"Ragazzi, com'è andato il primo giorno?"
Chiede Luke, in macchina. Effettivamente, non pensavo che sarebbe venuto lui a prenderci, ero sicura che avesse mandato il suo autista personale.
Il primo giorno di scuola, non è iniziato per niente bene.
Son già stata convocata in presidenza. E ho incontrato quel coglione, che preferirei evitare."Bene."
Rispondo, mentendo. Elias, seduto nel sedile anteriore, mi lancia un'occhiata tramite lo specchietto.Ignoro l'occhiata e continuo a rispondere ai soliti messaggi di mamma.
COME STAI PICCOLINA?
MAMMA HO 16 ANNI! COMUNQUE BENE. VOI?
BENE TESORO, CI MANCHI.
ANCHE VOI MI MANCATE.Non sono mai stata lontana dalla mia famiglia, per così tanto tempo. E la persona che mi manca più di tutti è Tony.
Scendiamo dalla lussuosa auto ed entriamo in casa.
"È pronto il pranzo."
Ci comunica la domestica, Dorota.
"Non ho tanta fame."
Rispondo, la signora annuisce.Mi si è chiuso lo stomaco; pensare a mio fratello, lì da solo e indifeso mi fa stare male. È un brutto ambiente dove sono cresciuta e ho sempre cercato di renderlo meno brutto per mio fratello.
L'unica persona che da un po' di colore a tutto quel nero è mia mamma, è sempre stata molto positiva; cercava di mascherare tutti gli affari loschi di mio padre, e ha lottato affinchè io non venissi addestrata, ma non ci è riuscita.
Mio padre quando vuole una cosa la ottiene, nei buoni o nei cattivi modi.
Sono stati sempre più i cattivi che i buoni.
La sua vita sono gli affari e mia madre, nonostante tutto, non hanno mai smesso di amarsi.
Lei ha accettato il lavoro di mio padre e lui ha accettato alcune condizioni imposte da mia madre.
Si sono conosciuti a scuola quando avevano 14 e 15 anni, da lì non si sono più lasciati.Dal fuori possono sembrare persone che si divertono e frivole, ma il loro amore va al di sopra di ogni pregiudizio.
Mio fratello mi manca immensamente.
Senza neanche pensare, afferro il telefono e compongo il numero."Pronto?"
"Cucciolo, sono io."
"Oh kyl."
Urla entusiasta.
"Come va?"
"Monotono, papà è sempre indaffarato e mamma lo segue dappertutto."
"Tu sei a casa da solo?"
" Si, ma stai tranquilla."Non mi piace che lui stia in casa da solo, il quartiere, non è male ma non si sa mai.
Vivevo in un quartiere in centro a Milano, anche se la mia famiglia è originaria della Sicilia.Ci siamo trasferiti, alla mia nascita e siamo andati a vivere in uno dei quartieri più ricchi di Milano.
Può sembrare strano, ma sono l'unica della mia famiglia che non ha mai preso l'accento siciliano."Stai attento. Non aprire a nessuno."
Bofonchia un si e poi mi saluta."Scusa, ti ho portato un panino, oggi non hai mangiato niente. Non va bene dolcezza."
Dorota è sempre gentile con me."Grazie, vuoi sederti a parlare un po'?"
Le chiedo, un'amica al momento mi servirebbe.
" Eh non so se posso."
Non le faccio finire di parlare che l'ho già trascinata sulla poltrona di fianco al mio letto.- E quindi questo Jacob, ti stava dando fastidio?"
È da circa un'ora che stiamo parlando del più e del meno.
" Jason, mi sembra che si chiama, anche io l'ho chiamato così e mi stava per picchiare."
"Che stronzo."
Dice con l'accento britannico. Scoppio a ridere e lei insieme a me."Mh signora Dorota, cosa ci fa qui?"
Scaccio via le lacrime della risata e osservo Elias, che nel mentre è entrato nella mia camera. Improvvisamente l'aria si fa tesa e non vedo più il sorriso sulle labbra di Dorota."È colpa mia, l'ho trattenuta io."
"E perché mai?"
Mi chiede con aria di sfida."Volevo parlare con qualcuno."
Annuisce, intanto Dorota scappa dalla ramanzina che gli avrebbe fatto, se non lo avessi trattenuto.
"È una signora gentile, non dovreste trattarla così."
"Io non la tratto male, deve fare il suo lavoro."
Ribatte tranquillo."Infatti, non ho detto che solo tu la tratti male."
Rispondo.
"Perché ti serviva parlare con qualcuno"
"Perché a te no?"
Domando. In realtà parlare con qualcuno serve tanto."Si, non ho mai detto il contrario."
"Bene."
Lo vedo allontanarsi per raggiungere la porta.
"Se hai bisogno di parlare".
Gli dico. Lui si volta verso di me e mi fa un accenno di sorriso. Gira le spalle e se ne va."Non lo capisco."
Borbotto. Non ho mai capito, se ha piacere della mia presenza in casa sua o no.
Non ho mai capito, perché si è preso il pugno destinato a me.Non lo capisco proprio.
Eccoci qui.
Kylie che non capisce i ragazzi è un po' tutte noi.
Vi è piaciuto?
Grazie 💛 Alla prossima
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fammi tua
RomanceQuali tre parole per descrivere la mia famiglia sono meglio di pizza, criminalità e mandolino? Nessuna. Com'è vivere in una famiglia mafiosa per una ragazza di 16 anni, a cui le viene imposta una nuova missione. Kylie deve andare in Alaska per prot...