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You with the watercolor eyes





Teti procedeva da circa venti minuti senza una meta apparente. Il sole batteva forte sulla loro pelle, penetrando tra i capelli e proiettando ombre sul volto. Quando sembrava che la speranza stesse per svanire, notarono un arco formato da rami intrecciati di due grandi corbezzoli. Teti, con il velo azzurro che le scendeva sulle spalle, lo sollevò sopra la testa, come per ripararsi da eventuali gocce di succo rilasciate dai frutti. Attraversò l'arco naturale senza rivolgere alcun cenno ai ragazzi, sicura che la seguissero.

Iria, seguita da Siriamine ed Ashen, fece ingresso per prime in quel posto. I tre ragazzi seguiti da Satine ci misero un po' a fidarsi e seguire la Ninfa. D'altronde, la mitologia racconta che non sempre erano gentili ed oneste.

Entrati sotto l'arco, l'intera visuale di una natura pulita tramutò.

Un enorme corridoio di siepi costellate da rose bianche faceva da ingresso in quel magico giardino. Sembravano segnare ciascuna di esse un grande labirinto. Era privo di indicazioni e l'unico punto di riferimento era il sole a Sud.

Le rose rilasciavano un dolce e leggero profumo mentre i colibrì le contornavano canticchiando una soave melodia.

Ashen si sentiva a casa tra quei petali, come se fosse sempre stata lì. Iria, al contrario, sapeva di esserci già stata ma non ricordava quando.

Giunti alla fine del corridoio principale, Teti si diresse verso un cortile allestito con delle candide sedie bianche in ferro e un tavolino rotondo. I suoi vestiti mutarono in delle sottili vesti color azzurro polvere, mentre il suo busto veniva intrecciato da dei sottili cordoni dorati con delle piccole conchiglie e cristalli. I capelli si raccolsero in un ordinato chignon, fermato da un paio di lunghe bacchette con la punta a conchiglia anch'esse.

Teti si sedette e aprì le braccia, invitando ciascuno di loro a prendere posto.

- Straordinario. - sussurrò Peter, i cui occhi brillavano mentre ammirava la donna marina.

- Grazie, caro, ma ora passiamo al sodo. - Con queste semplici parole, attirò l'attenzione di tutti.

Versò del tè nella tazzina di porcellana e cominciò.

- Questo è un posto protetto, diverso da dove eravate prima. -

- Non mi dire. - sussurrò Naska, disinteressato. La dea lo fissò, facendo sì che venisse preso da un'insensata voglia di fumare un'altra sigaretta per non lasciarsi trasportare dalle emozioni.

- Egregia ninfa, ignoralo. Non è abituato a certe figure divine. - intervenne Iria, pestando il piede al compagno. - Vorremmo chiederle un aiuto. -

- Era ovvio, cara. -

- Vorremmo navigare nelle acque per compiere la nostra missione, ma... -

- E quale sarebbe? -

- Non penso sia necessario fargli conoscere tutti i dettagli, noi vorremmo solo chiederle, se possibile, un aiuto da parte sua... - tentò di spiegare Satine.

- Devo sapere lo scopo del mio aiuto, semidea. - interruppe Teti.

- Recuperare il pomo della discordia. - disse Satine senza mezzi termini.

Odiava quel finto rispetto cordiale. Sapeva che Iria lo faceva soltanto per avere l'attenzione della ninfa, così che potessero riferire al padre la sua nobiltà e ricevere ricompense quando necessario. Odiava stare seduta lì e sentire quella conversazione, guardare le rose bianche e non ottenere nessun risultato velocemente.

- Dunque questa è la missione scelta da voi. Rischiare la vita come mio figlio. Quel nobile ragazzo che aiutò la propria patria e rispettò i propri ideali. - man mano che parlava, il suo tono di voce aumentava, facendo rabbrividire i ragazzi. - Vorreste una mano da me, immergendovi nello Stige totalmente, così da evitare di ripetere l'errore compiuto in passato? -

- A noi basterebbe solo sapere se è possibile navigare o meno, Ninfa. - mediò Mike. - Da quando siamo partiti, nessuno ha ricevuto un contatto col proprio genitore divino, e da quello che Iria mi ha detto qualche ora fa, Poseidone non sembra voglia aiutarci. -

Teti sembrò riprendere il controllo in un istante. Il volto sereno mutò in un sorriso amaro.

