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Que j'arrose de mes rêves,

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Que j'arrose de mes rêves,

de mes pleurs

On a beau être sur le toit du monde

On ne peut toucher le ciel du doigt




Usciti dal bagno, trovarono Mike in puro stato d'ansia. - Diamine, non potevate farlo prima? - urlò sopra la musica, facendosi largo tra la folla.

- Cosa? - chiese Satine, spingendosi tra le persone con determinazione.

- La cacca rosa. - ribatté semplicemente Naska. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d'intesa, trattenendo un sorrisino.

- La confessione d'amore, cosa sennò? - rispose sarcasticamente Mike, senza rallentare il passo.

- Non c'è stata nessuna confessione d'amore. -

- Certo, come no. -

- Cosa c'è, Mike? - chiese Satine, ignorando la battuta e cercando di capire la gravità della situazione.

Continuando a passo spedito, Mike si girò brevemente. - Sono qui. -

- Chi? - domandò Satine, la sua preoccupazione stava crescendo.

Naska, senza perdere un attimo, afferrò il suo orecchino sinistro, che si trasformò nella solita spada. - Sto ca... - Il suo sguardo incrociò quello di Satine, che lo fermò. "Quelli che ci vogliono mangiare vivi," completò, il suo corpo immediatamente teso dall'eccitazione.

La tensione era palpabile mentre avanzavano attraverso la nebbia del fumo e dell'alcool. Naska sembrava aspettare quel momento da una vita intera, i suoi 19 anni di addestramento e aspettative finalmente messi alla prova. La sua mente correva veloce, pensava che forse non era stata una brutta idea venire lì quella notte. Avrebbe potuto dimostrare a suo padre quanto fosse in gamba, come poteva conquistare persone e obiettivi con facilità. Lo sapeva.

L'adrenalina pompava nel suo sangue mentre cercava di percepire ogni movimento, ogni segnale intorno a sé. L'atmosfera era densa di tensione e aspettativa, mentre la musica martellante e le luci stroboscopiche creavano un ambiente caotico. Satine si sentiva sopraffatta, ma anche stranamente viva, ogni senso acuito dalla minaccia imminente.

Satine fece lo stesso gesto, afferrando la collana al collo. La sua daga rifletteva la luce fosforescente dei neon sulla pista da ballo. I tre avanzarono fino al centro, mettendosi spalla contro spalla, pronti a fronteggiare la minaccia. Era quasi impossibile individuare i mostri in quella situazione: le luci intermittenti e la folla danzante rendevano tutto confuso.

Mike strinse gli occhi a mandorla, cercando di mettere a fuoco. Vide una chioma bionda fluente a qualche metro di distanza. La pelle della ragazza sembrava di madreperla, con lineamenti violacei e verdi sulle spalle. Senza esitazione, si avvicinò confondendosi tra la folla. La lancia, nascosta sotto forma di braccialetto, conteneva ancora l'energia del fulmine catturato durante la serata del temporale.

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