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Oh, damn! Suddenly you're free to fly

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Oh, damn! Suddenly you're free to fly

It'll take you to the other side





Gli otto semidei eletti furono separati dagli altri e condotti immediatamente in una stanza appositamente preparata per loro. Ognuno di loro si sedette su una poltrona, ricoperta da uno strato damascato color verde mela, disposta in senso circolare attorno a un tavolino di vetro. Sul tavolino erano posate una pergamena e il biglietto dell'oracolo con il loro nome scritto sopra, insieme a una penna con cui avrebbero firmato per accettare la missione.

Satine era immobile, pietrificata dall'ansia che la stava divorando, facendole tremare le mani. Con sforzo, cercò di nasconderle per non rivelare la propria vulnerabilità agli altri, ma due occhi d'ossidiana la stavano osservando. Quegli occhi volevano avviare una conversazione o anche solo distrarla dalla tensione della situazione, ma per una volta sembravano privi di parole.

Fu Axel a spezzare il silenzio teso nell'aria. - Satine, mi sa che il tuo desiderio di restare tranquilla in camera non si è avverato. - disse con un sorriso giocoso.

Troppo concentrata su se stessa, Satine rispose con tono freddo. - Ma davvero? - replicò sarcastica.

- Ma guarda un po', tutta impaurita. - sussurrò nuovamente Quella Voce.

La rossa decise di agire, troppo stanca di quel gioco. - Chi sei? - pensò, ma ricevette solo un enigmatico.

- Lo scoprirai, mia cara. Ora concentrati su chi vuoi realmente. -

- Su chi vuoi realmente? Su cosa, semmai. - ribatté mentalmente Satine, scettica.

Mike prese il controllo della situazione, battendo le mani per richiamare l'attenzione di tutti su di sé. - Bene, di che anno siete? - domandò con voce decisa.

- Quarto. - risposero tre voci.

- Quinto. - risposero all'unisono gli altri ragazzi.

Mike non aveva ancora capito di chi appartenessero le voci misteriose, ma fece finta di essere soddisfatto del risultato. La sua postura rimaneva eretta, il mento leggermente sollevato, ma gli occhi erano abbassati, consapevole delle sfide che li aspettavano nel cercare di unire quel gruppo eterogeneo.

La stanza bianca, dove si trovavano, creava un netto contrasto con i mantelli scuri indossati dai ragazzi. Appena dopo la cerimonia, erano stati condotti lì, lontani dagli altri, senza poter tornare nelle proprie stanze. Da quel momento in poi, avrebbero condiviso un grande dormitorio dotato di camere da letto singole e un ampio soggiorno. Avevano anche a disposizione un bagno spazioso, persino più grande di quello della scuola.

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