XXXI. Non tarderà il momento della resa dei conti

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Era una situazione impossibile, era una di quelle situazioni che ti perseguitano nel bel mezzo della notte, gridando che non puoi scappare e, quando finalmente ti svegli, sei così sollevato fosse solo un'illusione, perchè, se non fosse stato così, non avresti avuto alcuna via di scampo.
Brianna avrebbe voluto abbracciare Leanna e non lasciarla andare più, ma, se si fosse distratta anche solo per un istante, sarebbe morta.
Avrebbe potuto evocare il fuoco e probabilmente sarebbe riuscita a uccidere molti avversari, ma nemmeno il fuoco avrebbe potuto proteggerla se Evelyn avesse scagliato loro addosso le armi che la sua magia controllava.
Avevano bisogno di qualcosa che li proteggesse e ne avevano bisogno in fretta.
"Puoi sempre arrenderti, Brianna" disse Evelyn "salvati ora che ne hai la possibilità"
"Se pensi che mi arrenderò non mi conosci affatto" ribattè lei "e dimostra anche che non sai un bel niente di cosa signifchi essere una regina"
Evelyn assottigliò gli occhi.
"Bene" disse "e allora preparatevi a morire"
Fece per abbassare entrambe le braccia, indirizzandoli verso la morte certa, quando all'improvviso l'aria vibrò.
Evelyn gridò quando la freccia le colpì il braccio, facendola cadere in ginocchio e facendo cadere a terra con un forte rimbombo tutte le armi che aveva attirato a sè.
Le sue guardie si mossero agitate, guardandosi intorno, e Brianna si voltò di scatto dietro di sè.
"Ma cosa...?" fece Oliver.
Nel silenzio, Ben si mise a ridere.
"Failon" mormorò Brianna, non credendo ai propri occhi "per i quattro dei, Failon ha mantenuto la sua parola"
Perchè era proprio l'esercito del signore di Euros che ora stava entrando nel regno dell'alba, i cavalli che nitrivano e sulle loro selle gli uomini dalla pelle ambrata con scuri tatuaggi sui petti, proprio come Brianna e Ben li avevano visti la loro prima volta ad Euros.
"Layla è riuscita a consegnare il messaggio" aggiunse Ben, stringendo la mano di Brianna.
Era vero.
Dopo averla perdonata, Brianna le aveva chiesto di provare la sua lealtà consegnando il prima possibile un messaggio al signore di Euros: avevano bisogno di aiuto e urgentemente.
Brianna non aveva osato sperare che il messaggio potesse arrivargli in tempo, figurarsi lui stesso arrivare... eppure Failon era lì e con l'esercito che le aveva promesso.
"Chi sono?" domandò Oliver.
Brianna sorrise mentre alzava la mano e salutava Failon.
"Alleati" rispose.
"Possiamo vincere, Bree" fece Ben, guardandola negli occhi "possiamo davvero vincere"
Lei ricambiò la sua stretta.
"E vinceremo" disse.
Tornò a guardare davanti a sè, lasciando la mano di Ben in modo da avere ben salda Promessa nella destra e una sfera di fuoco nella sinistra.
Alcune guardie di Evelyn l'avevano circondata, attente e devote a proteggere la loro regina ferita, mentre altre stavano avanzando verso Brianna e gli altri.
E la battaglia iniziò.
Brianna non aveva mai immaginato quanto rumorosa potesse essere una battaglia: era consapevole di ogni singolo rumore, dallo stridio del metallo delle spade che sbattevano l'una contro l'altra, dal suono sordo e pesante dei respiri affannosi, dal suono attutito di stivali che corrono sui ciottoli e la polvere del cortile.
Si era sempre chiesta come avrebbe fatto durante una battaglia a riconoscere i suoi alleati, come avrebbe fatto nel furore e nella cacofonia di suoni a capire se stesse vincendo o meno.
Ma, ora che si trovava nel bel mezzo di una battaglia vera e propria, scoprì di non essere affatto preparata: aveva sempre creduto che, al momento opportuno, avrebbe saputo perfettamente come agire, che improvvisamente sarebbe diventata come un soldato veterano.
E invece la sua spada arrivava a salvarla sempre un istante prima del momento fatale, pensare di usare il fuoco era impossibile a causa della velocità con cui gli obiettivi si sarebbero mossi – avrebbe solo rischiato di colpire i suoi alleati –, era costantemente sulle spine per il terrore di non potersi guardare alle spalle, di non avere occhi ovunque in modo da poter vedere il punto da cui il nemico sarebbe giunto.
