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Come as you are, as you were

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Come as you are, as you were

As I want you to be




Il giorno seguente, esausti, i ragazzi dormirono per tutto il tempo in cui il sole splendeva.

Naska era rimasto fuori tra gli alberi di corbezzolo dal profumo pungente, dall'ultima sera, allenandosi con le sue due spade e chiedendo consiglio al Padre. Non poteva permettersi di sprecare tempo prezioso. Aveva una missione da portare avanti. E no, non si trattava della missione comune con gli altri eroi. Aveva un compito assegnato direttamente da Ares. Doveva essere l'eroe della sua storia.

Ancora ricordava quando il dio gli era apparso in sogno. Indossava la sua tipica armatura da guerra greca, con l'elmo di battaglia sotto il braccio. Gli aveva promesso un posto nell'Olimpo se fosse riuscito a completare quella missione. Senza esitazione, Naska aveva accettato, prima ancora di sapere quali pericoli lo attendessero. Impulsivo e temerario come era.

Ora, in quel momento, stressato e teso, avrebbe voluto ritrattare le sue parole. Seduto a terra con le gambe incrociate, rifletteva mentre osservava le sue mani segnate dai calli appoggiate alle ginocchia. Doveva portare avanti un patto mortale, che metterebbe a rischio sia lui che gli altri. Dopo aver riflettuto per tutta la giornata, giunta la sera, sentì una mano poggiarsi leggermente sulla sua spalla. - Hai riflettuto abbastanza? - chiese Ashen, alcune ciocche dei suoi lunghi capelli corvini che le cadevano davanti al viso.

Come Peter e Satine, che erano diventati molto legati, Naska aveva stretto lo stesso rapporto con Ashen. Tra i figli di Afrodite e Ares c'era sempre stata una grande intesa, nonostante quelli di Efesto non fossero molto contenti. Afrodite era considerata anche lei la Dea della guerra; aveva dato il via alle danze per la guerra che ora li portava a recuperare la mela d'oro del giardino delle Esperidi.

- In guerra non c'è mai abbastanza riflessione. - rispose Naska alzandosi.

- Parli come tuo padre. - sorrise lei, guardando gli orecchini-armi del ragazzo di fronte a sé. Al contrario, lei portava quattro fermagli tra i capelli che, quando venivano tolti dalla loro posizione, si trasformavano in pugnali d'argento perlato. - Gli altri si sono appena svegliati. -

- Anche tu, vedo. - aggiunse Naska, indicando il vestito che indossava la giovane. Da quando erano ripartiti dalla baita di Teti, Ashen aveva nascosto nello zaino la lunga tunica di seta rosa cipria che la Ninfa aveva offerto come pigiama. - Non ricordavo che Afrodite avesse a che fare con Hermes e i suoi ladri. -

- Secondo la mitologia hanno dato alla luce Ermafrodito, quindi direi che hanno più che qualcosa in comune. - sorrise in modo genuino. - Come stavo per dire, gli altri non si fidano di andare in giro di notte e vorrebbero concedersi un momento di pausa... -

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