29.

96 3 1
                                    

Capitolo ventisette di Difficult.

Ormai mi sono più che arreso all'idea di doverle accompagnare anche a pisciare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ormai mi sono più che arreso all'idea di doverle accompagnare anche a pisciare. 

Dio, odio le ragazze. 

Da quando ho parcheggiato l'auto al di fuori di questo centro commerciale di merda, non hanno fatto altro che parlare di tutti i negozi che vogliono vedere. 

Phebe è la più ottimista. Pensa che troveranno il vestito già nel primo negozio in cui andranno. 
"Massimo il secondo", ripeto nella mia mente sentendo la sua voce, la frase che poco fa ha quasi urlato sbattendo la portiera della mia auto. 

Le avrei staccato un braccio volentieri. 

Quando attraversiamo l'entrata per quasi non mi viene un'infarto.
È tutto addobbato a tema halloween. 

Si tratta di un grande spazio aperto, con all'interno piccoli giardinetti disposti in modo da separare i sentieri costeggiati di negozi.
Dai lampioni delle luci alle aiuole, è tutto pieno di finte ragnatele e ragni, zucche con facce strane e festoni arancioni e neri.

Se si pensa all'idea che c'è dietro questa "festività", se cosi la vogliamo chiamare, sarebbe una delle mie preferite. L'idea che ha assunto con il tempo però mi fa scendere i coglioni a terra. 
Per i ragazzi è solo un'occasione in più per bere e fare festa. Per le ragazze una scusa plausibile per mettersi con il culo di fuori. 
Il pensiero comune? Scopare. 

«Allora? Dove andiamo prima?» chiede Phebe guardando le ragazze al suo fianco, disposte in una fila qualche passo davanti a me.
«Tutti i negozi sono pieni di costumi a tema, entriamo nel primo che ci capita davanti» risponde Stefanie su di giri.

E così facciamo. Vorrei tanto dire che sono loro a farlo. Ma purtroppo mi tocca seguirle. 
Una volta superata la zona ristorazione, arriviamo al centro del posto. Ci sono ragazze di tutte le età che corrono a destra e sinistra, alla ricerca di un vestito perfetto; anche se a me sembrano più delle povere pazze. Pochi sono i ragazzi che le accompagnano. Per lo più sono gruppi di amiche.
E poi ci sono io. 

«Ci starà dietro tutto il tempo?» chiede abbassando la voce Phebe, indicandomi con un pollice.
Non so, cosa crede? Che non la senta?

«Ora glielo chiediamo» risponde subito Stefanie. «Voldy hai intenzione di entrare anche nei nostri camerini?» alza la voce per farsi sentire mentre varca la soglia di un negozio.

«Vuoi che entri nel tuo Stefanie? Se è un invito, accetto» rispondo alzando un angolo delle labbra nella sua direzione.
Lei però non mi risponde, ignorando la mia provocazione, e si mette a guardare il primo gruppo di vestiti che le capitano davanti.

Come se non sapessi che con quell'affermazione ho scatenato molti pensieri dentro quella testolina. 

Passo la seguente mezz'ora in quel negozio.

IMPOSSIBLE: I can't love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora