III. Le due corone

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Nella sala calò un silenzio completo: il chiacchiericcio scemò fino a scomparire, la musica si interruppe del tutto e perfino i camerieri con i vassoi carichi di calici di vino si bloccarono a metà dei loro movimenti.
Era come se qualcuno avesse fermato il tempo e ora tutti fossero in attesa di qualcosa, qualunque cosa.
Il cuore di Brianna sembrava invece di un altro avviso, battendo all'impazzata nel suo petto.
Cosa diavolo ci faceva Benjamin Lyrion ad un ballo nel regno dell'alba?
Chi lo aveva invitato?
Che intenzioni aveva?
E perchè non si decideva a togliersi quell'arrogante sorriso dalla faccia?
La bocca di Brianna si aprì per chiedergli cosa ci facesse lì – con toni molto poco diplomatici che probabilmente avrebbero decretato l'inizio di una guerra –, quando la voce di suo padre la precedette.
"Principe Benjamin!" esclamò Rufus, da perfetto padrone di casa "Sono felice che siate arrivato in tempo per un ballo! Non vi aspettavamo prima di domani"
Ben si inchinò con un perfetto inchino.
"Le mie scuse per l'anticipo, Vostra Altezza" disse "ho pensato che fosse meglio velocizzare i tempi"
"Certamente"
Rufus si rivolse con un cenno della mano all'orchestra.
"Continuate pure a suonare" ordinò "il ballo è appena iniziato! Vi prego, ospiti, continuate a divertirvi!"
Si diresse verso Ben, con Leanna al fianco, sempre sorridente anche se ora il suo sorriso pareva più freddo.
"Cosa ci fa lui qui?" domandò Oliver.
Brianna scosse la testa, voltandosi verso di lui.
Avevano ripreso a ballare, in quanto si trovavano in mezzo alla sala.
"Spero solo rimanga il meno possibile" disse "non ho intenzione di condividere casa mia con lui"
"Non lo sopporti ancora?"
"Continuerò a non sopportarlo per sempre, Oliver"
Oliver le fece fare una giravolta e poi la riprese tra le braccia.
Brianna allungò il collo dietro di lui, in modo da ossservare Ben e i suoi genitori.
Il ragazzo stava dicendo qualcosa ai due, che annuivano, e un paio di volte Rufus lanciò uno sguardo alla figlia.
"Eppure continui a fissarlo" le parole di Oliver la riportarono con i piedi per terra.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Non credere sia per qualche strano motivo sentimentale" ribattè "qui i sentimenti non c'entrano affatto. Non so perchè sia qui e questo mi turba"
"Me lo ricordavo più paffuto"
"Scommetto che è insopportabile come allora"
Brianna, in effetti, doveva ammettere che oggettivamemte era diventato davvero un bel ragazzo, anche se non era di certo stata a guardarlo con abbastanza attenzione per poter dare un giudizio.
E poi poteva anche essere bello quando un dio, ma le cose non cambiavano di certo.
Fece un respiro profondo.
Doveva smetterla di pensare a Benjamin Lyrion: stava ballando con Oliver, il ragazzo di cui era innamorata da una vita e non voleva di certo rischiare di non godersi al massimo il momento per l'arrivo di un fantasma del suo passato.
Proprio lì Ben sarebbe dovuto rimanere: nel passato di una bambina speranzosa di trovare un nuovo amico.
Per un po' ci riuscì, ridendo quando Oliver fece una battuta e sentendosi al sicuro stretta tra le sue braccia forti.
Ma poi la realtà tornò a bussare ingradita alla sua porta.
"Bree?" la chiamò Rufus, al termine del ballo.
Brianna si voltò e lo trovò che la raggiungeva.
Quando vide che Ben era al suo fianco, guardandosi curiosamente intorno come se stesse prendendo le misure della sala da ballo, trattenne a stento uno sbuffo.
"Hai voglia di fare la buona padrona di casa?" coninuò il re, indicando Ben "Porta il nostro ospite a fare un giro del castello, visto che dovrà passare qui molto tempo"
"Ah sì?" fece Brianna, infischiandosene dell'eticchetta "E quanto, di grazia?"
Fissò Ben negli occhi e aspettò.
La colpì l'oro delle sue pupille: da lontano aveva pensato fossero solamente dorate, ma la verità era che avevano alcune pagliuzze più chiare, come il colore del miele.
"Suppongo dipenda dall'accoglienza che troverò" rispose lui.
"Vostra Grazia" lo corresse lei.
Non aveva mai voluto sfoggiare il suo titolo, ma la sola presenza di Ben e i suoi modi così rilassati la infastidivano.
Fantastico, pensò, ed è qui solo da cinque minuti.
"Sì?" fece lui "Ditemi"
Le guance di Brianna si accesero di rosso e lei sentì le sue mani prendere fuoco all'interno dei guanti.
Udì Oliver accanto a sè trattenenre a stento una piccola risata.
"Vi credete divertente?" disse Brianna, a denti serrati.
Gli occhi dorati di Ben stavano prendendo a brillare in una maniera che le fece venire voglia di prenderlo a schiaffi.
"La maggior parte delle persone ritiene che io lo sia" asserì lui "perciò immagio sia vero. Il vostro amico stava ridendo, giusto sir...?"
"Oliver" rispose l'interpellato "Primo Cavaliere del re"
"Sir Oliver, Primo Cavaliere del re" Ben gli sorrise "spero di imparare in fretta i nomi"
"Sono sicuro di sì" s'intromise Rufus "Brianna, vuoi farmi questo piacere?"
Brianna lo guardò e i loro sguardi ebbero una silenziosa conversazione.
Alla fine, lei cedette.
Quando suo padre la guardava così non riusciva a dirgli di no – oltre al fatto che lui fosse il re.
"D'accordo" disse alla fine, celando un sospiro "seguitemi, Vostra Grazia"
Ben le porse il braccio, come un perfetto galantuomo, e Brianna fu costretta ad accettarlo.
Lo portò fuori dalla sala da ballo e all'improvviso c'era silenzio intorno a loro: niente più musica, niente più risate, niente di niente.
"Ti ricordi di me?" fece all'improvviso Ben.
Non c'era più alcuna traccia di formalità nella sua voce, così come nel cambio di pronomi.
"Mi ricordo" rispose Brianna, secca.
"Sembra quasi tu non voglia"
"Forse perchè è così"
Ben rise.
"Non era una battuta" precisò Brianna, piccata "non vedo che motivo ci sia di ridere"
"Ridere è qualcosa di meraviglioso, dovresti provarci" replicò lui "dicono eviti le rughe intorno alla bocca, sai?"
Lei alzò gli occhi al cielo.
Suo padre l'avrebbe sentita una volta terminato quel ridicolo giro turistico.
Erano appena entrati nella biblioteca del castello, la più grande del regno: file su file di scaffali ricolmi di libri, con delle scale circolari che portavano ad un secondo piano con poltrone e tavoli da lettura, quando Ben si fermò.
Le lasciò il braccio e si diresse verso il primo scaffale, sfiorando con delicatezza le coste dei grossi tomi, decorati con rifiniture dorate.
Sembrava in contemplazione, come se all'improvviso ci fosse davvero lui là, lui con tutta la sua essenza, senza sorrisi programmati o parole ben pensate.
Per un istante il suo volto parve aprirsi in un leggero e mesto sorriso.
Poi si voltò di scatto e fissò Brianna.
"Sono davvero belli i guanti che indossi" disse "sono di camoscio?"
"Velluto" rispose lei.
Istintivamente, le venne da nasconderli nelle pieghe dell'abito scuro ma si impose di non farlo: perchè fare movimenti sospetti?
Non era di certo inusuale per le ragazze indossare dei guanti ad un ballo.
"Ah, il velluto" fece Ben "poco pratico"
Si lasciò alle spalle la libreria e affiancò di nuovo Brianna, porgendole il braccio.
Lei esitò un istante, guardandolo.
"Poco pratico per cosa?" domandò.
Lui le fece un cenno con il capo, incitandola ad accettare la gentile offerta del braccio.
Brianna posò la mano guantata sul suo braccio e Ben posò la sua, nuda, proprio sopra quella di lei.
"Poco pratico per neutralizzare il fuoco" disse "lo riesco a percepire"
Brianna scattò indietro, liberandosi della sua stretta.
"Lo sai?" sbottò e non appena disse quelle parole capì che era proprio così.
Si diede della stupida: come aveva fatto a non capirlo subito?
Si era chiesta perchè Ben fosse giunto nel regno dell'alba, pensando a chissà quale motivazione.
Un trama segreta per fare un colpo di stato e unire i due regni sotto la sua guida?
Fingersi amico della corona e poi uccidere i sovrani?
Ma la risposta era sempre stata così vicina e così semplice.
Cos'aveva detto maestro Silas?
Brianna aveva bisogno di un membro del popolo della notte che le insegnasse a controllare la magia e Silas glielo aveva trovato.
"Sei tu" disse allora, guardandolo.
"L'amore della tua vita? Ne dubito" rispose Ben "Il ragazzo più bello del regno? Molto probabile, ma non è questo il caso, temo. Ti presento il tuo nuovo insegnante"
E le fece un inchino.
"Io non ho alcuna intenzione di passare del tempo con te" ribattè Brianna "scordatelo. Troverò qualcun'altro che mi aiuti"
"Chi, miss posso farcela da sola?" replicò Ben "Silas mi ha detto che desideri che il fuoco che ti arde dentro rimanga un segreto"
"Mi stai minacciando?"
Il viso di lui si dipinse di finta sorpresa.
"Certo che no" disse "non mi interessa se vuoi sbandierare ai quattro venti che hai poteri magici o se vuoi tenertelo per te. Rimane il fatto che hai bisogno di me"
"Io non ho bisogno di te"
"Davvero?"
Con uno scatto, Ben le afferrò la mano e le sfilò il guanto.
"Ridammelo!" gridò Brianna.
Il fuoco divampò sulla mano nuda.
Lui inarcò un sopracciglio.
"La situazione è più grave di quanto pensassi" commentò e le lanciò uno sguardo, quasi ammirato o invidioso "hai un grande potere"
"Non ho chiesto io di averlo"
Lo fissò.
"Mi ridai il guanto?" domandò.
"Non l'hai chiesto ma questo non significa che l'hai appena avuto. La magia è sempre stata parte di te, dormiente ma presente. Tu stessa sei quella magia"
Ben la guardò.
"Non devi ripudiarla" continuò "o le cose peggioreranno e basta. Devi accettarla e poi controllarla"
Brianna assottigliò lo sguardo.
"Benjamin Lyrion" disse, in tono sepolcrale "ridammi il guanto o giuro sui quattro dei che ti brucio vivo"
Le labbra di lui si incurvarono appena.
"D'accordo, Vostra Grazia, tieni" disse e glielo lanciò.
Brianna lo prese al volo e, svelta, se lo infilò.
Tirò un sospiro di sollievo, chiudendo gli occhi per un istante.
"Hai davvero bisogno del mio aiuto" aggiunse Ben "e io sono qui per offrirtelo"
"Perchè?" fece lei "Cosa ci guadagni dall'aiutarmi? Non mi conosci e le nostre famiglie si odiano"
Ben sospirò teatralmente.
"A volte una persona può scegliere di essere semplicemente gentile" disse "non so se sia un'abitudine comune tra voi gente dell'alba"
"Credevo invece non lo fosse tra voi gente della notte" ribattè Brianna "e poi non ti credo. Nessuno fa niente per niente"
Sul volto di lui si aprì un sorriso sghembo.
"Suppongo che allora dovrai rimanere con i tuoi dubbi" rispose "vogliamo tornare al ballo? Ho un'incredibile voglia di danzare almeno una volta"
Malvolentieri, Brianna si lasciò prendere il braccio e guidare di nuovo verso la sala da ballo.
Era quasi inquietante come Ben avesse già memorizzato la strada da compiere, sebbene fosse appena arrivato nel regno.
"Tu cosa sai fare?" domandò Brianna all'improvviso.
Le due porte di legno bianco e dotato erano davanti a loro, chiuse, con le guardie che le sorvegliavano, ma troppo lontane perchè potessero davvero sentire quello che si stavano dicendo.
Ben si voltò, un sopracciglio scuro inarcato.
"Chiedo scusa?" fece.
Lei fece un cenno con il capo verso di lui.
"Sai cosa... cosa a quanto pare so fare io" lanciò uno sguardo ai propri guanti "tu cosa sai fare?"
Lui si limitò a guardarla, un sorrisetto che gli giocherellava sulle labbra.
I suoi occhi dorati parevano magnetici.
"Allora?" continuò Brianna quando non ne potè più "Mi sembra una domanda lecita, considerando che dovrai essere il mio insegnante"
"Vorrei davvero risponderti" disse alla fine Ben "ma siamo arrivati"
In quel momento, le guardie aprirono i portoni.
Lei sbattè le palpebre, interdetta.
Come aveva fatto a non accorgersi di aver continuato a camminare?
Ben l'aveva ingannata con quei suoi maledetti occhi d'oro.
"Mi concedete l'onore di un ballo, Vostra Grazia?" le domandò poi, una volta superata la soglia.
Brianna vide suo padre, dall'altro lato della sala, guardarla e annuire piano.
Ben le stava tendendo la mano.
Lei fece scivolare la sua in quella di lui e per un istante si chiese se oltre i guanti le sue mani fossero fredde oppure calde.
Scosse la testa: che andava a pensare?
Non le importava minimamente.
Pregò che la melodia durasse poco.
Ben la portò al centro della pista, dove altre coppie stavano già danzando, le mani intrecciate e gli sguardi complici.