- Che fortuna che è semplicemente una Ninfa. - aggiunse Naska roteando gli occhi.

- Non avete ricevuto nessuna parola, perché lì, nell'Olimpo, nessuno ne proferisce. -

- Sarebbe? - chiese Siriamine.

- Non tutti sono d'accordo con questa missione. Molti sì, ma altri no. Si sta formando una grande scissione fra i maggiori, e sembra volersi ripetere un'altra guerra fra loro, mettendo voi di mezzo come pedine. -

- Sta dicendo, che non verremo aiutati da nessuno perché questa missione non è stata approvata da tutti? - chiese Satine perplessa. Com'era possibile tutto ciò?

- Esatto. Sanno che con tale missione voi aprirete uno spiraglio a un'altra guerra di Troia, ciò nonostante vogliono quel oggetto maledetto. Tale ideologia alla maggior parte va bene, ad altri no. Per questo non sarete sicuri da nessuna parte. - sospirò guardando il liquido freddo nella tazza. - Quanto a te, Iria. Tuo padre è in forte disaccordo con tale missione quindi no, le acque non saranno percorribili. Potrebbe aiutarvi ma non per arrivare alla destinazione. -

La tensione si tagliava nell'aria come una lama affilata. Le parole della Ninfa gettarono i ragazzi nell'abisso dell'incertezza. Satine sentiva il cuore batterle forte nel petto, mentre la prospettiva di essere abbandonati in un mondo ostile e diviso la pervadeva di paura. Il silenzio che seguì era palpabile, rotto solo dal suono del vento tra le rose e il canto dei colibrì. Ogni sguardo si incontrava, carico di domande senza risposta e di una crescente consapevolezza della gravità della situazione.

Quel minuscolo barlume di speranza che si era acceso in ogni ragazzo all'incontro con la Ninfa, si spense subito, come se uno tsunami avesse spento un piccolo fiammifero acceso in una giornata d'inverno. Provocando a tutti un interiore gelo.

- Non c'è nessun modo di insistere con lui? - chiese Mike. Aveva visto quel senso di calore spegnersi in ogni volto, ma da leader doveva cercare di non perderlo almeno lui, di mantenerlo vivo.

- No. Impossibile. - spiegò Iria. - Quando papà sceglie qualcosa è impossibile fargliela cambiare... Proverò a mettermi in contatto con lui più tardi, magari quando non ci saranno abbastanza comuni umani vicino all'acqua. - E detto ciò si allontanò da tutti stringendo la mano destra in un solido pugno. I capelli aranci si allontanavano di fretta e furia cercando un luogo più appartato per restare soli.

La ringraziamo per tale aiuto, Ninfa, e ci dispiace averla disturbata. - cercò di rimediare Ashen usando la lingua incantatrice. Mai veniva utilizzata contro una forza divina, infatti, la ragazza la stava utilizzando contro i compagni per sembrare più veritiera e sperare un spontaneo aiuto dalla dea, vedendo tutta quella debolezza umana. E così successe.

- Vi darò alloggio per qualche sera, così che possiate ritrovare la dritta via... Le mie ancelle vi scorteranno alla vostra reggia dove potrete parlare di come proseguire il vostro viaggio sentendosi al sicuro. Adesso scusatemi ma devo andare dalla vostra amica. - Terminò Teti allontanandosi e lasciando dietro di sé una fragranza salmastra.

Gli occhi dei ragazzi si illuminarono all'annuncio della Ninfa, un bagliore fugace di speranza che li fece sentire meno soli e smarriti in quel mondo avverso. Ashen rimase sorpresa dal successo della sua manipolazione linguistica, ma preferì non indagare troppo sul motivo dell'aiuto improvviso. Accettarono l'ospitalità con gratitudine, sapendo che almeno per quella notte avrebbero potuto riposare al sicuro.

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