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Capitolo ventidue di Difficult.

«Domenica allora andrai alla mostra con Holden?» chiedo ad Andromeda mentre ci dirigiamo in caffetteria

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«Domenica allora andrai alla mostra con Holden?» chiedo ad Andromeda mentre ci dirigiamo in caffetteria. 

Ormai è ora di pranzo e, dopo aver seguito le lezioni, abbiamo deciso di andare a prendere qualcosa. 

Come sempre Vlad è qualche passo dietro di noi e non ha intenzione di allontanarsi. 

Lei in risposta annuisce rumorosamente. «Si... ovviamente lo faccio perché mi ha dato del lavoro e perché non voglio fare brutta figura ancor prima di iniziare... non ci sono altri interessi se non le foto»

«Però sai che tutto sommato non è poi male quel ragazzo?! Sembra molto intelligente e anche un bravo ragazzo. Per non parlare di quanto sia carino...»
«Non mi piace Holden. Si è un bel ragazzo, ma dobbiamo mantenere un rapporto lavorativo e si sa che le relazioni a lavoro non sono mai la cosa migliore Stef» mi blocca subito lei prima che io possa continuare.

«Con questo stai dicendo che hai pensato di avere una relazione con lui ma che non puoi perché devi mantenere un rapporto lavorativo adeguato?» alzo un angolo della bocca cercando di continuare a persuaderla, ma quando vedo che scuote la testa ridendo capisco che non ci sono riuscita.

«Ok ok...non ti piace Holden ho capito... in ogni caso se domenica sei impegnata vorrà dire che lunedì dovrai accompagnarmi al centro commerciale» continuo a parlare io.

Rallenta di poco il passo guardandomi confusa. «Centro commerciale? A fare cosa?»
«Mi hanno scritto mentre eravamo a lezione che stanno organizzando una mega festa martedì» saltello felice battendo le mani, e vedo Vlad leggermente schifato che ci guarda come se fossi pazza.
«E... cos'è martedì?!»

Mi cadono le braccia lungo i fianchi e mi fermo di botto. È un caso perso questa ragazza. «Davvero?» le chiedo.
Lei scuote la testa guardandosi intorno con aria confusa, come a chiedersi se ce l'ho con lei.

«Devo ricordarti sempre tutto» sospiro cercando di non perdermi d'animo e la prendo sottobraccio cominciando a camminare di nuovo. «Martedì, cioè trentuno ottobre. Questo vuol dire solo festa di halloween, ovviamente alla confraternita»

«Ed io dovrei venire con te? Stef non troverò mai un vestito adatto. Ormai sono tutti strani. Non esistono più le streghe, i vampiri o gli zombie. O meglio, si trovano si, ma tutti susseguiti dalla parola "sexy". Tutti o vestiti sono striminziti, non ci sarà qualcosa che copra la cicatrice, non è possibile. In questi anni anche i miei fratelli hanno provato a cercarmi qualcosa, ma non abbiamo mai trovato nulla di coprente che non sia del 1900» cerca di fare una mezza risata per alleggerire la situazione.

A me dispiace così tanto che abbia questo blocco. Non riesco molto a mettermi nei suoi panni, credo che quando una cosa non è successa sulla propria pelle si tende sempre a sminuirla un po' quando si prova anche solo ad immaginarla.
Non so come avrei reagito quindi non me la sento di giudicarla dicendo che è esagerata perché probabilmente avrei potuto reagire peggio.

«Troveremo qualcosa tranquilla, hai Stefanie al tuo servizio» indico me stessa spalancando le braccia parandomi davanti a lei.
Spero davvero di riuscire ad aiutarla.

Quando arriviamo in caffetteria, Andromeda mi lascia sola con Vladimir, dicendo ad entrambi che preferisce tornare in camera per finire le cose da fare per Holden.
Vlad si assicura che Noah lo sappia e che provveda lui a lei, dato che io ho  ancora la mia tazza fumante davanti e nessuna intenzione di muovermi da qui.

Su questo io e And siamo completamente diverse.
A me è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente.
Osservarla e cercare di immaginare la vita o creare le conversazioni tra due persone. 

«Se prendo una fetta di torta alle mele ti va di condividerla?» chiedo sapendo già che la sua risposta sarà negativa.
Di fatti scuote la testa alzando lo sguardo su di me.

«Okay come non detto... vuoi qualcos'altro da mangiare? Ci sono tante cose qui. Hai vasta scelta»
«Non mi piace nulla.»

«Per una volta. Una. Puoi smetterla di avere questo muso lungo e accontentarmi? Ti è tanto difficile? Ti ho chiesto se hai fame, non se hai mai ucciso qualcuno, placati. Dovresti iniziare a mangiare più dolci e meno yogurt.»

«Cosa vuoi esattamente da me facendomi questa parlata?» si acciglia sporgendosi in avanti mentre incrocia le braccia per appoggiarle sul tavolo.

«Non c'è sempre un fine dietro a ciò che ti dicono le persone lo sai?» sbuffo esausta e prendo la mia tazza ancora piena per tre quarti. Inizio a buttare giù di fretta il liquido.
Voglio solo uscire di qui il più in fretta possibile. Mi ha stancata.

Per tutto il tragitto fino a sotto il dormitorio, lui rimane alle mie spalle. Una sola volta ho provato a girarmi per guardarlo e stava li con la sua aria da duro a guardarsi intorno mentre mi seguiva con le mani in tasca.

«Puoi anche fermarti qui. Non voglio che tu salga.» gli dico una volta arrivati alle porte del dormitorio.

«Davvero vuoi fare una bambinata del genere solo perché non ho mangiato nulla in caffetteria Stefanie?! Ma si può sapere che cazzo vuoi?!»

«Qualcosa!» mi giro guardandolo male alzando la voce quanto basta per non farmi sentire da tutti e per far capire a lui quanto lo odio in questo momento. «Vorrei sapere qualcosa! Passiamo tutte le giornate insieme, tra poco mi conosci più tu che mia madre. Vedi i miei orari, le mie abitudini, sai i miei metodi di studio e dove mi piace fare shopping online, e io di te? Un cazzo.»

«Stai facendo questo perché non mi conosci, o perché vorresti conoscermi?» inclina il capo guardandomi e sembra quasi divertito dalla mia sfuriata.

Mi sto rendendo ridicola. Si sta prendendo gioco di me. Devo smetterla.

«Va bene Vlad. Come non detto. Lascia stare.»

Quando mi giro per salire le scale e andarmene però, sento la sua voce avvicinarsi mentre mi segue.

«Non c'erano i cookies.»
Mi fermo girandomi lentamente guardandolo con aria interrogativa.

«Hai presente? I classici biscotti con le gocce di cioccolato giganti?»

Annuisco debolmente cercando di capirci qualcosa.

«Li avevano finiti. Non mangio nulla se non quelli.» con quest'ultima frase mi supera dirigendosi al piano superiore dritto alla mia camera.

Mi ha appena detto qualcosa di lui.

IMPOSSIBLE: I can't love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora