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Non l'hai mai visto chi ha ballato coi fottuti diavoliChi è cresciuto con sogni forti e mani fragili

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Non l'hai mai visto chi
ha ballato coi fottuti diavoli
Chi è cresciuto con sogni forti
e mani fragili



La giovane Ashen era immersa nella vasca da bagno, la testa pesante e gli occhi bruciavano. Non ricordava da quanto tempo fosse lì a riflettere sulle sue azioni, ma preferiva non farlo.

Attorno a lei non c'era acqua, ma sangue. Una dannata ed immensa pozza di sangue che la teneva a galla e faceva assumere la sagoma degli omicidi.

Era stata impulsiva e comandata dalla paura, come un animale.

Poco dopo che Mike l'aveva avvisata del possibile attentato in vista, la figlia di Afrodite era stata sola in un angolo della pista, a bere un cocktail. Seduta indisturbata su una delle poltrone dei privé, una delle prime azioni che aveva imparato, da semidea, era quella di stregare chiunque con uno sguardo. Lo sguardo era ciò che realmente le persone guardavano. L'umanità si sofferma sull'ombra proiettata dalla realtà, senza andare oltre, troppo codarda per farlo, limitandosi alle poche conoscenze per paura di essere stravolta dalle loro abitudini. Ashen lo sapeva, era stata la prima a farlo prima di entrare in accademia.

Per quanto la sua infanzia fosse stata allegra e spensierata, l'adolescenza era stata meno rosea. A soli tredici anni aveva conosciuto un ragazzo. Bellissimo ai suoi occhi, con capelli color cenere, occhi accesi e piccole lentiggini sugli zigomi. Sembrava perfetto. Gentile, premuroso e protettivo, fin troppo. In breve tempo la loro relazione si era avvicinata sempre di più, creando un legame talmente profondo che sembrava che le loro anime si conoscessero da sempre. Uno completava l'altra. Era tutto perfettamente bilanciato, fino a quando lui non aveva dato i primi segnali di squilibrio. Ashen era stata troppo accecata dai sentimenti per rendersene veramente conto, non voleva credere a ciò che era effettivamente la realtà. Quel ragazzo aveva solo pochi anni in più, ma sembrava un ventenne dal temperamento. Il vizio del fumo, dell'alcol e delle droghe era una costante nella sua vita, e lui voleva coinvolgere anche lei in quel mondo oscuro. Ambiva renderla dipendente da quelle sostanze, in modo che fosse costretta a chiedergliele e, così facendo, gli avrebbe dato il pieno controllo su di lei. Avrebbe potuto usarla come voleva, ricattarla e rimproverarla se avesse osato ribellarsi. Nonostante la differenza d'età fosse minima, era abissale considerando l'adolescenza.

Un giorno, accecato dalla gelosia, il ragazzo non tollerò più la presenza di Ashen vicino a un amico d'infanzia. La prese e la gettò a terra in una stanza, costringendola a confrontarsi con la sua rabbia. Ashen fu insultata, picchiata e, soprattutto, umiliata.

Ashen ricorda ancora oggi ogni dettaglio di quell'esperienza traumatica: le mani che si insinuavano sotto i pantaloni, la sensazione di soffocamento causata dalla maglietta, i polmoni in fiamme a causa della paura e dell'angoscia. Quella violenza le procurava un fastidio insopportabile, quasi fisico. Non aveva alcun controllo sulle proprie azioni in quei momenti, eppure sapeva di non aver fatto nulla per meritare quel trattamento. Non aveva tradito né abbandonato nessuno, quindi perché quel rimprovero così crudele?

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