VIII. Il sole sorgerà un'ultima volta

33 4 4
                                    


Macchie nere iniziarono a danzare davanti a Brianna, mentre lei si dimenava sotto la presa ferrea di Oliver.
Voleva gridare, ma le mani di lui premute sulla propria gola glielo impedivano.
Non riusciva a pensare, non riusciva a fermarlo, non riusciva a fare nulla.
Cercò di colpirlo per fargli allentare la presa, ma anche le sue forze stavano venendo meno.
Gli occhi di Oliver erano completamente neri, come se fosse diventato un demone o un errante, ma forse era solo la mente di Brianna che le stava giocando brutti scherzi.
Non era possibile stesse accadendo davvero, non lo era e basta.
Quello era Oliver, il ragazzo che le aveva insegnato a tirare di spada, che le aveva insegnato come andare a cavallo, che le aveva insegnato tutti gli indovinelli di cui era a conoscenza.
"Oliver" mormorò, la voce roca che le usciva a sprazzi.
Sentiva di star perdendo la sensibilità negli arti e la paura l'avvolse.
Stava per morire.
In un disperato ultimo tentativo, Brianna riuscì a sfilarsi un guanto e premette con forza la mano sul braccio di Oliver.
Ti prego, pensò, ti prego, funziona.
Quando lo sentì gridare, seppe che il fuoco lo aveva bruciato.
Lui mollò la presa e Brianna cadde a terra, le mani che corsero al proprio collo.
Tossì, la vista che pian piano ritornava a mettere il mondo a fuoco.
Le lacrimavano gli occhi, ma non sapeva se fosse per lo strangolamento o il suo cuore spezzato.
Quando pensò di essere abbastanza forte, si rimise in piedi e sguainò la spada, puntandola contro Oliver.
Gelò quando si rese conto che la mano nuda stava tremando.
"Che diavolo ti è saltato in mente?" gridò, ma la voce le uscì bassa e roca, un'eco del suo cuore.
Oliver si immobilizzò, la mano posata sulla bruciatura sul braccio.
Era superficiale, più che un danno vero e proprio doveva averlo fatto spaventare.
"Mi baci e poi cerchi di strangolarmi?" continuò Brianna.
Per un istante, lui non fece proprio nulla.
Poi le sue labbra si curvarono all'in su e iniziò a ridere, in modo isterico e irritante.
"Oliver!" gridò lei, così forte e così disperatamente che un cerchio di fuoco le si allargò intorno.
Quello sembrò far tornare Oliver con i piedi per terra, perchè fissò il cerchio di cenere scuro che ora circondava Brianna.
"Tu non stai bene" continuò lei, scuotendo la testa "dimmi subito cosa ti è successo"
"Questo sono io, Brianna" disse Oliver.
La fissò e Brianna non riconobbe i suoi occhi.
Erano sempre stati color cioccolato fondente, ma ora sembravano solo un vortice scuro.
"Un assassino?" fece lei "Mi avresti uccisa. Io ti ho baciato. Credevo... hai detto di considerarmi una sorella"
Sapeva che non l'avrebbe ricambiata romanticamente parlando, ma non le voleva nemmeno un po' di bene?
Era come se la mente di Brianna non riuscisse a concepire i minuti che erano appena trascorsi.
Oliver aveva cercato di ucciderla e, se lei non avesse avuto il fuoco a proteggerla, l'avrebbe fatto.
"Purtroppo è un prezzo da pagare quando si mira a qualcosa di più grande" disse lui.
Brianna sbattè le palpebre.
"Maledizione, Oliver, di cosa diavolo stai parlando?" borbottò a denti serrati.
Oliver la fissò, l'espressione piatta.
"La tua famiglia, la dinastia della casa Orphelin, non sopravvivrà ad oggi" annunciò "i Lyrion prenderanno possesso del regno dell'alba"
L'immagine di Ben che le prendeva la mano la sera precedente e le rivelava la verità balenò nella mente di lei.
"Benjamin non lo farebbe" ribattè Brianna "non avrebbe senso. Con un colpo di stato si scatenerebbe una guerra inutile. Sposandomi avrà automaticamente il regno"
Oliver mosse un passo avanti, leggero come un gatto.
"Chi ha mai parlato del tuo Benjamin?" domandò.
Brianna alzò di più la spada, imponendosi di mantenere il sangue freddo.
Ma la gola le doleva e così il cuore.
"Ci sei arrivata, vedo" continuò lui "Evelyn è più sveglia di quanto sembri, non lo credi anche tu? Oserei dire che è sveglia quanto è bella. Non che queste frivolezze siano importanti, quando si tratta di potere"
Le parve che una lama le avesse trafitto il cuore.
