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Roxanne You don't have to put on the red light Those days are over You don't have to sell your body to the night

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Roxanne 
You don't have to put on 
the red light 
Those days are over 
You don't have to sell 
your body to the night




Axel porse la mano a Satine mentre la musica iniziava. La banda alla loro sinistra era comandata da un signorotto con lunghi e folti baffi, una giacca a pinguino nera e delle scarpe con tacchetti per farlo sembrare più alto. Satine appoggiò le dita nel palmo del compagno, scorrendole fino a far coincidere la mano con la sua, lo sguardo fisso nei suoi occhi.

Era così differente dal solito. Gli sorrise, e iniziarono un lento e volteggiante valzer per l'intera stanza. La superficie era ricoperta da specchi dai bordi dorati, e un lampadario in vetro soffiato illuminava ogni invitato, rivelando i particolari di ogni abito ricamato indossato dalla folla di ragazzi in piedi che circondavano la sala da ballo.

Satine pensava di star vivendo in un sogno. La piccola se avrebbe amato quella situazione. Tra le braccia di Axel si sentiva volare, leggera come una libellula. Il tocco dei piedi illuminava le piastrelle in vetro al suolo, facendole assumere tonalità dal blu al bianco ad ogni passo. Il vestito nero creava vortici di tessuto attorno al suo corpo, inglobando anche il compagno.

Portò il naso verso l'alto, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalle vibrazioni sonore. Voleva rimanere lì per sempre, girare su se stessa come una ballerina all'interno di un carillon di vetro, immune agli agenti esterni.


Inspirò profondamente prima di aprire le palpebre e vedere le iridi davanti a sé osservarla. Le sue guance si riscaldarono appena, facendole cambiare il focus visivo altrove. Axel sorrise nuovamente e distolse lo sguardo anche lui.

- Dimmi, Satine, - iniziò schiarendo la voce, - hai mai ballato un valzer? -

- Solo sognato di farlo, - ammise guardando i piedi muoversi da soli. Sembrava che il suo corpo sapesse già cosa doveva fare, conosceva ogni singolo passo e riusciva ad andare a tempo. Insolito per una neofita, ma si ricordò che gli anni passati a praticare danza le erano serviti anche a quello.

- Sei piuttosto brava allora, - continuò Axel. - Davvero nessuno ti ha mai insegnato? -

Satine ci pensò un po' su. Effettivamente in quel momento non aveva ricordi di aver mai fatto prove di quella danza. Amava vederla ballare, ma non ricordava se l'avesse mai provata prima. - Sicura. L'ho solo vista fare dagli adulti parecchie volte. -

- Mi ricorda sempre il pattinaggio, sai. I giri e l'eleganza di tutto ciò. -

- Hai detto che tua madre era una pattinatrice quando ci siamo conosciuti, vero? -

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