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It's me, hi, I'm the problem it's me, At tea timeeverybody agrees

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It's me, hi, I'm the problem
it's me, At tea time
everybody agrees




Satine trovava impossibile studiare in quelle condizioni. Anche se non era più obbligata a seguire le lezioni regolari, voleva completare il programma entro l'anno e non rimandarlo per una semplice missione.

Il sole, ardente come mai prima d'ora, sembrava intenzionato a sciogliere il vetro della finestra, mentre il cinguettio incessante degli uccelli la distraeva ulteriormente.

"Cura della propria anima" non era proprio il libro più stimolante in quel momento, quindi Satine decise di abbandonare la sua stanza. Con passo deciso, sbattendo rumorosamente i talloni, si infilò una felpa e uscì dal dormitorio. La porta si chiuse dietro di lei con un tonfo sordo.

In pochi minuti, si ritrovò nella palestra privata. Era un luogo che conosceva bene, avendo già fatto diverse prove e incontri di battaglia ravvicinata, soprattutto con Mike. Ormai, lui era diventato il suo coach personale. Dopo l'allenamento con le armi della settimana precedente, si era offerto di aiutarla a perfezionare le sue abilità nella lotta. Mike aveva praticato la boxe per anni e le spiegazioni sarebbero state illuminanti. Satine, per cortesia, accettò la sua offerta, vedendo in lui un alleato aggiuntivo nel caso il viaggio non andasse per il verso giusto. Dopo averlo conosciuto meglio durante le loro battaglie simulate, la sua presenza non le dispiaceva più di tanto.

La palestra era spaziosa e divisa in due stanze rettangolari. Nella prima stanza, dominata da muri color blu petrolio, erano disposti tutti gli attrezzi per il potenziamento muscolare. Una vetrata opaca separava questa stanza dalla seconda.

Nella stanza successiva, il pavimento in legno era coperto da uno strato di linoleum grigio topo, conferendo un'atmosfera più austera. Un sacco da box pendeva all'angolo destro, circondato da altre strutture simili. Lungo i muri, sbarre e impalcature reggevano una varietà di armi, dalle spade vere a quelle in legno.

Mentre Satine si trovava all'entrata, osservando gli attrezzi e inspirando l'aria pulita, un piccolo rumore proveniente dalla seconda stanza attirò la sua attenzione. Era un fruscio leggero ma sinistro, un taglio nell'aria che rivelava un pericolo imminente.

Attraversò gli attrezzi coperti di vernice nera ed opaca, la vetrata con decorazioni blu si aprì in automatico grazie al sensore e le diede l'accesso al continuo della palestra.

Satine attraversò gli attrezzi nella stanza principale, caratterizzata dalla vernice nera ed opaca, e la vetrata decorata in blu si aprì automaticamente grazie al sensore, permettendole di accedere alla parte successiva della palestra.

Al centro della stanza, trovò Naska con un nastro in velluto nero che gli copriva gli occhi, impugnando una spada in legno che provocava il fruscio udito in precedenza. La sua postura era rilassata, le braccia distese lungo i fianchi.

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