"Non capisco" mormorò.
O forse non voleva capire.
Perchè la verità era lampante, ma lei si rifiutava di accettarla.
"Sono stanco di essere il Primo Cavaliere del re" disse Oliver, sbuffando "voglio di più. Mi merito di più. Ed Evelyn mi darà di più"
"È così, dunque? Volevi uccidermi per prendere il mio posto sul trono dell'alba?"
"Evelyn sarebbe diventata regina del regno della notte e mi avrebbe concesso il trono dell'alba in quanto suo consorte, tutto giusto. Ma su una cosa ti sbagli"
Brianna lo capì prima ancora che Oliver lo dicesse ad alta voce.
"No" mormorò, alzando poi la voce "non lo hai fatto. Non è vero"
Non era lei l'ostacolo più immediato al trono.
Se si impegnava, riusciva ancora a sentire la stretta di suo padre e la sua voce nelle orecchie.
"Stai mentendo" continuò, quasi un grido "mio padre ti ha sempre trattato come un figlio. Quale mostro lo ripagherebbe così?"
Oliver scrollò le spalle.
"Te l'ho detto" disse "vorrei ci fosse un altro modo, ma non c'è. Il mondo funziona così. Alcuni muoiono, alcui sopravvivono e chi è più forte regna. Si tratta di fato e fortuna, niente di più. Saresti dovuta rimanere nella sala da pranzo a subire il destino che la tua famiglia sta subendo ora, Brianna"
Quando lei lo aveva baciato, gli aveva dato il modo perfetto per ucciderla e comunque portare a termine il suo piano.
Ma il fuoco aveva scombianto i suoi piani.
"Non ci credo" continuò a ripetere, come un mantra, un incantesimo che se avessse ripetuto abbastanza a lungo avrebbe reso reale.
"No?" fece Oliver, picchiettandosi l'orecchio con l'indice "Ascolta"
Brianna rimase in ascolto.
All'inizio non sentì niente e poi, quasi indistinto, il rumore di piatti che cadevano a terra e di grida attutite dalle porte chiuse.
Le parve di cadere e si chiese se, da quel momento, la sua vita sarebbe continuata cadendo all'infinito.
Sarebbe stata abbastanza forte da sopravvivere alla caduta?
Avrebbe voluto uccidere Oliver con le sue stesse mani, specialmente ora che si era dipinto in viso un nuovo sorriso compiaciuto e soddisfatto, ma stava già correndo verso il salone.
Doveva salvare la sua famiglia.
Si fiondò sulle porte del salone, ma erano sbarrate.
Senza un senso logico, iniziò a tempestarle di pugni e colpi, gridando perchè qualcuno venisse ad aprirle.
"Papà!" gridava "Mamma!"
Le mani le pulsavano e le facevano male, ma Brianna non accennava a smettere.
"Apritemi, maledizione!" gridò ancora.
Le forcine erano cadute da qualche parte e ora una cascata di riccioli scarlatti le ricadeva sulle spalle, intralciandola.
Con uno scatto se lì scostò e tornò a tempestare le porte.
Alla fine si lanciò un'ultima volta verso di esse e, incredibilmente, si spalancarono.
Brianna quasi ruzzolò a terra per lo slancio e si ritrovò a guardare Layla, rannicchiata contro le porte con il viso in lacrime.
Distrattamente pensò che probabilmente era stata lei ad aprirle la porta, togliendo la spada che ora giaceva a terra sotto di sè e che doveva essere stata usata per sprangarla.
Brianna non aveva tempo di aiutare Layla, però.
Alzò lo sguardo e si ritrovò nello scenario peggiore che avesse mai immaginato: il sangue schizzava ovunque, sulle pareti e il tavolo da pranzo.
C'erano guardie in armatura che duellavano con altre guardie, fratelli che avrebbero dovuto combattere l'uno al fianco dell'altro ma che invece stavano menando fendenti e affondi per uccidersi a vicenda.
Traditori, pensò Brianna, guardie corrotte.
Quante di loro li avevano circondati quando avevano cenato la sera prima, votati alla protezione della famiglia reale che ora stavano massacrando?
Leanna gridava da qualche parte nella baraonda, mentre una guardia cercava di proteggerla combattendo contro altre tre.
Il viso di sua madre era stravolto dalle lacrime e Brianna guardò dietro di lei, a capotavola, dove giaceva il corpo senza vita di re Rufus.
Aveva il viso a chiazze e un filo di schiuma a lato della bocca che fece supporre a Brianna, in qualche sprazzo di razionalità, che probabilmente fosse stato avvelenato.