Brianna era completamente terrorizzata e, tornando indietro con la memoria a quel giorno, si sarebbe detta che, se non fosse stato per Failon e il suo esercito, non sarebbe mai sopravvissuta.
I suoi soldati combattevano con la grazia e la maestosità di leoni, le falci parevano non pesare nelle loro mani e parevano perfino volare tanto erano veloci, tanto sembrava che i loro piedi non toccassero terra.
Ma fu Oliver a salvarle la vita più volte di quante le sarebbe piaciuto ammettere.
Si vedeva fosse diventato Primo Cavaliere del re per merito, non per qualche altro motivo come alcuni tra i duchi più invidiosi avevano mormorato nel corso degli anni durante i balli reali.
Quando una lama avversaria le arrivava troppo vicina ma Brianna era occupata con un avversario davanti a lei, ecco che la spada di Oliver la salvava.
Brianna si tuffò di lato, schivando l'affondo di una guardia dell'alba, ed evocò il fuoco.
Una sfilza di fiamme tracciò la distanza che la separava da altre due guardie, tenendole lontane.
C'era da dire che anche il fuoco aveva avuto un suo ruolo: ad un certo punto, mentre la battaglia era iniziata ormai da parecchi minuti, Brianna si era resa conto che le fiamme avevano iniziato a circondarla, come un'armatura di fuoco che ora l'avvolgeva.
All'improvviso sentì il rumore di passi dietro di lei e si voltò in tempo per fermare con la propria spada l'attacco di un'altra guardia.
Iniziarono a duellare, il rumore delle spade che cozzavano che rimbombava nelle orecchie di Brianna.
La guardia era più grossa e più forte di lei e con il suo peso premeva su Brianna, così tanto che le sue ginocchia stavano iniziando a cedere mentre la lama della sua spada era sempre più vicina al suo collo.
Brianna serrò i denti, mantenendo ferrea la presa dei piedi sul terreno, ma sapeva che non sarebbe riuscita a resistere ancora a lungo.
All'improvviso la guardia davanti a lei barcollò e cadde a terra.
"Bree!" Ben le fu davanti in un istante, il fiato corto e la spada in mano "Stai bene?"
Brianna annuì.
"Grazie" disse, indicando con un cenno del capo imperlato di sudore la guardia senza sensi.
Nella confusione della battaglia, Brianna non aveva fatto in tempo a controllare che sua madre stesse bene – aveva detto ad un soldato di Failon di portarla al sicuro –, ma, visto che ora non la vedeva da nessuna parte, suppose fosse andata a nascondersi.
Pregò fosse andata a nascondersi.
Approfittando di quel breve momento di tregua, si voltò poi a guardare il resto dei suoi compagni: Oliver stava duellando con due guardie e stava sanguinando, ma non sembrava fosse grave, Failon era in sella al suo cavallo ad abbaiare ordini e, occasionalmente, colpiva con la sua falce le guardie che si avvicinavano troppo, mentre il resto dei suoi soldati di divideva tra fanti e cavalieri che sembravano star avendo la meglio sulle guardie dell'alba e della notte.
"Devo arrivare da Evelyn" disse Ben, guardando oltre Brianna "se prendiamo Evelyn, vinciamo. La battaglia finisce"
Brianna si volò di scatto verso di lui.
"No!" ribattè "Non hai più la tua magia, Ben, mentre lei sì"
"È ferita" fece Ben, gli occhi dorati così scuri come lei non li aveva mai visti "la sua magia è meno forte e posso avere la meglio"
Brianna scosse la testa.
"È comunque circondata da guardie" gli fece notare "non le arriverai mai vicino da vivo"
"È per questo che mi servi te, Bree. Devi usare il fuoco e permettermi di arrivare da Evelyn"
"E poi cosa farai? La ucciderai?"
Il volto di Ben divenne indecifrabile.
"Farò ciò che è necessario" rispose.
Quell'idea non le piaceva affatto, ma non avevano molto tempo, non sarebbero rimasti in quella bolla di pace ancora a lungo.
"Lascia andare me" disse alla fine, a bassa voce "come hai detto tu, io ho il fuoco. Lascia che sia io"
Lo sguardo di Ben si addolcì.
"Devo essere io, Bree" le disse dolcemente, posandole una mano sulla guancia "come devi essere tu a sconfiggere Lilith. Questa è la mia battaglia e devi lasciare che la combatta da solo"
Brianna ricordò quando poche ore prima nella cella lui si era messo da parte e aveva lasciato che lei affrontasse Oliver da sola, perchè era quella la sua battaglia.
Ora le chiedeva di fare lo stesso con lui.
E allora Brianna scelse di fidarsi.
Senza sapere bene come, un istante dopo lo stava abbracciando, stringendolo a sè con tutte le sue forze.