Per fortuna il suo desiderio fu esaudito – anche se in realtà si era trattata più di una questione di tempismo, perchè si erano uniti alle danze a metà della melodia – e dopo qualche giravolta il supplizio ebbe fine.
"Ancora uno?" fece Ben, mentre la musica iniziava di nuovo dopo qualche istante di silenzio.
Brianna sciolse l'intreccio delle loro mani e lo guardò.
"Perchè mi chiedi di ballare?" domandò "Dovrai solo farmi da insegnante, non dobbiamo essere amici. Anzi, non saremo mai amici. Quindi perchè chiedermi ancora di ballare? Abbiamo entrambi obbedito agli ordini di mio padre più che a sufficienza"
Lui la osservò a lungo, quasi stupito.
"Pensavo l'avessi capito" disse solo.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Per i quattro dei, vuoi essere diretto per una volta? Quando apri la bocca è solo per dire indovinelli o frasi enigmatiche?" sbottò "Pensavi avessi capito cosa?"
Fu allora che Ben la guardò con sufficienza.
"Quale credi sia il motivo per cui tuo padre il re ha insistito perchè tu mi facessi fare un giro del castello – giro davvero breve e poco istruttivo, comunque – e fossi gentile con me – cosa che non sei stata? Cosa pensi verrà detto per ufficializzare la mia presenza qui?" disse "Dobbiamo sposarci, no? Siamo promessi sposi"
"No"
Il mondo di Brianna crollò.
Le sembrò chiaramente di vedere l'intera sala frantumarsi come uno specchio rotto e cadere a pezzi, infrangendosi su di lei per fare in modo che anche lei cadesse.
"Sì" la corresse Ben "a fine estate"
"Io non ti sposerò mai"
Lui fece un passo avanti.
"Penso proprio dovrai convivere con questo fatto" rispose "molte ragazze farebbero la fila per essere al tuo posto"
"Io non sono loro!"
Erano a faccia a faccia, i volti a pochi centimentri di distanza, gli sguardi incatenati come se fosse in corso una battaglia millenaria.
Era oro contro argento, sole contro luna.
Era come se tutti gli altri ballerini, tutte le altre persone nell'intera sala fossero delle macchie sfocate, come quando si è a cavallo e si galoppa così velocemente che è impossibile distinguere forme e figure nelle macchie.
Brianna e Ben erano l'unica cosa ferma e solida della sala, gli unici due pilastri a sostenere il mondo.
"Dovrai diventarlo" disse Ben, a bassa voce "perchè non c'è nessun'altra soluzione. Io e te dobbiamo fare ciò che abbiamo sempre fatto e ciò che dovremo fare per sempre: servire la corona"
"E questo cosa avrebbe a che fare con un matrimonio?"
"Avrai sentito del gruppo di cacciatori trovato morto nelle foreste tra i nostri due regni, no?"
"Ho sentito"
"Credi sia un evento normale? Oh no, qui c'è qualcosa sotto. Una presenza che si stava risvegliando"
"Sono solo voci popolari"
Ma Brianna non credeva nemmeno un po' a ciò che aveva appena detto: lei stessa aveva pensato quello che Ben aveva detto.
"E se non lo fossero?" ribattè Ben "Come due giovani regni separati solo da qualche anno non possiamo rischiare che ci sia qualcosa di più forte che arrivi e faccia i suoi comodi. Cosa pensi che farebbero subito Meileen, Thulle, Raynar o Euros? Si alleerebbero con il regno della notte o con quello dell'alba: in qualunque caso sarebbe guerra. È questo che vuoi?"
"Certo che no" rispose Brianna, immediatamente "morirebbero troppe persone"
Non erano pronti per una guerra.
"Esattamente" annuì lui "qual è quindi l'unico modo per evitare tutto questo?"
Lei fece un passo indietro, distogliendo lo sguardo.
"Un'alleanza" ammise, a bassa voce "un matrimonio"
"Considerando che tu sei l'unica figlia di Rufus e Leanna Orphelin e non puoi sposare mia sorella, la primogenita di casa Lyrion, io ero l'unica altra soluzione" continuò Ben "da questo momento le nostre vite sono intrecciate"
Brianna tornò a guardarlo.
Gli altri ballerini, gli altri invitati al ballo erano tornati a fuoco, e si muovevano fluidamente.
"Non ci sarà mai amore tra noi" disse e nella sua voce non c'era alcuna accusa, solo una constatazione "sarà un matrimonio combinato e falso. Una mera alleanza per un bene superiore"
Ben la fissò.
"Pensa se al posto mio ti fosse capitato un sessantenne con la gobba e la gotta" disse.
Lei pensò invece che alla fine sarebbe diventata come tutte le altre ragazze: costretta a sposare qualcuno che il suo cuore non amava.

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