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Capitolo ventitré di Difficult.

Capitolo ventitré di Difficult

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Sabato.

«Quindi Vlad è stato una notte intera ad aspettarti fuori dalla porta della stanza di mio fratello?»
«Si ma non era la prima volta» rispondo ad Andromeda che continua a fare domande. Prendo il lucida labbra e, avvicinandomi allo specchio continuo a metterlo senza rivolgerle lo sguardo.

«Mh. Ed è per questo che ora non vuole più stare in camera?»
«Ma no, starà fuori a fumare semplicemente» alzo le spalle.
Non mi interessa di lui basta. Se ha intenzione di farsi Cassie facesse pure. Io sto bene così. Con Josh.

Quando sono tornata stamattina, io e And abbiamo deciso di vederci in caffetteria dato che Noah doveva andare a finire dei progetti da qualche parte, e anche lì Vladimir ha preferito aspettarci fuori. 
Anche mentre tornavamo ai dormitori è rimasto più dietro, ed ora non vuole salire in camera. Ma sono problemi suoi.

Mi alzo dal letto sospirando e apro la porta del bagno.
Cerco la piastra e, dopo essere riuscita a trovarla, la accendo insieme alla playlist di Ariana Grande.
Meglio che mi concentro su me stessa che su quel coglione.

Mente mi aggiusto i capelli l'occhio mi cade sulla piccola finestra che sovrasta la doccia del nostro bagno, e mi accorgo subito che il tempo inizia a peggiorare.

Ormai stiamo andando sempre più verso l'inverno e ci vorrà poco prima che inizi anche a nevicare.

Guardo l'ora  sul telefono e sbuffo constatando che è quasi un'ora che quel coglione rimane lì fuori al freddo solo per non stare qui in stanza con me.

Finisco di sistemare le ultime ciocce ed esco dal bagno chiudendo la felpa.
Prendo il telefono ed esco dalla stanza che trovo vuota.

Evito l'ascensore e scendo velocemente le scale fin quando non vedo la porta d'ingresso.
Quell'idiota non ha neanche pensato di mettersi dentro.
No.
Doveva mettersi fuori.

«Potevi metterti dentro alle porte almeno» esclamo aprendo un anta, ma lui rimane poggiato al muro e continua a fumare guardando davanti a se.

«Cosa ti serve stavolta?»
Calma. Mantieni la calma. Lo fa solo per farti innervosire.
Decerebrato.

Sospiro cercando di non far toccare i miei nervi e continuo a parlare. «Volevo sapere se volessi un caffè in modo da riscaldarti almeno un po'»
«No grazie»
Lo guardo male. Le vedo io da qui le dita tendenti al violaceo mentre le porta alla bocca.

«Stai congelando. Lo vado a prendere e te lo porto.»
Provo a muovermi ma la sua mano che mi blocca dalla spalla e mi tira indietro non me lo permette.
È gelida. Lo sento attraverso il tessuto della maglia.

«Ma uno vuole fare una cosa per te e manco ti va bene? Dopo che mi hai trattata una merda?!» alzo la voce. So che non dovrei per non attirare l'attenzione ma è più forte di me.

«Ti ho trattata una merda? Ti ho fatto passare la notte sul pavimento di un corridoio mentre tu facevi chissà cosa?!»
«Potevi andartene se ti trovi così male e stare in auto. Neanche per me è bello saperti a terra»
«No che non potevo» dice soltanto facendo l'ultimo tiro di sigaretta, e la butta lontano continuando a non guardarmi in viso.

«Si certo Noah non te lo permette. Fanculo.»
Affianco a noi passa una figura che solo una volta superatami capisco essere And.
Scuoto la testa.
Sono un idiota.

La seguo fino alle porte dell'ascensore e le blocco con una mano quando vedo che si stanno chiudendo per entrare insieme a lei.

«Lo odio!» sbuffo esasperata.
Non è possibile.
Sono scema io davvero a pensare di aiutarlo e fargli anche un piacere.
Non se lo merita.
Non dopo ieri sera.
Eppure sono andata lo stesso.

«Ti sembra normale che vado lì per chiedergli se volesse un caffè, per essere gentile dopo averlo fatto stare l'ennesima notte fuori da una stanza, e lui?! Mi dice di no! Cazzo cerco di essere gentile e lui continua a fare l'indifferente. E il bello è che continuavo a dargli contro ma lui rimaneva in silenzio a guardarmi! Senza dire nulla di rilevante! "Non posso andarmene da li fuori"» lascio andare un verso esasperato.
Mi sento meglio ora.

Al mio fianco lei prende il telefono e guarda un messaggio prima di rivolgermi la parola.
«Noah dice che Vlad sta andando un attimo da lui. Dobbiamo chiuderci in camera e non uscire senza dirlo»

Mi dice quelle parole e subito dopo esce dall'ascensore.
Odio questa situazione in cui non mi viene detto quasi nulla.
Serro le labbra e la seguo prendendo le chiavi della camera.
Apro la porta e sbadiglio.

«Mi fa solo innervosire. E quando mi innervosisco troppo mi viene anche sonno. Sarà la causa anche di una bella dormita almeno. Una cosa buona l'ha fatta»

Arrivo vicino al mio letto quando sento un rumore diverso da quello che è di solito la porta che si chiude.
«Andy, amore mio» sento una voce che non conosco provenire dalla porta e mi giro di scatto a guardare.

Un ragazzo si fa strada nella camera spalancando la porta che And non ha fatto in tempo a chiudere
Lei mi guarda, con gli occhi cerca un appiglio in me, ma non capisco cosa sta succedendo. Chi è questo? Amore mio poi? da dove è uscito?

«Amore che fai, non mi presenti alla tua amica» si avvicina a lei il tizio mentre parla. Le stringe un braccio attorno alla spalla e a me sinceramente sembra tutto fuorché una cosa spontanea.

«Amh si... Stef lui è Alec, il mio» alza lo sguardo verso di lui. Sta cercando una parola adatta. «Ragazzo.»
Lui mi guarda sorridendo soddisfatto.
Davvero questo crede davvero che io caschi in queste parole?

«Stef stava andando via, vero Stef?» lei mi guarda sbarrando gli occhi per farmi intendere di acconsentire a tutto ciò che mi dice. Ma come posso lasciarla qui dentro?
Il suo sguardo insistente però mi fa capire che forse ha qualcosa in mente.

«A- a... si, si stavo, stavo andando»cerco i risultare credibile camminando lentamente verso la porta.
«Salutami Noah. Digli che il mio ragazzo è venuto a prendermi e non posso venire» mi sorride.
Ok vuole che chiami Noah. Immaginavo avesse qualcosa in mente.

Annuisco velocemente e mi catapulto fuori dalla camera.
Corro di nuovo giù per le scale cercando il telefono dalla tasca ma subito mi fermo a metà.

Non so se ci sia qualcuno li fuori.
Non so se abbiano idea di come sia fatta la compagna di stanza di Andromeda.
Meglio rimanere qui.

Prendo il telefono e in men che non si dica faccio come mi ha detto.

IMPOSSIBLE: I can't love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora