XXII. Storia mai raccontata

24 3 6
                                    


Quando il sole era spuntato olte l'orizzonte, Ben e Brianna erano ancora nel labirinto e stavano cercando la via d'uscita da quel posto.
Non seppero mai se fosse stato il caso oppure il destino a indirizzarli verso la strada giusta.
Sapevano solo che ad un certo punto avevano svoltato un angolo e, all'improvviso, la parete di cristallo davanti a loro si era sollevata, mostrando loro il mondo esterno.
Il viso di Brianna si era aperto in un sorriso spontaneo e sollevato, mentre si voltava verso Ben che stava sorridendo a sua volta.
Per un istante si erano guardati e l'imbarazzo era calato pesante come una coperta.
"So che hai detto che non vuoi parlarne e lo rispetto" le aveva detto lui alla fine, a bassa voce "ma prima di uscire volevo dirti che mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto"
Brianna era riuscita solo ad annuire e poi, l'uno al fianco dell'altra ma con un metro di distanza a separarli, erano usciti dal labirinto dei cristalli.
In città avevano scoperto che gli erranti erano stati mesi in fuga, ma i danni che avevano fatto non erano da poco.
Avevano distrutto delle case e degli edifici, anche se, per quanto riguardava le vittime, per fortuna non si trattatava di un numero esorbitante.
Quando erano giunti nella strada principale, il cuore di Brianna era sprofondato nel vedere tutte quelle persone che si aiutavano a vicenda, ferite e sanguinanti.
Senza pensarci una seconda volta, si era avvicinata al gruppo più vicino e si era chinata per aiutare.
Non riusciva a smettere di pensare che, se fosse rimasta quella notte, avrebbe potuto evitare tutto quello.
"Andatevene via subito" aveva sibilato una donna accanto a lei.
Brianna aveva alzato lo sguardo di scatto e aveva trovato una donna di mezz'età con una maschera rossa in volto che la guardava con gli occhi che brillavano di disprezzo.
"Siete forse sorda?" aveva continuato, quasi come un ringhio "Ho detto di andarvene. Sparite dalla mia vista prima che a qualcuno venga in mente di restituirvi ciò che ci avete dato"
"Ma di cosa state parlando?" aveva domandato Brianna "Sono arrivata ieri"
"Esattamente"
La donna si era avvicinata a Brianna e lei aveva fatto un passo indietro.
"Pensate che crediamo sia un caso che voi e il vostro amico arriviate e la stessa notte quelle creature ci attacchino?" aveva detto "Potete non essere stati voi a portarli direttamente qui, ma potete averci portato il malocchio. Quindi andatevene dalla mia vista"
"Come potete pensare che—"
Ma le parole di Brianna erano state interrotte dalle braccia di Ben che l'avevano allontanata.
"Non ne vale la pena" aveva bisbigliato al suo orecchio "andiamocene"
Lei avrebbe voluto protestare, ma Ben aveva ragione.
Perciò avevano deciso di aspettare alla locanda per incontrarsi con la messaggera della regina, visto che era diventata la loro pista più affidabile.
"Siete puntuali" disse una voce femminile.
Brianna e Ben erano seduti sulle scale che portavano alla loro camera e guardavano la messaggera della regina in piedi davanti a loro.
"Avevamo un accordo" fece lui.
La maschera argentata che aveva sul viso impediva a Brianna di vedere perfettamente le sue espressioni, ma era abbastanza certa che la ragazza avesse inarcato un sopracciglio chiaro.
"Sono contenta ve lo ricordiate" disse "seguitemi"
I tre si incamminarono, la messaggera che faceva strada in vicoli che parevano non esserci fino a che lei non li imboccava.
Brianna si chiese se fosse un bene non vedesse come stessero procedendo i lavori di ricostruzione di Raynar, per lo meno in quel modo riusciva a sentirsi un po' meno in colpa.
Non ci volle molto prima che arrivassero a destinazione e, una volta lì, sia Ben che Brianna trattennero il fiato.
Il palazzo reale di Raynar era un'alta costruzione di cristallo, composta da tante torri di svariata altezza poste l'uno accanto all'altra.
Era così alto che le sue punte parevano sfiorare il cielo stesso, perdendosi nella sua immensità.
"È bellissimo" sfuggì a Brianna.
La messaggera parve inorgoglirsi a quel commento e raddrizzò le spalle.
"Forza, non c'è tempo da perdere, seguitemi" aggiunse poi, prendendo una strada secondaria.
Ben inarcò un sopracciglio.
"Aspettate" disse "non entriamo dall'entrata principale?"
La ragazza si voltò a guardarlo.
"Certo che no" rispose "non vi siete ancora guadagnati l'entrata principale"
E proseguì per la sua strada, confidando la stessero seguendo.
Brianna e Ben si scambiarono un'occhiata, poi le andarono dietro.
Oltrepassarono una sierie di siepi, finchè non attraversarono una piccola porta di legno e si ritrovarono in quelle che dovevano essere le cucine che erano stranamente silenziose.
"Per di qua"
Superate le cucine, scesero un paio di rampe di scale in un luogo che sembrava un sotterraneo.
"Mi ricorda la casa di maestro Silas" bisbigliò Ben "non è un buon segno se ci porta nei sotterranei"
"Però perchè dovrebbe essere una trappola?" replicò Brianna, sempre a bassa voce "La regina ha bisogno di noi. Era sincera quando ci ha chiesto aiuto"
"Ma allora perchè tutta questa segretezza?"
"Siamo arrivati" dichiarò la messaggera.
Si era fermata e ora era a lato della strada, con le spalle così vicine alle pareti di pietra che pareva si toccassero.
Brianna si guardò intorno, ma erano soli: c'era solo pietra – allora non tutto poteva essere fatto di cristallo – e alcune torce ardenti che illumivanano il passaggio.
"Arrivati dove?" domandò.
Perchè non riusciva a vedere più la messaggera?
All'improvviso l'aria vibrò e Brianna vide quella che sembrava un'ancora di pietra legata al soffitto da una catena di ferro correre a tutta velocità verso di lei.
Non fece nemmeno in tempo a gridare, perchè Ben si gettò su di lei ed entrambi caddero a terra.
Lei si ritrovò bloccata tra i gomiti di lui che, con il suo corpo, le faceva da scudo.
"Che diavolo era?" gridò Ben.
Brianna si voltò in modo da avere la schiena a terra e, oltre la spalla di Ben, vide che l'ancora stava tornando indietro per il contraccolpo.
Vide anche che lui stava rialzando la testa per cercare la messaggera e probabilmente affrontarla.
"Giù!" esclamò lei.
Gli prese il bavero del mantello e lo attirò a sè, proprio nel momento in cui l'ancora sfiorava il punto in cui la sua testa era stata fino ad un secondo prima.
Sentiva il suo respiro sul viso e represse i brividi che le stava provocando.
Ben rotolò via da Brianna, rimanendo entrambi sdraiati ma l'uno accanto all'altra.
"Io la uccido" borbottò lui "non mi serve la mia magia"
"Fatela smettere!" gridò invece Brianna, voltandosi verso la messaggera "Siete forse impazzita? Ci avreste potuto ammazzare!"
Si sentì il rumore di una leva e poi l'ancora fu tirata indietro.
Brianna e Ben aspettarono qualche secondo prima di alzarsi in piedi, per assicurarsi fosse sicuro ora.
"Mi avete mentito" disse la messaggera.
Era di nuovo davanti a loro e, sebbene la statuta minuta, sembra incredibilmente alta.
"Noi abbiamo mentito?" sbottò Ben, di nuovo in piedi "Ci avete condotto in una trappola mortale!"
"Voi mi avete mentito!" ripetè lei, la voce che rasentava un grido, un dito puntato contro i due "Se foste stato un vero veggente, avreste predetto quello che stava per succedervi. Invece vi siete gettato a terra solo dopo aver visto il pericolo"
Ben sembrava senza parole.
Brianna era immobile: era quella la prova al quale sarebbero stati sottoposti?
"Non prova niente" disse lui poi "un bel niente. Sono un veggente, chiedetemi di fare qualsiasi cosa per provarvi che..."
La messaggera scosse la testa.
"Avete avuto la vostra possibilità e l'avete sprecata" disse, con voce glaciale "è finita"
Fece un gesto con il braccio e si sentirono dei passi di persone chiaramente in armatura.
Soldati, pensò Brianna, per arrestarli.
Doveva agire e doveva farlo in fretta.
"La regina sa di questa prova?" domandò allora "Perchè a me sembra un po' troppo segreta per essere qualcosa approvato dalla famiglia reale"
Le guadie ora li avevano raggiunti; indossavano tutte la stessa maschera nera che pareva la parte protettiva di un elmo e proprio sopra il cuore recavano il sigillo reale: un delfino.
"La famiglia reale sa perfettamente di quello che sta succedendo qui" ribattè la messaggera "guardie, arrestateli"
"Siete una messaggera" intervenne Ben, a denti stretti "non avete alcun potere"
La ragazza incontrò il suo sguardo e i suoi occhi azzurri oltre l'argento della maschera parvero il ghiaccio più puro.
"Davvero?" fece.
Si tolse il cappuccio bianco e la luce del fuoco sorretto dalle torce appese alle pareti illuminò la tiara che aveva sui capelli biondi.
"Voi siete la principessa Astrid" mormorò Ben, gli occhi dorati spalancati.
La principessa Astrid fece un sorriso felino.
"E voi dovreste inchinarvi"

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora