31. Se son rose fioriranno

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"Ciao ragazzi, due biglietti?"
"Li abbiamo già grazie"

Minho gli passò i biglietti e poi si voltò verso di me.

"Che numero hai di piedi?"

Alzai le sopracciglia confuso.

"Per i pattini"

Che figura di merda.

"40"

Arrossii e cercai di nascondermi nel colletto del mio giubbino.

"Due 40. Ci può dare anche una chiave per un armadietto?"

Mi diede i pattini e mi disse che sarebbe stato meglio rimanere in felpa perché dopo il primo giro di pista avremmo sudato.

Okay, arrivati a questo punto sono io che vedo il flirt ovunque, OVUNQUE.

Mi spogliai e lui, dopo che chiuse i nostri giubbotti nell'armadietto, tornò da me, mi si sedette accanto e si tolse le scarpe.

"Riesci a metterli?"
"Sì sì"

Gli risposi senza pensarci troppo, ma quando arrivò il momento di chiudere quegli oggetti del demonio, restai immobile a guardare Minho mentre chiudeva i suoi cercando di capire come cacchio si facesse.
Si girò verso di me e io sobbalzai.

"Vuoi... Una mano?"

Mi domandò ridacchiando e io annuii semplicemente.

Mio dio che vergogna.

Si chinò e mentre fece scattare quei cosi con due click, i nostri sguardi si incrociarono.
Anche lui si imbarazzò e lo distolse in una frazione di secondo poi si rialzò e mi tese la mano.
L'afferrai con un sorriso e poco dopo ci ritrovammo all'ingresso della pista.

"Pensavo fosse più piccola"
"Effettivamente lo sembrava da fuori"

Mi avvicinai e misi il primo piede sul ghiaccio.

Porca troia aiuto.

Per non cadere mi attaccai ai suoi fianchi, finendo inevitabilmente con il viso a pochi centimetri dal cordino dei suoi pantaloni della tuta.

"Tutto bene Jisung???"

Che faccio?
Se mi tiro su vede che sono fucsia, ma non posso nemmeno stare in questa posizione troppo a lungo.

Prima che prendessi una decisione io, lo fece lui.
Appoggiò le mani sui miei fianchi tirandomi su di botto.

"Facciamo che ti tengo io per i primi giri"

Senza dire una parola fece scivolare la mano sulla mia e incrociando le nostre dita iniziammo a pattinare, o meglio, lui pattinava, io venivo trascinato in giro cercando di non scontrarmi contro ogni persona presente in quella pista.
Dopo il terzo giro presi più confidenza, sia con i pattini che con la vicinanza con Minho.

"Impari in fretta vedo!"
"Sei tu che sei bravo a guidarmi... Però non mi lasciare per favore"

Rise e all'improvviso mi attirò a sé facendomi scontrare contro il suo petto.

"Oh oh oh ohhhh, cado!! Non lasciarmi!"
"Ahahahahha Jisung sei uno spasso"
"Come ti pare, ma tu non lasciarmi!!!"
"Non preoccuparti che non ti lascio andare stavolta"

Senti le sue braccia stringermi un po' di più.

"Dai dai pattiniamo ancora"

E così facemmo per più di un'ora.
Sicuro domani avrò le gambe bloccate.

"Che ne dici di una cioccolata?"
"Assolutamente sì, devo recuperare le energie spese"
"Caffetteria qui all'angolo?"
"Perfetto!"

Non ci posso credere, sono in un bar a bere una cioccolata calda con il ragazzo che mi piace... E non ho paura di fare casini.
Soffiai sulla tazza e con la coda dell'occhio buttai uno sguardo a Minho.
Anche lui mi stava guardando.
Ancora.

"Ti senti tranquillo con me oggi?"

Così!? A caso!?! E proprio mentre lo stavo pensando anche io!?

"S-sì... E tu?"
"Io mi sono sempre trovato bene con te, Jisung"

Mi sorrise e lì, in quella caffetteria, in quell'istante, ebbi un'illuminazione, un preludio di quella che sarebbe stata la mia vita come amico di Minho.
Non c'è malizia in ciò che fa, lo fa perché gli va di farlo e se lui vede in me un buon amico, chi sono io per imporgli il mio sentimento?
Con calma le cose andranno come devono andare e io rimarrò qui ad aspettare di vedere che cosa succederà.

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