5. Pudding~

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È divino.
Quando dico -o meglio quando penso- che Minho sia un dio, non è per scherzare.
Impossibile che un essere umano sia così... Così... Perfetto.
Ci sono, Lee Minho, è l'essere perfetto.
Mmh no, paragonarlo a Cell di Dragonball non credo sia il migliore dei complimenti...
Anzi, forse devo proprio smetterla di fare questi assurdi confronti con gli anime.
Però... Quanto è bello...

Appoggiai il gomito sul mio ginocchio e mi sorressi la testa con la mano.

Illegale.

Inclinai di poco il collo e mi concentrai su Hyunjin.

Aveva ragione, balla davvero bene.
È energico, scattante, impulsivo.
Proprio come il suo carattere, trasmette esattamente ciò che è.

Tornai su Minho.

Anche lui, infatti trasmette illegalità.

Sospirai e quando la campanella suonò, tutti i ragazzi del club batterono le mani e sgattaiolarono negli spogliatoi.

E ora, dopo un'oretta e mezza di Minholandia si ritorna sul pianeta Terra.

Sospirai di nuovo e aspettai il mio quasi vicino di casa che uscì per primo.

"Allora??? Come ti sono sembrato???"
"Sei molto bravo Hyunjin"
"Tutto qui??? Sei molto bravo Hyunjin???"

Alzai gli occhi al cielo.

"Quando balli cambi completamente vibes, diventi un'altra persona, sei disinvolto ed energico e a guardarti si percepisce la tua passione per la danza"

Mi squadrò aggrottando le sopracciglia.

Mi sono lasciato trasportare troppo, che vergogna!
Non ho mai detto ad alta voce quello che penso veramente per evitare che la gente mi giudichi, ma ora ho mandato tutto in fumo!
A momenti non so neanche chi cavolo sia la persona che ho di fronte e-

Hyunjin mi prese le mani e le strinse forte.

"Sono contento!! Sono super felice!"

È contento delle mie parole???
Non ha pensato... Nulla di male... Su di me...

Sorrisi sincero.
In quell'istante uscì anche Minho.
Hyunjin mollò la presa e lo salutò calorosamente ricevendo di tutta risposta un piccolo cenno.
Io abbassai lo sguardo per l'ennesima volta.
È più forte di me, non riesco, non ce la faccio.

Sulla strada del ritorno quel ragazzo non fece altro che parlare e parlare, si fermò soltanto quando arrivammo di fronte al nuovo caffè vicino scuola.

"Fanno un sacco di pudding qui!"
"Già"
"Quanti cavolo di gusti hanno!? Sembrano uno più buono dell'altro!"

Si esaltò Hyunjin, spalmandosi sul cartello all'ingresso.
Restai ad osservarlo a debita distanza, sperando che si staccasse senza fare altre figuracce.

"Sì, confermo"
"Confermi??? Ci sei stato!?"
"Sì qualche giorno fa"

Devo avergli fatto scattare qualcosa in quella sua testolina sempre in movimento perché all'improvviso si avvicinò al mio viso e me lo prese tra le mani.

"Come hai osato venirci qui da solo! Veniamoci insieme venerdì pomeriggio, intesi?"

Annuii e lui anziché liberare la presa, mi strinse a sé dalle spalle.

"Bene bene e ora... Devo fermarmi al mini market, ci metterò giusto un minutino"

Immagino sia il suo modo di costringermi ad accompagnarlo...

Sbuffai e mi feci ammaliare dal suo entusiasmo.

"Siii! Per sdebitarmi venerdì dopo scuola offrirò io!"

*Venerdì dopo la scuola*

Ti pareva...
Mi ha paccato.
A quanto pare Hyunjin ha davvero degli amici oltre a me.
Beato lui.

In quel momento mi arrivò un messaggio di Felix.
È una sorta di equilibrio cosmico che mi sta ricordando il mio unico rapporto sociale?

Sghignazzai da solo per quel pensiero e dopo avergli risposto rimisi via il cellulare.
Mi sistemai lo zaino sulla spalla e ripresi a camminare.
Arrivai di fronte alla caffetteria e mi soffermai a leggere il menù.

L'altra volta ho preso il pudding classico, potrei provare quello al caramello...
Se avessi avuto il numero di Hyunjin gli avrei mandato una foto per fargli invidia.
La prossima volta glielo chiederò.

Appoggiai la mano sulla porta d'ingresso ed entrai.
Mi guardai attorno cercando un tavolo libero.

"Ciao, sei da solo o aspetti qualcuno?"

Appena mi voltai rimasi impietrito.

Lee cazzo Minho davanti ai miei occhi.
Davanti ai miei occhi con addosso la divisa da cameriere.

Aprii la bocca per rispondergli, ma le parole mi morirono in gola.
L'unica cosa che fui in grado di fare... Fu di alzare i tacchi e fuggire.
Fuggii letteralmente dal bar.
Non mi misi a correre.
Con estrema calma e nonchalance gli voltai le spalle e me ne andai, pregando di essere investito.
Sarebbe andata bene anche una vecchietta in bici, l'importante era che subissi un trauma abbastanza potente da convincere mia madre a non farmi andare a scuola i giorni seguenti.

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