Ben ricambiò l'abbraccio stringendola a sua volta e lo sentì inspirare il suo profumo.
"Non fare l'eroe" bisbigliò al suo orecchio "me lo prometti?"
Gli occhi dorati di Ben scintillarono al suono di quelle parole familiari quando lui si staccò per guardarla in viso.
"Te lo prometto"
Brianna lo lasciò andare, strofinando le mani per canalizzare meglio il fuoco.
Fece un respiro profondo e poi allungò le braccia, le mani puntate verso le guardie che circondavano Evelyn.
Il fuoco le trovò e loro gridarono.
Non voleva ucciderle, perciò il fuoco le colpì solo di striscio, in modo però che si allontanassero.
Ben fu veloce come una lince e le superò, piazzandosi di fronte ad Evelyn, ancora in ginocchio che si teneva il braccio ferito stretto al corpo.
"È finita" dichiarò lui, la spada puntata alla sua gola "arrenditi, Evelyn. Richiama le guardie"
Evelyn ebbe la faccia tosta di sorridere.
"Credi di aver vinto?" fece.
Mosse di scatto il braccio sano e la spada di Ben si girò completamente, tagliandogli il fianco finchè la punta non si ritrovò vicina alla gola di lui.
"Ben!" gridò Brianna.
Il fuoco si creò naturalmente nelle sue mani, pronto per essere scagliato, ma all'improvviso si fermò.
Ben, la mascella serrata e i denti stretti, stava facendo cambiare direzione alla spada.
Stava combattendo la magia di Evelyn.
E sembrava ignorare il dolore emanato dalla ferita che aveva iniziato a sanguinare sul suo fianco, macchiando di scarlatto la camicia bianca.
"La tua magia non è più forte come un tempo, sorellina" mormorò, i muscoli sotto la sua camicia strappata che si flettevano per lo sforzo.
Gli occhi di Evelyn si spalancarono solo per un istante, poi rimase immobile quando Ben spezzò l'incantesimo e un rivolo di sangue rotolò lungo il collo di lei, la lama della spada ora accanto alla gola.
"È finita!" gridò Ben, rivolgendosi alle guardie dell'alba "Fermatevi o Evelyn muore"
Il silenzio interrotto solo dal respiro affannoso dei soldati calò nel cortile.
"Vostra Grazia?" fece alla fine una guardia dell'alba, la guancia che sanguinava e la spada altrettanto sporca di sangue in mano.
Evelyn però non mosse un muscolo.
Rimase immobile, gli occhi socchiusi a studiare Ben, il braccio ferito stretto al corpo.
Il suo mento rimase alto anche quando udì il rumore delle spade dei suoi soldati, del suo esercito, cadere a terra.
Abbiamo vinto, pensò Brianna all'improvviso, abbiamo davvero vinto.
Ma Ben era ferito.
Fece per correre da lui, prendendo il suo posto in modo da poter condurre Evelyn nelle prigioni e da dare a lui la possibilità di venire medicato, ma qualcuno la colpì alle spalle.
Non ebbe nemmeno il tempo di gridare mentre cadeva a terra, la testa che le pulsava.
Sentì Ben gridare, insieme a Failon che dava l'ordine di attaccare, e si voltò di scatto, le mani alzate per proteggersi o evocare il fuoco, ma non ce ne fu bisogno.
La giovane guardia dell'alba che l'aveva colpita a tradimento, forse come ultimo tentativo di ribaltare l'esito della battaglia, cadde a sua volta a terra spinta da una macchia rossa.
Brianna sbattè un paio di volte le palpebre, attendendo che la vista le tornasse a fuoco mentre nelle orecchie le rimbombava il suono di un ringhio feroce.
Quando il mondo tornò sul suo asse, si rese conto di sapere benissimo cosa fosse quella macchia fulvia: quasi le venne da piangere quando realizzò si trattasse di Strya, giunta a proteggere la sua padrona.
La lince di Nymeria toreggiava sopra la guarda dell'alba, gli artigli che graffiavano e graffiavano e...
"Strya!" gridò Brianna "Fermati!"
Strya si immobilizzò.
Il sangue delle ferite del soldato stava già macchiando i ciottoli del cortile, ma la lince scese dal suo corpo.
Con passi felpati andò dalla padrona e si fermò davanti a lei, i suoi occhi neri come la pece che brillavano.
"Mi sei mancata, amica mia" bisbigliò Brianna.
Allungò una mano e la lasciò lì, a mezz'aria, con il palmo rivolto verso l'animale.
In silenzio, Strya posò il muso sul palmo e chiuse gli occhi.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora