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Hold your breat hand count to tenFeel the Earth move and thenHear my heart burst again

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Hold your breat
hand count to ten
Feel the Earth
move and then
Hear my heart
burst again





Con un semplice battito di ciglia, l'intera scena si trasformò. Satine si ritrovò in una grotta immensa e gelida, illuminata da una sola fonte di luce naturale che filtrava da un oculo circolare nel soffitto. Il vento freddo faceva tremare il suo abito, ma non era più il sontuoso vestito nero e brillante che aveva indossato prima. Ora era avvolta nell'abito bianco, della cerimonia d'inizio missione, rovinato e macchiato di sangue.

Stringeva saldamente nella mano la sua daga argentea, ancora gocciolante del liquido rosso. Ai suoi piedi giacevano i corpi dei suoi compagni, uno accanto all'altro. Mike con gli occhi rivolti al cielo, Ashen con il volto immerso in una pozza di sangue, Siriamine e Iria abbracciate l'una all'altra, e infine Peter con una ferita mortale al petto.

Satine sentì il suo cuore accelerare mentre cercava di elaborare l'orrore di ciò che aveva davanti.

Come faceva ad esser stata lei la colpevole?

Era stata immobile tutto il tempo, eppure ora si trovava circondata dalla morte dei suoi compagni.

Con un respiro tremante, si spinse a riflettere su quanto stava accadendo. Era tutto un'altra illusione, come il ballo con Axel. Con un piede nudo, Satine avanzò con cautela nella pozza di sangue, cercando di non toccare i corpi dei suoi compagni che presto si dissolsero in nubi grigie. Queste nubi presero vita una dopo l'altra, dando forma a un'ombra indefinita che gradualmente si delineava.

Una figura femminile era seduta nell'ombra, su un trono fatto di teschi impilati come tessere di un domino. Una corona d'oro nero adornava i suoi capelli intrecciati con perle d'ambra, mentre una lunga veste violacea avvolgeva il suo corpo dalle forme sinuose, creando un contrasto con i lineamenti appuntiti del suo volto. Onde di vittime supplicavano ai suoi piedi, le loro espressioni straziate pronunciando preghiere in antiche lingue, implorando pietà.

Con un'aria annoiata, la figura si alzò, rivelando tutta la sua altezza che sembrava toccare i quattro piani della caverna. Ad ogni passo che faceva, la sua statura si riduceva, assumendo un aspetto più umano, anche se ancora imponente, nonostante continuasse a sfiorare diversi metri di altezza.

- Diasper Satine. - annunciai con voce sicura.

Satine vide finalmente plasmata nella sua forma finale la Dea che da diversi giorni la perseguiva in ogni sogno.

- Eris. - non mi degnò di trattarmi con ritegno come si farebbe con una Dea.

- Achristiimíthea (Inutile semidea). - sorrisi divertita. - Quale piacevole risveglio è questo. - continuai dandole la schiena e ondeggiandole attorno in cerchio come farebbe un qualsiasi predatore. - Da anni non vedevo qualcuno arrivare fino a qui e direi che sei anche la prima ad aver superato una delle mie sfide illusorie. Complimenti. - unì le mani in un applauso teatrale. - Mi domando come mai però, tu non abbia ancora realizzato un qualcosa su qualcuno. - insinuai fermandomi.

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