Qualcuno gli aveva conficcato anche un pugnale nel petto, realizzò all'ultimo, e una chiazza di sangue scuro si stava allargando sul suo petto, là dove un tempo il suo cuore batteva.
Brianna gli fu accanto prima ancora di rendersene conto, lo sguardo offuscato.
Non si rese nemmeno conto di aver fatto cadere la spada, mentre con entrambe le mani gli aveva preso la camicia e lo stava scuotendo.
"Svegliati, ti prego" mormorò, la voce che tremava "apri gli occhi! Torna indietro! Vivi! Vivi!"
Lo scosse più forte, immaginando di vederlo aprire gli occhi e sorriderle, dirle che sarebbe andato tutto bene, ma il capo di Rufus rimaneva ciondolante.
Sembrava quasi si fosse addormentato.
"Sono io, sono Brianna" continuò, come una forsennata "ti prego, ti prego, torna!"
Nessuno pareva essersi accorto di lei, una figlia sul corpo senza vita del padre.
Sarebbe stata un bersaglio così facile e così ambito, la spada lasciata cadere a terra e la guardia abbassata.
Chiunque avrebbe potuto ucciderla.
All'improvviso udì un urlo e si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere una guardia cadere a terra, il ghiaccio che si allargava velocemente sul suo petto e gli congelava il cuore.
Qualcuno afferrò Brianna per la manica del vestito e la tirò bruscamente su.
"Come ti è saltato in mente di tornare?" gridò Ben, il sopracciglio spaccato che sanguinava e il respiro affannato "Vattene via, subito!"
"Non posso!" gridò di rimando lei "Io non lascio la mia famiglia!"
"Non servi a nessuno da morta!"
Brianna scorse un guizzo dietro Ben e fu svelta a riafferrare la spada.
Lo sorpassò, superandolo e mettendoglisi davanti, e trapassò il corpo di una guardia che stava per colpirlo con la spada.
La guardia cadde in ginocchio e Brianna pensò che doveva averlo colpito nel punto in cui l'armatura non c'era più e vi era solo il cotto di maglia.
Deglutì, mentre l'uomo cadeva a terra e la mano di lei iniziava tremare.
Aveva appena ucciso qualcuno.
Sentì Leanna gridare quando la vide: teneva sollevata una sedia che usava come scudo.
La guardia che la stava proteggendo era stata ferita ad una gamba e ora zoppicava.
"Nemmeno tu servi da morto" mormorò Brianna, voltandosi di nuovo verso Ben.
Lui la stava guardando con gli occhi dorati spalancati.
Il suo petto si alzava e si abbassava affannosamente e lei si chiese se anche lui avesse ucciso qualcuno per la prima volta in quel momento.
La morte permeava quella sala, in ogni suo piccolo anfranto.
"Mamma!" gridò all'improvviso Brianna.
La guardia che la stava proteggendo cadde a terra e non si rialzò, perciò il traditore che l'aveva colpita si lanciò su Leanna.
Brianna scattò in avanti, ma Ben le afferrò la mano e la trattenne.
"Lasciami!" gridò lei, dimenandosi "Devo aiutarla!"
Ma la presa di Ben era salda.
"Non puoi!" replicò "Guarda!"
Le guardie fedeli alla famiglia reale erano tutte ferite o morte, mentre i traditori – tre guardie superstiti – si stavano radunando intorno alla guardia che ora aveva stretto Leanna tra le braccia.
Un pugnale dalla lunga lama era pericolosamente vicino alla sua gola.
"Cosa vuoi fare, principessa?" la sfidò "Consegnati oppure mammina muore"
Leanna prese a scuotere la testa come se fosse improvvisamente impazzita e un rivolo di sangue colò dalla sua gola, fino alla scollatura dell'abito che ora era stracciato e sporco.
"Vuoi davvero pensarci?" continuò la guardia, mentre Brianna rimaneva immobile "Cosa c'è da pensare? Pensavo volessi bene alla mamma"
"È una trappola" bisbigliò Ben.
Stringeva ancora la mano di Brianna ma le stava dietro, sull'attenti, pronto a scattare qualunque cosa fosse successa.
"Lasciala andare" disse Brianna, lo sguardo fisso negli occhi chiari della guardia "subito"
La mano intorno all'elsa di Promessa iniziò a sudare.
Le sembrava di star vivendo un sogno che era diventato un incubo.
"La lascerò andare quando ti sarai consegnata" rispose la guardia "non fare la difficile, principessa. Prometto che sarà una morte veloce, la tua. Anche se... ho promesso ai miei uomini che si sarebbero divertiti un po'"
A quella farse, Leanna gridò più forte e la guardia le tirò un pugno in pancia per farla stare in silenzio.
Ben strinse due volte la mano di Brianna, come se volesse trasmetterle un messaggio tramite un linguaggio segreto che solo loro due conoscevano.
"Stai pronta" bisbigliò.
"Cosa dici tu, principe?" lo schernì la guardia "Non ci siamo dimenticati di te"
"Oh lo credo bene" Ben fece un passo avanti, coprendo Brianna "temo sia impossibile dimenticarsi di me. Mi hai visto?"
"Non tirare troppo la corda"
"Quale? Quella del lampadario?"
Con uno scatto delle mani, Ben alzò le braccia e una sfera di ghiaccio tranciò a metà la corda che sosteneva il lampadario di cristallo che pendeva sopra la sala.
Con un fragore da fracassare i timpani l'oggetto cadde, creando una barriera tra le due fazioni.
Brianna gridò quando Ben l'afferrò e la spinse via, approfittando della confusione che si era creata.
"Non fermarti!" fece lui, spingendola verso un arazzo.
All'improvviso lei ricordò che oltre vi era un passaggio segreto che portava ai sotterranei e si chiese se i suoi genitori se ne fossero ricordati ma non avessero avuto il tempo di scappare.
"Devo salvare mia madre!" protestò Brianna "Devo tornare indietro!"
"Continua a correre!"
Ben si voltò e fece un arco con le braccia, creando una parete di ghiaccio che avrebbe consentito loro altro tempo.
"Ben!"
Brianna riuscì a lanciare solo un'ultima occhiata al corpo senza vita di Rufus prima che Ben la spingesse oltre il varco.
Mentre congelava l'arazzo per rendere più difficile il passaggio nel caso in cui le guardie avessero voluto seguirli, lei sentì il grido di Leanna sovrastare le voci gravi del salone.
"No!" gridò Brianna "Fammi tornare indietro!"
Senza dire una parola, Ben la prese in spalla e, senza riuscire miracolosamente ad infilzarsi con Promessa, proseguì oltre il corridoio buio il più velocemente possibile.
"Ti prego!" protestava lei, dimenandosi "Benjamin Lyrion!"
Lui la ignorava, proseguendo imperterrito.
Alla fine, una volta giunti nei sotterranei, la lasciò scendere.
Brianna lo colpì al petto.
"Che diavolo hai fatto?" gridò, con tutta la rabbia che aveva in corpo e fremeva dentro di lei "L'hai condannata a morte certa! Dei, mia madre sarà già stata uccisa! Perchè non mi hai lasciato andare? Avrei potuto salvarla!"
Ben scosse la testa, gli occhi dorati che lampeggiavano.
"Ti saresti fatta amazzare e lei con te!" ribattè "Non lo capisci? Ci avrebbero uccisi tutti!"
"Ora solo mia madre morirà!"
"No, Brianna, è proprio il contrario. La terranno in vita perchè è la loro unica moneta di scambio per te. È diventata un ostaggio"
Brianna scosse la testa.
Riusciva ancora sentirla gridare nelle sue orecchie.
Rivedeva ancora la chiazza di sangue che si allargava sulla camicia di suo padre e la vita abbandonarlo, come qualcosa di alato che usciva dal suo corpo e volava via.
Rivedeva Oliver con aria soddisfatta e compiaciuta che la guardava, rivelando la sua vera natura come se stesse parlando del tempo.
La rabbia le montò dentro come un fiume in piena.
Le sembrava di non riuscire a stare ferma, come se la terra bruciasse sotto i suoi piedi scalzi.
"Io torno indietro" disse.
Fece per superare Ben, ma lui la trattenne.
"È una mossa stupida e lo sai bene" replicò.
"Non mi interessa!" Brianna lo colpì di nuovo sul petto e, quando la vista le si appannò, si rese conto di star piangendo "Devo fare qualcosa! Devo tornare indietro! Devo—"
Le sue parole si persero nell'aria, attutite dalla camicia di Ben che ora la stringeva tra le braccia con una morsa d'acciaio.
Per un istante, Brianna rimase completamente immobile, poi nascose la testa nell'incavo del suo collo e pianse, i singhiozzi che le scuotevano il corpo.
"Sono qui, Monilavahan" continuava a mormorare Ben, come se fosse la formula magica di un incantesimo "sono qui. Va tutto bene. Non sei da sola. Te lo prometto, non sei da sola"
Lei serrò gli occhi finchè il buio non l'avvolse completamente e le parole di Ben non furono che un'eco lontana.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora