XXVII. Cadere insieme

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Brianna si strinse nel mantello, il cappuccio calato sul viso in modo da nascondere i propri capelli, per ogni eventualità.
Insieme a Ben si era fermata ad un fiume, dove avevano preso un po' di terra e lei se l'era spalmata in testa, in modo da nascondere il rosso indistinguibile della sua chioma.
Davanti a loro si apriva il regno della notte, l'ingresso costituito dai giardini delle comete: i fiori erano detti di stella, perchè brillavano così tanto da parere vere e proprie stelle.
Ben era davanti a lei, immobile, a contemplare la casa che non vedeva da tempo.
Brianna si concesse di guardarlo, ma solo un istante.
Era divemtata brava, nel corso di quelle lunghe settimane di viaggio per tornare dove tutto era cominciato, a non pensare a lui.
Certo, averlo costantemente accanto rendeva le cose difficili, ma la sua era una forza di volontà di ferro.
Da quando aveva scoperto della maledizione, Brianna aveva fatto di tutto per rivolgergli la parola solo lo stretto necessario e stargli il più lontana possibile.
Più volte Ben aveva cercato di parlarle, di farle cambiare idea, ma lei non desisteva.
Avrebbe fatto tutto ciò in suo potere per salvargli la vita, anche se ogni volta in cui lo vedeva sdraiato per dormire doveva negare a se stessa di sdraiarsi accanto a lui e venire stretta dal rassicurante cerchio delle sue braccia, anche se ogni volta in cui gli sfuggiva un sorriso, lei voleva baciarlo e sentire le mani di lui nei suoi capelli.
Per i primi giorni, Ben cercava di farla ragionare, dicendo che sarebbe morto stando senza di lei, non viceversa e Brianna voleva credergli, voleva credergli così tanto che istintivamente il suo corpo si muoveva verso di lui per stringerlo a sè.
Ma poi rivedeva il segno del cuore spezzato sul sentiero che aveva portato alla casa della strega e la sua volontà di ferro si imponeva come uno scudo.
Una volta, quando mancavano ormai pochi giorni di cammino prima del regno della notte, si erano ritrovati davanti al fuoco che Brianna aveva creato con la magia, l'uno di fronte all'altro.
"Non vuoi tornare a casa?" aveva detto lei.
Ben aveva incontrato il suo sguardo e sul suo viso si era dipinto un sorriso triste.
"Credevo l'avessi capito" aveva risposto "sei tu casa mia, Bree"
Brianna si era immobilizzata, il fiato trattenuto.
Forse era stato uno scherzo della luce del fuoco, ma le era parso che Ben fosse più pallido, come se fosse malato.
Poteva essere la maledizione che iniziava ad insidiarlo anche se non aveva ancora compiuto vent'anni?
"Non seguirmi" aveva detto lei, scattando in piedi.
Quella notte si era sdraiata a cento metri di distanza, ma non aveva chiuso occhio.
Da quella volta, Ben aveva pian piano smesso di parlarle e ora era un giono intero che non si rivolgevano la parola.
Sebbene fosse quello che voleva, quello che doveva volere per permettergli di sopravvivere, faceva male lo stesso.
Era come se, ogni giorno che passava, un piccolo pezzo del suo cuore si sgretolasse insieme al tempo che scorreva.
Devo farlo, gli aveva detto quando Ben le aveva chiesto se lei sarebbe stata capace di sopportare una vita in cui non sarebbero stati insieme, e devi farlo anche tu.
Brianna avrebbe potuto dirgli che lei ne sarebbe stata in grado, illuderlo che non lo amasse come lui amava lei, ma non ce l'aveva fatta.
Quella che era uscita dalla sua bocca altro non era che la verità.
Ben, davanti a lei, si voltò nella sua direzione e con un cenno del capo incappucciato le indicò il regno della notte.
Fece un respiro profondo mentre annuiva.
L'unico motivo per cui Ben le aveva parlato, quel giorno, era stato per dirle che lui conosceva dei passaggi segreti per arrivare al castello della notte, dove avrebbero cercato il re e la regina.
In silenzio, Brianna lo seguì attraverso vicoli stretti e vie secondarie, mentre il regno era stranamente deserto, come se anche gli stessi sudditi percepissero il clima teso.
E come non farlo?
L'erede al trono della notte aveva fatto un colpo di stato prendendo il potere del regno dell'alba, dichiarando la sua legittima erede e il proprio fratello dei fuorilegge.
Al pensiero del proprio regno, Brianna ebbe una stretta al cuore.
Pensò a sua madre, rinchiusa nelle celle dei sotterranei, pallida e sporca pensando che la figlia fosse morta.
In quei giorni il pensiero della verità su suo padre l'aveva perseguitata come un fantasma in cerca di vendetta, respirandole sul collo e provocandole brividi di gelo lungo la schiena.
Non aveva mai visto alcun ritratto di Valian Lyrion o, se l'aveva visto, era troppo piccola per ricordarlo.
Non sapeva se volesse vederne mai uno.
Ad un certo punto, si udì un rumore e Ben si immobilizzò.
Brianna trattenne il fiato, mentre i suoi occhi argentati correvano verso l'inizio del vicolo, qualche metro più in là.
Si trovavano nella parte centrale del regno della notte, dove di solito vi si teneva il mercato cittadino nei giorni di festa.
Si udì di nuovo un rumore, come di passi e qualcosa che viene trascinato.
In un istante, Ben afferrò la mano di Brianna e l'attirò a sè, schiacciandosi contro il muro e appiattendosi il più possibile.
Stretta tra le sue braccia, troppo sorpresa per reagire, lei poteva sentire il battito del suo cuore batterle nelle orecchie.
Era impazzito.
"Stai ferma" le mormorò all'orecchio "sta passando qualcuno"
Brianna si impose di impedire al suo corpo di rispondere ai tocchi di quello di Ben, ma tutto in se stessa le gridava di rimanere abbracciata a lui per sempre.
Quando casa sua aveva smesso di essere il regno dell'alba ed era diventata Ben?
Sei tu casa mia, Bree.
Il pensiero fu così improvviso e intenso che le fece mancare la terra da sotto i piedi.
Deglutì, chiudendo gli occhi con forza, immaginando di essere da un'altra parte e con qualcun altro.
"Se ne è andato" disse alla fine Ben.
Ma la sua stretta non accennava ad allentarsi.
Brianna alzò il capo finchè non incontrò i suoi occhi dorati, scuri con il favore della penombra di quel vicolo.
"Chi era?" domandò.
Ben la guardò per un istante, in silenzio, poi inclinò il capo e la baciò.
Fu un bacio breve, ma in qualche modo intenso come se fosse durato un'eternità scandita all'interno di un secondo.
"Dovevo farlo un'ultima volta" fece lui, un soffio sulle labbra di lei.
Poi, come prima l'aveva attirata a sè, la lasciò andare e si incamminò nuovamente.
Brianna si sfiorò le labbra con le dita prima di seguirlo.
Stavano tremando.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora