capitolo 23

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"And that's why I need a one danceGot a Hennessy in my handOne more time 'fore I go"

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"And that's why I need a one dance
Got a Hennessy in my hand
One more time 'fore I go"

Sono due ore che Jack e il suo amico cantano Drake a squarciagola. Fino a poco tempo fa pensavo fossero dei criminali, ora penso che siano solo delle ragazzine che cantano Drake. Non sono abituata ad avere a che fare così. Peró io amo Drake quindi canto insieme a loro.

"Higher powers taking a hold on me
I need a one dance"
Continuo a cantare. Il pelato, che non sta guidando, si gira verso di me continuando a cantare.
" Brava ragazzina." Gli sorrido. Poi mi rendo conto che non so il suo nome, in realtà non so niente di loro, ma é proprio il lavoro di criminale, quindi noi non dovremmo sapere niente di loro. Ma almeno un nome può dirmelo. " Come ti chiami?" Chiedo sovrastando la musica. " Travis." Mi risponde. " Ah come Travis Scott" Commento. So quasi tutte le canzoni di Travis a memoria, mio fratello ne é ossessionato. Quindi la sua playlist varia dalle canzoni di Travis a quelle Di Liltjay.

" Ragazzina dicci una canzone di Drake da mettere." Mi chiede Jack. Penso la prima che mi viene in mente e gliela comunico. " Mh Finesse". Dopo pochi secondi dalle casse della macchina escono le prime note della canzone.

Tra una canzone di Drake e l'altra arriviamo a North Pole. " Bene, ora ti devo bendare. Tranquilla dieci minuti e arriviamo." Mi dice Travis. Beh almeno sono organizzati. Non oppongo resistenza. Sono sicura che riuscirò ad uscire da questa situazione illesa, con o senza l'aiuto di Elias.

Non ho mai avuto esperienze di rapimento, anche perché nessuno é mai andato contro a mio padre, e tutti sanno quanto io sono importante per lui.Ebbene sì, questo é il mio primo rapimento, dove io sono la vittima. La macchina inizia a rallentare, la ghiaia sotto di noi scricchiola, fino a che la macchina si ferma del tutto. Qualcuno mi preleva e mi conduce verso una struttura , non vedo niente, perché ho ancora la benda. Appena entriamo peró gli convinco a slacciarmela. " Okay, ora te la slaccio." Dice Jack. Dopo avermi slacciato la benda incomincio a guardarmi in torno, analizzando i punti di uscita, però facendo in fretta perché sono sicura che tra poco mi porteranno da qualche parte, e non mi faranno più uscire.

La prima via d'uscita che intravedo sono le numero finestre, poste una vicino all'altra. Sembra di essere dentro ad una casa trasparente, ma in realtà é l'unica parete con delle finestre. Dalle finestre intravedo degli alberi innevati, tanti alberi, sarà sicuramente un bosco. " Seguici ragazzina." Seguo Jack e Travis, continuando a guardare. Un istante prima di entrare nella mia stanza, vedo un condottò d'aria che potrebbe ritornarmi utile.

" Starai qui dentro finché quello stupido di Elias, non ci consegnerà i soldi." Dice uno. All'improvviso mi accorgo che non so perché Elias deve tutti quei soldi a loro. " Perché vi deve dei soldi?" Chiedo. " Droga, corpi e..." All'improvviso Jack tira una manata in testa a Travis, che il poveretto si porta una mano a massaggiarsi il punto colpito. " Stai zitto deficiente. Non deve sapere queste cose. Il capo non vuole." L'altro si scusa e poi spariscono, però prima chiudono la mia porta a chiave.

Il capo non vuole? Chi é il loro capo? E cosa non vuole che io sappia? E invece Travis mi é stato molto utile ha accennato qualcosa su della droga e su dei corpi. Quali corpi?

Mi stendo su un materasso sporco, che presenta anche dei buchi qua e là. Non c'è molto in questa stanza: un materasso, appoggiato alla parete, una sedia con un tavolino, con sopra un bicchiere d'acqua mezzo pieno, o mezzo vuoto. Non ci sono finestre, quindi sarà già più complicato uscire da qua.

" Toc Toc Principessa. Ti abbiamo portato da mangiare." Una piccola sveglia sulla parete segna le sette e trenta di sera, e dalla porta compare Travis, sembra totalmente un'altra persona ha dei pantaloni eleganti e una giacca nera. " Wow Travis, perchè sei vestito così?" Chiedo mentre addento un pezzo di pane che mi hanno portato, insieme a del pollo.

" Io e mia moglie facciamo dieci anni di matrimonio, la porto fuori a cena." Dice mentre sorride. " Auguri." Gli dico ricambiando il sorriso. Non é per niente la persona che mi aspettavo, non é cattivo, anzi é gentile, per lo meno la maggior parte delle volte. " Perché sei così gentile con me?" Chiedo incuriosita. Lui non sembrava aspettarsi questa domanda. Ma risponde comunque. " Perchè lui non lo sarà." Dice vago. " Ora devo andare. Buona notte."
Sta palesemente scappando da me e dalle domande che gli avrei fatto riguardanti questo capo.

Ne ho spesso a che fare con capi, non é semplice contrattare con i boss mafiosi, ma come si può vedere sono ancora viva, quindi non ho paura.
" La paura é per i deboli." Dice spesso mio padre. Non é vero, non é per i deboli. Tutti possono avere paura. La paura é soggettiva, tu puoi avere paura della morte, io dei ragni. O di rivivere certi momenti, o di mio padre.

Tony, mio fratello, un giorno mi ha confessato che aveva paura di piangere, perché aveva paura che mio padre lo sgridasse o che facesse male a qualcuno. L'ho abbracciato e gli ho detto che piangere non fa bene, anzi é un gran male.
E ho detto una grande bugia, perché piangere non fa male, piangere fa bene in alcune situazioni, ma almeno lo avrei spaventato così tanto che non avrebbe più sofferto per le lacrime, in questo modo nessuno si sarebbe fatto del male.

Quindi si ho detto a mio fratello più piccolo, che piangere é una cosa atroce, orribile e che non é ammessa nella nostra casa.
In questo modo nostro padre non l'avrebbe più visto piangere, e nessuno si sarebbe più subito del male. Ma io piango tutte le sere. Le mie lenzuola sono impregnate dalle mie lacrime. Ma questo mio fratello non lo sa.

Ho mentito a mio fratello. Ma tranquilli é una bugia bianca. Ho solo salvato delle persone.

Grazie💛

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