto famosa per le decorazioni natalizie.

Non mi piace il Natale, nella mia famiglia il Natale, significa ritrovo di tutti i miei parenti.
E l'argomento principale è quanti soldi abbiamo fatto facendo del male alle persone.

Io volevo scappare da quella vita e forse questo viaggio è l'occasione giusta.

Io volevo scappare da quella vita e forse questo viaggio è l'occasione giusta

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Siamo in aeroporto ad aspettare questa misteriosa ragazza italiana.

Non sono molto felice dell'idea di avere un'altra ragazza in casa mia, non si sa mai.
Potrebbe rompere i precari e sottili equilibri che abbiamo in famiglia.

Ma Marilin sembra molto contenta, avere una sorella è sempre stato per lei qualcosa di magnifico e adesso la potrà avere.

Potranno divertirsi e truccarsi insieme, insomma fare cose da ragazze insieme.
Guardo il grande tabellone degli arrivi e indica che mancano solo pochi minuti all'atterraggio.
Marilin è su di giri all'idea di Kylie, infatti appena nota una ragazza bionda con due valigie si butta su di lei.

Letteralmente, l'ha fatta cadere. Mi avvicino a loro.

«Mar, l'hai fatta cadere.»
Le porgo una mano per rialzarsi, che afferra subito.
«Ehm grazie.» Mi dice, mentre si abbassa per prendere le altre valigie.
Non l'ho ancora bene inquadrata, ma avrò molto tempo per quello.

«Sono così contenta di conoscerti, e di averti in casa con noi. Sai io fratello non è il massimo a dare consigli.»
Dice mia sorella alla ragazza bionda.
«Come scusa?»
«Niente, fatti gli affari tuoi.»

Le serve una bella girata di chiave, ma daltronde è mia sorella, ha preso tutto da me.

Le serve una bella girata di chiave, ma daltronde è mia sorella, ha preso tutto da me

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Mi sembra una famiglia a posto.
Marilin è molto simpatica e sono felice che diventerà mia sorella.

Invece il ragazzo, che ho capito si chiama Elias, non lo capisco molto; sta sulle sue, senza dire molto.
Mi piacerebbe conoscerlo meglio.

Per quanto riguarda il presidente, è proprio un bell'uomo. Anche sua moglie molto gentile e disponibile.

Stiamo andando a casa, la mia nuova casa per due anni.

Non c'è la musica ,in macchina, e devo ammettere che mi manca ascoltare la musica italiana con i miei genitori.

Parcheggiamo davanti ad una casa, che sembra più una reggia, da quanto è grande e non oso immaginare l'interno.

«Ma è un castello, non una casa.»
Dico tra me e me, ma sembra che queste parole siano arrivate anche al ragazzo di fianco a me.

«Ci farai l'abitudine.»
Mi dice in un modo un po' scontroso. Lo osservo mentre, con la sua postura perfetta, entra in casa.

Afferro le valigie, ma il presidente, che mi ha detto di chiamarsi Luke, mi ferma.

«Adesso arriva la domestica a prenderti la valigia.»
Annuisco e ringrazio la povera donna che in cambio mi sorride.

Diamo inizio alle danze!

Entro in casa e una forte luce mi acceca, è tutto molto grande , i divani sono in pelle vera e i mobili di un legno pregiato.

«Cara, seguimi che ti mostro la tua stanza.»
Mi dice Roxi, la moglie di Luke.
La seguo su per le scale, da quello che vedo ci sono due piani e una soffitta.

La mia camera è al secondo piano.
È una camera graziosa, molto rosa e molto grande. C'è un letto a baldacchino con le tende rosa cipria.
Non è proprio il mio colore il rosa, sono abituata a vestirmi con le tute di pelle nera, per non farmi vedere durante gli affari.

«Grazie, è tutto ehm... rosa.» Noto, non mi piacciono molto i colori pastello o sgargianti, sono per i colori neutri.

«Si, la mia stanza e la stanza di Marilin sono al piano di sotto, invece la stanza di Elias è di fianco alla tua.»

Annuisco e aspetto che lei esca.
Sistemo i miei vestiti, negli appositi cassetti.

«Cazzo, quanta ricchezza.»
Dico, non accorgendomi che Elias è sulla porta. Anche la mia casa è una bella casa, ma questa è proprio magnifica.

«Non ti va bene? Perché se no sai dov'è la porta.»

«Ma come siamo scontrosi. Papino non ti ha insegnato la buona educazione?»
Sbotto infastidita dai suoi modi.

«Sai penso che il rosa non sia proprio il tuo colore.»
Ha ignorato la mia domanda.

«Hai ragione, non sono una principessina che fa del bene e si veste di tutto punto.»

Sono tutto il contrario di questo.
Sono una ragazza che si veste di nero e che purtroppo fa del male.

«Che caratterino. Dovresti ringraziare di averti ospitato.»
Ma come si permette. Io mi devo fare valere.

«Grazie, ora sparisci Principino.»

«Principino? Si penso che mi stia molto bene come nome.»

Mi sorride, prendendomi in giro.
Gli lancio un'occhiata gelida e decide di andarsene.

Abbiamo iniziato bene il primo giorno.


Il secondo capitolo come vi è sembrato?
Il prossimo capitolo lo pubblicherò mercoledì.
Grazie 💗

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