Ho passato l'ennesima notte insonne. Ma non perché stavo ripensando al bacio con Mick, ma stavo pensando al ragazzo della finestra, nonché lo stesso ragazzo che vive con me.
Ero indecisa se riportargli la felpa o no.
Si o no?
Si o no?
Tutta la notte così, finchè verso le 4:45 del mattino, ho preso coraggio e ho bussato alla sua porta.
È la quinta volta che busso. Ma cosa mi è venuto in mente? È ovvio che sta dormendo tranquillo, quello che dovrei fare pure io.
Faccio dietrofront, per ritornare nella mia camera, la sua felpa gliela ridarò domani.
" Perché cazzo, stai bussando alla mia porta alle 5 del mattino?"
Sussulto sentendo la sua voce roca. Mi giro verso di lui, è senza maglietta e il suo busto tonico, contornato da dei lievi addominali, mi distrae.
" Quindi?"
Mi dice, mentre cerca di sistemarsi i capelli arruffati.
" Ecco...io"
Non ci posso credere, non mi sono mai comportata così davanti ad un ragazzo.
"Tu, cosa?"
" Volevo riportarti la felpa, magari ne avevi bisogno"
Dico, riprendendo fiato.
" E lo dovevi fare alle 5 del mattino?"
" Tecnicamente sono le 4:50"
Ribatto tranquilla, la temperatura corporea scesa di qualche grado, fortunatamente.
" Tecnicamente non me ne frega un cazzo".
" Giusto".
Cos'altro mi sarei dovuta aspettare da lui. Gli lancio la felpa nera, con ancora il mio profumo addosso, e lui l'afferra senza fatica.
Ritorno nella mia stanza e la chiudo piano, per non svegliare nessuno.
Ma cosa mi è venuto in mente?
Però avevo voglia di vederlo.
Non so in che rapporti siamo, non siamo amici, ma non siamo neanche nessuno.
Non so cosa voglio essere per lui.
Probabilmente sto facendo, tutti questi ragionamenti strani, perché mi manca casa.
Perché mi mancano mio fratello e mia mamma.
Mi appisolo sul letto, pensando agli occhi color mare del mio piccolo fratellino.
Cazzo.
Impreco, c'è qualcuno che sta per buttare giù la porta di camera mia, proprio adesso che ero riuscito ad addormentarmi.
" Perché cazzo, stai bussando alla mia porta alle 5 del mattino?"
Kylie è in piedi davanti a me, ha i capelli spettinati e una faccia assonnata. Porta un pantalone della tuta grigio, che le fascia perfettamente il sedere e una maglietta oversize bianca.
È proprio bella.
" Volevo riportarti la felpa, magari ne avevi bisogno"
Non me lo aspettavo, ammetto che sono stupito. Forse speravo in qualcosa d'altro.
Dopo aver visto quel bacio con quel Nick, qualcosa in me è cambiato.
Mi lancia addosso la felpa, e ritorna nella sua stanza.
Non le tolgo gli occhi di dosso, finchè è dall'altra parte del muro.
Probabilmente è venuta da me, perché non riusciva a dormire e non sapeva cosa fare.
Di certo non è venuta da me, perché voleva vedermi.
Però io ho voglia di vederla ancora.
Non so se bussare alla sua porta e andare da lei, o ritornare nel mio letto, consapevole che non riuscirò mai ad addormentarmi.
Ascolto l'istinto e decido, di aprire la sua porta.
C'è solo uno spiraglio di luce della luna, guardo verso il suo letto e la vedo raggomitolata su se stessa.
Mi perdo a fissarla, per un po' di minuti.
Faccio la cosa più giusta, ritorno in camera.
"Sogni d'oro Barbie".
Come mi aspettavo, mi sono addormentato, solo quando le prime luci rosate, dell'alba sono comparse.
Non so come rendere il mio aspetto, più decente. Le occhiaie si vedono fin troppo, potrei chiedere a Mar quel coso che serve per toglierle.
Mi sembra si chiami sbianchetto.
No forse quello è quello per le penne.
Faccio qualche passo in corridoio, ho ancora addosso i pantaloni del pigiama. Vorrei tanto raggiungere Mar, al piano sotto, ma non ho le forze perciò busso, all'altra ragazza in casa mia.
" Ehi"
Sembra essere riposata, inoltre, al contrario mio, è già vestita con un paio di leggins neri che le fanno risaltare il sedere tondo, e una semplice felpa rosa.
" Quindi? Ti serve qualcosa?"
Mi sono soffermato a guardarla, che ho smesso di ascoltarla. Passo per l'ultima volta lo sguardo, sulla sua figura snella e poi entro in camera sua.
" Non ti ho dato il permesso".
Mi siedo su una sedia, che trovo posta davanti alla piccola scrivania.
" E' casa mia. Non chiedo il permesso".
" Maleducato". Borbotta a bassa voce.
" Comunque, come ben puoi vedere, per colpa di qualcuno, mi sono ritrovato con due occhiaie nere, enormi".
Le spiego il mio problema, lei sembra capire e afferra un aggeggio con un altro aggeggio, rosa e molle.
Con un pennellino, porta un po' del prodotto appena sotto all'occhio e inizia a sfumarlo con quella cosa rosa.
Per fare meglio il suo lavoro, si intrufola tra la mia sedia e la scrivania. In un gesto istintivo metto le mani, al lato dei suoi fianchi, come ad intrappolarla.
A quel leggero contatto sussulta, ma continua il suo lavoro.
" Ecco, come nuovo".
Non dico niente, resto seduto sulla sedia, con i miei occhi incatenati ai suoi.
" Forse è meglio se vai a prepararti".
Dice con un filo di voce, io annuisco e sposto le mie mani, per farla passare.
" Com'è andata la serata ieri?"
Le chiedo, lei si gira verso di me tranquillamente e risponde con un semplice "Bene".
" Bacia bene, il signorino?"
" Abbastanza, ne ho avuti di meglio".
Ammette tranquilla. Qualcosa dentro di me si smuove, mi alzo di scatto ed esco dalla porta, senza neanche ringraziarla per la cosa che mi ha fatto sul viso.
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fammi tua
RomanceQuali tre parole per descrivere la mia famiglia sono meglio di pizza, criminalità e mandolino? Nessuna. Com'è vivere in una famiglia mafiosa per una ragazza di 16 anni, a cui le viene imposta una nuova missione. Kylie deve andare in Alaska per prot...