Mi sto preparando per riuscire con Mick. Sta mattina, mentre la professoressa di matematica interrogava, mi ha lanciato un bigliettino, chiedendomi se sta sera saremmo usciti.
E ora, la mia camera è un casino. Maglie su maglie, buttate nella piccola sedia rosa antico, pantaloni sparsi per terra. Chissà cosa penserà di me Lorel.
A Milano ero abituata a mettere top, e magliettine corte, quindi mi sono portata molte di queste. Ma la differenza è che qui, si muore di freddo.
Potrei chiedere qualcosa a Mar, ma non abbiamo la stessa taglia, lei, in confronto a me, ha molte più forme.
C'è la mia solita tuta di pelle nera, che mi guarda come se mi stesse dicendo ' Dai cosa aspetti, ad indossarmi?'.
Vero, cosa sto aspettando?
Ho tanti ricordi legati a quella tuta. Tanti ricordi non belli. Di solito è quella che uso, per "lavorare".
Alla fine opto, per un jeans blu scuro, e una magliettina bianca, che lascia scoperto parte della pancia e il mio percing all'ombelico.
Mi trucco leggermente, afferro la mia borsetta rosa Barbie e esco dalla mia stanza altrettanto rosa.
Frugo nella borsetta, nella ricerca delle chiavi, ma vado a sbattere contro qualcosa di massiccio.
Alzo lo sguardo e noto Elias, che mi osserva dall'alto.
"Ciao". Gli dico, mentre afferro le chiavi, con un portachiavi con la Torre Eiffel, preso in uno dei miei viaggi, turistici, a Parigi.
"Stai uscendo". Mh molto perspicace. Decido di rispondergli in un modo educato, e non strafottente come al mio solito.
" Si". Rispondo semplicemente, lui continua a fissarmi e poi scoppia a ridere.
"cos'hai da ridere?". Ribatto infastidita.
" Vuoi veramente uscire così?". Indica il mio outfit, per cui ci ho impiegato ore per sceglierlo.
" Cosa c'è di male?".
"Kylie, fanno 0 gradi lì fuori, e tu vai in giro a pancia all'aria."
" Sei per caso diventato mio padre?"
"No Kylie, dico solo che poi starai male."
Sto per ribattere, mentre lui si sfila la felpa, facendo intravedere parte dei suoi addominali scolpiti.
" Tieni, così ti risparmio la fatica di mettere quella di un altro".
Non mi lascia neanche il tempo per ribattere, che lui è già sparito oltre la sua porta, e io ho tra le mani, la sua felpa.
È una semplice felpa nera. Inconsciamente, porto la stoffa calda al mio naso, e inspiro il suo odore.
È un odore fresco, un misto tra menta e One Million.
Ho ancora l'immagine dei suoi pettorali, impressa nella mente, mentre percorro i gradini per raggiungere la porta.
Faccio un gradino e poi un altro, e penso che il ragazzo al di là della porta, non è quello con cui voglio stare, al momento.
Al momento, vorrei capire perché mi ha dato la sua felpa, perché mi ha detto quella frase?
Perché dovrebbe risparmiarmi, la fatica di mettere la felpa di un altro?
E poi come fa a sapere, che sto uscendo con un ragazzo?
Poi la risposta si palesa in me, Marilin; oggi a pranzo ha detto a tutti che sarei uscita con Mick, l'ha detto anche a lui.
" Ciao Kylie". Mi saluta, sventolando la mano, Mick.
"Ehi, dove andiamo?".
Non è venuto in macchina, il che non è un bene, aveva ragione Elias, si gela qui fuori.
Per un momento rimpiango di non essere rimasta a casa.
" Qui vicino, c'è un bel posticino."
" Spero sia caldo, e molto vicino".
Ribatto, lui mi sorride timidamente.
" E' caldo, e vicino. Basta svoltare quell'angolo e ci siamo".
Annuisco. In pochi minuti raggiungiamo, il piccolo locale.
Appena entriamo, il calore del camino, s'insinua nelle ossa fredde.
È un piccolo locale, che mi ricorda molto le piccole locande della montagna, tanti tavoli e sedie in legno, tovaglie a quadretti e l'aria di accoglienza.
Ci accomodiamo ad un tavolo; Mick inizia a parlare del più e del meno, dei suoi viaggi in giro per il mondo, della scuola e poi della sua famiglia.
Qualche volta commento, mentre continua ad ascoltarlo.
È una bella presenza, diciamo che non c'è stato imbarazzo.
" Bella quella felpa, dove l'hai comprata?"
Mi chiede, per un momento vado in panico. Non so cosa rispondergli, non so se mentire o dire la verità.
Infine opto per una mezza verità, o mezza bugia.
" Me l'ha prestata un amico".
Annuisce e rincomincia a parlare, tra un sorso di cioccolata e un nuovo aneddoto.
Stiamo davanti la porta di casa mia, ha insistito per riaccompagnarmi e non ho potuto rifiutare.
Si avvicina a me e mi lascia un bacio a stampo.
Sgrano gli occhi, incredula del gesto che ha fatto. Stiamo spesso insieme, ma non me lo aspettavo così presto.
" Ehm scusa, ecco io... tu mi piaci Kylie, in realtà te lo volevo dire alla locanda, ma non volevo rovinare l'atmosfera e..."
Sta divagando troppo, quindi decido di fermarlo.
" E' tutto okay Mick, veramente. Solo che non me lo aspettavo".
" Okay, allora posso ribaciarti?"
È un ragazzo davvero carino e simpatico, quindi perché no?
Mi avvicino a lui e gli do un bacio casto.
" Buonanotte Mick".
Lui ricambia il saluto. Prima di entrare in casa, però mi accorgo di una presenza, Elias ci stava guardando dalla finestra, appena porto lo sguardo su di lui, chiude la tenda frettolosamente.
Beccato.
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fammi tua
RomanceQuali tre parole per descrivere la mia famiglia sono meglio di pizza, criminalità e mandolino? Nessuna. Com'è vivere in una famiglia mafiosa per una ragazza di 16 anni, a cui le viene imposta una nuova missione. Kylie deve andare in Alaska per prot...